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ELETTROTECNICA
L'elettricità è una forza naturale, sfruttabile per produrre energia e lavoro, utilizzabile per i più disparati scopi. Alcuni apparecchi sono capaci di produrre energia elettrica, e si dicono generatori. Altri la trasformano in qualcosa d'altro (luce, calore, energia meccanica) e sono detti utilizzatori. La corrente elettrica è sostanzialmente il prodotto di un flusso di elettroni, particelle microscopiche che rientrano nella costituzione dell'atomo. La struttura dell'atomo prevede infatti un nucleo fisso, contenente un certo numero di cariche positive (protoni), e un numero corrispondente di elettroni, particelle dalla carica elettrica negativa, che orbitano intorno al nucleo. Sebbene in elettrotecnica si sia stabilito per convenzione che il movimento delle cariche elettriche vada dal polo positivo a quello negativo, nella realtà sono gli elettroni a muoversi, quindi la corrente elettrica vera e propria si sviluppa sempre dal polo negativo a quello positivo. La pila e la dinamo elettrica sono due esempi di generatori; presentano dei morsetti sui quali vengono continuamente sviluppate notevoli quantità di cariche elettriche, ovvero: in un polo vengono a trovarsi elettroni negativi in quantità, mentre l'altro polo, privato di elettroni, assumerà una carica positiva data dai protoni dei nuclei degli atomi che si trovano lì. Se i due poli vengono collegati da un conduttore, in esso si sviluppa un passaggio continuo di elettricità, cioè una corrente elettrica. Per trasferire l'energia
dai generatori agli utilizzatori bisogna metterli in contatto attraverso
dei materiali capaci di condurre L'apparecchio utilizzatore, i conduttori e la fonte erogatrice di energia elettrica, nel loro insieme, costituiscono un sistema chiuso per il passaggio di elettricità, detto circuito. Il circuito elettrico
è un sistema chiuso per la distribuzione e l'utilizzo di energia
elettrica. un generatore (per esempio una pila) un conduttore di andata (cavo elettrico o "filo") un conduttore di ritorno (cavo elettrico o "filo") l'apparecchio utilizzatore
(per esempio una lampadina) Il generatore sviluppa ai suoi poli o morsetti
delle cariche L'Interruttore
Tornando ad agire sull'interruttore, esso ripristina la continuità del circuito, perciò si dice che il contatto, l'interruttore e il circuito sono "chiusi". La lampadina si accende. 3- Differenza di potenziale o tensione: il Volt Il circuito elettrico
presenta alcune particolarità per capire le quali sarà utile
illustrare il cosiddetto paragone idraulico, ovvero Il paragone idraulico Una cisterna d'acqua
situata ad una determinata altezza rispetto al suolo rappresenta una data
energia potenziale, ovvero; se l'acqua viene fatta scorrere lungo un tubo
verso un bacino di raccoglimento posto più in basso, essa mostrerà
alcune proprietà quali: la velocità con cui scende e quindi
la quantità di acqua erogata dal tubo in un'unità di tempo. In elettrotecnica, la tensione o differenza di potenziale, si misura in Volt (simbolo: V) ed è per questo chiamata pure voltaggio. Come nel paragone
idraulico, anche nel circuito elettrico maggiore è la tensione
e tanto maggiore sarà la corrente che scorre lungo il conduttore,
quindi anche l'energia che è in grado di produrre. 4- Intensità e resistenza: la Legge di Ohm L'intensità di una corrente elettrica si indica con I, un'unità di misura detta Ampere, e risulta essere quella quantità costante di elettricità che percorre il conduttore in un'unità di tempo. Per riprendere il
paragone idraulico, abbiamo visto che, tanto più in alto è
posta la cisterna, tanto più velocemente l'acqua scende; di conseguenza
diviene anche maggiore la quantità di acqua che scende in una determinata
unità di tempo. Nel circuito elettrico, per analogia, troviamo che quanto più alta è la tensione (V) applicata al conduttore, tanto maggiore risulterà la corrente (I) che vi fluisce, attenuata però dalle resistenze attraversate. La resistenza, in
elettrotecnica, è una proprietà che i corpi manifestano
nel momento in cui vengono attraversati da una corrente elettrica, ovvero
presentano al suo passaggio una specie di attrito che dipende dalla loro
qualità e dalle dimensioni. Le resistenze possono essere rappresentate,
per esempio, dal filamento di una lampadina. La resistenza elettrica si
indica con R e per essa è stata stabilita un'unità di misura,
l'ohm, che corrisponde al simbolo . Legge di Ohm Quanto detto finora
costituisce la spiegazione della formula matematica detta Legge di Ohm,
dal nome del suo teorizzatore. I = V/R ovvero A = V/ Da cui si ricava la formula derivata: R = V/I Oppure ancora: V = I R Questa espressione della legge di ohm denota che il Volt è quella differenza di potenziale che si rileva agli estremi di una resistenza di 1 ohm percorsa dalla corrente di 1 ampere. Resistività o Resistenza Specifica La resistenza R, espressa in , di un elemento specifico, dipende dalle sue qualità di conducibilità, ma anche dalla sua massa e dalle dimensioni, perciò si rivela utile determinare la resistenza specifica di ciascun materiale indipendentemente da una data lunghezza e da una data sezione. Resistività Il valore di resistenza
specifica o resistività si indica con la lettera greca (ro greca)
e viene calcolata in rapporto alla resistenza resistenza complessiva
= resistività x lunghezza in metri
ovvero: R = m. / S mmq da cui si ricava: l = R S/ ; S = l /R; = R S/ l
La quantità
di carica Q portata da una corrente elettrica e raccolta su di un conduttore
rappresenta una grandezza cui è stato dato il nome di Coulomb (sigla
C). Q = I T Da cui si deducono le formule derivate: I = Q/T e T = Q/I
Lavoro di una corrente elettrica Come nel paragone idraulico avviene per l'acqua, la caduta di una massa pesante da una certa altezza produce energia e lavoro; anche lo scorrere di una carica elettrica da un potenziale più alto a uno più basso produce energia. L'unità di misura dell'energia o lavoro elettrico è il joule (J). Il Joule è quell'energia sviluppata dalla corrente di 1 ampere sotto la tensione di 1 Volt in un secondo. L'energia, o lavoro elettrico L di una scarica elettrica o corrente, dipende dalla quantità di carica Q e dal potenziale (V) di cui essa é caduta: L = Q V Ricordando che Q = I T si determina la relazione: L = V I T la quale esprime il fatto che un determinato lavoro è stato compiuto in un determinato intervallo di tempo. Il Watt e la Potenza Elettrica Per determinare invece la potenza P -espressa in Watt (W)- di una corrente elettrica, cioè il lavoro compiuto ogni secondo, si usa la seguente formula: P = L/T ovvero P = V I T/T; P = V I altrimenti scrivibile come: W = V A In sostanza, dunque, la potenza di una corrente elettrica si ricava dal prodotto della tensione per l'intensità di corrente, Volt per Ampere. Possiamo definire il Watt come la potenza di una corrente elettrica dell'intensità di 1 ampere sotto la tensione di 1 Volt. Conoscendo la tensione
V che alimenta un circuito elettrico (frequentemente, la tensione di rete),
si può misurare la corrente in ampere che percorre un utilizzatore
e perciò ricavarne l'assorbimento in Watt. In rapporto alle conoscenze acquisite, possiamo anche dare qui una definizione di Ampere: L'Ampere è un'intensità di corrente rappresentata da quella corrente costante che, attraversando la resistenza di 1 ohm, sviluppa la potenza di un watt. 6- Corrente continua e corrente alternata Nei paragrafi precedenti
abbiamo fatto riferimento alla corrente elettrica in modo indistinto,
supponendo che il verso di scorrimento vada sempre, secondo convenzione,
da un polo positivo (+) ad uno negativo (-).
La corrente alternata
è in verità molto diffusa, infatti è comunemente
distribuita come energia elettrica di rete nelle case e nelle fabbriche,
dove ha una frequenza standard di 50 - 60 Hz. Il fusibile è
un elemento di sicurezza che viene inserito nel circuito con lo scopo
di entrare in crisi a determinati valori di intensità di corrente
(potere di interruzione), salvaguardando così il resto dell'impianto. Se un fusibile si interrompe vuole dire che si sono venute a creare delle condizioni di tensione e/o intensità di corrente anomale per quel circuito elettrico. Il valore di resistenza dei fusibili, espresso in Ohm, viene infatti calcolato in modo preciso per le caratteristiche del particolare circuito in cui viene inserito. Sul corpo del fusibile viene indicato il valore della tensione che deve sopportare e il potere di interruzione espresso in ampere, valore oltre il quale il fusibile si interrompe. I fusibili possono essere in vetro, per la protezione di circuiti elettrici ed elettronici, e hanno normalmente un potere di interruzione espresso in mA -milliampere- e in A -ampere-. I fusibili in ceramica o in cemento, materiali che dissipano il calore dovuto all'assorbimento, sono impiegati per utilizzatori di notevole potenza, e si interrompono per valori dell'ordine dell'ampere e del kA -kiloampere- (motori, pompe, autoclavi, centrali termiche etc.). Fonte
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