Fonte www.proiezionisti.com
LA PELLICOLA 1-
CARATTERISTICHE DELLA PELLICOLA 2-
LE CODE E LO STANDARD SMPTE 3-
MONTAGGIO DEL FILM 4-
CARICAMENTO FILM NEL PROIETTORE
5- IL RESTAURO
DELLA PELLICOLA
1-
Caratteristiche della pellicola La pellicola è
il supporto che permette la proiezione del film. Il proiezionista deve
averne una conoscenza completa anche perché la pellicola è
un materiale delicato, facile a rovinarsi, e una volta rovinato un film
è da buttare. Il proiezionista deve proiettare lo stesso film centinaia di volte; ci
vogliono molti accorgimenti perché la pellicola non perda la sua
qualità -visiva e sonora- nel tempo. La pellicola cinematografica
è un nastro continuo di materiale plastico. E' costituita da un
supporto su cui è steso uno strato di sostanza fotosensibile, l'emulsione
-o "gelatina", sulla quale sono impresse le immagini. La pellicola un tempo era altamente infiammabile, poiché il supporto
era costituito di celluloide (nitrato di cellulosa). Oggigiorno le copie dei film sono ininfiammabili, o meglio, fatte di materiale
autoestinguente, di due tipi: Triacetato (triacetato
di cellulosa) ormai sempre meno diffuso. Polyestere (tereftalato
di polietilene) sempre più diffuso. La pellicola in polyestere è molto più resistente di quella
in triacetato; mentre la prima è impossibile da spezzare a mano,
con la seconda si riesce facilmente. Il polyestere si distingue dal triacetato
anche perché è più sottile; inoltre, la bobina di
pellicola osservata in controluce risulta nera e opaca nel caso del triacetato,
trasparente e giallognola nel caso del polyestere. A parità di
lunghezza, una pellicola in triacetato, essendo meno sottile, riempie
di più la bobina rispetto al polyestere (una differenza stimata
intorno al 5%). La pellicola può
essere vista come una lunga sequenza di fotogrammi, cioè di immagini,
una di seguito all'altra, separate tra loro da un margine chiamato interlinea.
I fotogrammi si dispongono come una colonna all'incirca nel centro della
pellicola e sono tutti orientati nello stesso senso: la testa dell'attore
è sempre verso l'alto o -se capovolgiamo la pellicola- verso il
basso in tutti i fotogrammi). Se teniamo la pellicola in modo che le immagini siano orientate verso
il basso (attore a testa in giù) si può vedere alla destra
dei fotogrammi una banda scura e continua: si tratta della colonna sonora,
ovvero la pista sonora analogica anch'essa stampata sul film. I fotogrammi e la colonna sonora occupano il centro della pellicola e
sono fiancheggiati su ciascun lato da una serie di fori chiamati nel loro
insieme perforazione. La perforazione è necessaria perché
i rulli dentati del proiettore possano agganciare la pellicola e farla
muovere in modo regolare. La pellicola è fatta in modo che ogni fotogramma corrisponda, in
altezza, a quattro fori della perforazione per lato. 2- Le code e lo Standard Internazionale
Coda è la denominazione
generica per una parte di pellicola che si trova in testa e/o alla fine
di un rullo, per permettere il caricamento del film nel proiettore e per
proteggere la porzione di pellicola utile, da proiettare. Nel gergo viene detta
coda, in modo generico, anche la parte finale di un rullo o di una bobina
(in coda, montare in coda); si intende per coda anche un qualsiasi pezzo
di pellicola montato per separare, per esempio, dei trailers o la pubblicità dal film, ma è corretto
indicare come coda proprio la parte che si usa per il caricamento, che,
in una proiezione valida, non viene mai vista dallo spettatore. La coda può
essere: Nera. Si tratta di
pellicola esposta alla luce e poi normalmente sviluppata. Si usa montare
coda nera in testa o alla fine di rulli e bobine per il caricamento in
macchina oppure per creare una zona nera lungo la pellicola minimizzando
il rischio, durante una proiezione, di dare luce al film troppo presto
o troppo tardi. Gialla. Si ricava da pellicola vergine esposta alla luce e serve soprattutto
al montaggio di colonne sonore positive.
Trasparente. Solitamente è senza gelatina, ma esiste anche con
la gelatina. Comunque, come già detto, la "coda per eccellenza" è
quella che si trova in testa alle parti delle copie dei film, che serve
al proiezionista per avviare e sincronizzare correttamente i proiettori,
sia nella proiezione manuale, sia nella proiezione automatica, sia nella
proiezione a rulli.
Le code di caricamento
devono corrispondere ad uno standard preciso fissato dal Consiglio delle
ricerche dell'Accademia di arti e scienze cinematografiche di Hollywood.
Secondo lo Standard Internazionale o SMPTE, dunque, le code devono essere
composte da tre tratti così determinati: 1° segmento: coda
protettiva. E' una porzione di pellicola trasparente allo stato grezzo
posto nella parte più esterna del rullo che ha appunto la funzione
di preservare gli strati sottostanti. La sua lunghezza deve essere compresa
tra sei e otto piedi ovvero tra m 1,828 e m 2,438. 2° segmento: coda
di identificazione. E' lunga 24 fotogrammi in ognuno dei quali deve essere
scritto in nero su fondo bianco: il tipo della copia (per esempio sound
print = copia sonora), la parte del film espressa in numeri maggiori o
uguali a 1/4 dell'altezza del fotogramma, e il titolo del film. 3° segmento: coda
di sincronizzazione. E' costituita da due porzioni: - coda con indicazioni:
si tratta di venti fotogrammi che recano utili indicazioni per il proiezionista:
nel centro del primo fotogramma vi è una losanga attraversata da
una linea bianca; i 15 fotogrammi successivi contengono indicazioni sensitometriche
e dati sulla colonna sonora. Il 17° fotogramma porta una losanga e gli altri tre fotogrammi
prima dello start sono neri. Se i venti fotogrammi delle indicazioni non
vengono utilizzati devono rimanere opachi. - Coda numerata: è
lunga 12 piedi (m 3,657) e inizia con un fotogramma denominato Start Picture
stampato con la parola "start" rovesciata, in caratteri neri
su fondo bianco. Da qui fino al primo fotogramma utile lo spazio della
colonna sonora non dovrà essere interrotta da segnali di sorta
mentre il formato dei fotogrammi sarà standardizzato in una finestra
di 0,6331 pollici di altezza (mm 16,027). La parte di coda compresa tra
lo start e l'inizio delle scene si presenta nera tranne nove fotogrammi
che segnalano, in piedi, la distanza che manca all'inizio delle scene.
Esattamente a partire da queste, difatti, si misurano a ritroso tre piedi, e quel punto è contrassegnato da
un fotogramma trasparente che contiene il numero 3 ovesciato, alto mezzo
fotogramma almeno. Idem per tutti gli altri numeri che definiscono le
distanze in piedi, che vanno dal 3 al 11. Le cifre 6 e 9 sono accompagnate
dalle parole six e nine perché le due cifre capovolte sono facilmente
confondibili tra loro. 3- Montaggio del film
Il film può
arrivare nella cabina di proiezione già montato in due o più
bobine oppure in parti (ogni parte è composta da 2 rulli). Se arriva
in bobina, dentro a grosse scatole di plastica dette cinebox, l'operatore
non deve fare altro che riversare il film sulle proprie bobine (le bobine
dei magazzini sono di plastica, spesso vecchie e difettose) oppure, se
dispone di un proiettore semiautomatico, sui piatti. Generalmente è
più facile che il film arrivi in parti, in numero di 6, ma a seconda
della lunghezza del film le parti possono essere dalle 4 alle 10 (o più!).
Il proiezionista deve quindi attaccare insieme le varie parti per formare
-a seconda del modello di proiettore utilizzato-una pellicola unica oppure
due o più tempi (due o più bobine). Il film in parti viene
recapitato come un pacco o borsa che contiene alcune scatole rotonde e
piatte (di plastica, raramente in metallo) ognuna contenente un rotolo
di pellicola, cioè una parte, avvolta su di un nucleo di plastica.
Ogni scatola reca di solito un'etichetta che riporta alcune indicazioni
sulle caratteristiche della pellicola: Titolo del film Numero della parte Caratteristiche del
supporto (polyestere o triacetato) Formato di proiezione
(numeri come 2:2,35, 1:1.66, 1:1.85 che identificano rispettivamente il
cinemascope e due tipi di formati panoramici) Formati sonori presenti
sulla copia. Spesso però
la maggior parte di queste indicazioni sono assenti, tranne il titolo
e il numero della parte. Il proiezionista deve perciò essere in
grado di ricavare tutte le altre informazioni attraverso un esame della
copia. La prima operazione che il proiezionista deve eseguire per montare un
film in parti, oltre ovviamente aprire le scatole, è verificare
se il capo della pellicola che ci si presenta coincide con l'inizio o
con la fine della parte. Se l'immagine è posta a testa in giù,
il rullo di pellicola è dall'inizio o dalla testa o in testa. Se
l'immagine invece è dritta si dice che il rullo è dalla
fine o dai piedi o in coda. Per stabilire se un
rullo si trova dai piedi o dalla testa si possono osservare le immagini
o scene, ma, poiché le parti spesso presentano, come abbiamo visto,
un'appendice di pellicola senza scene (coda di caricamento), può
essere necessario svolgere il rullo fino a risalire alle prime immagini,
oppure regolarsi con le indicazioni stampate sulle code stesse. E' però
consigliabile regolarsi risalendo fino alle scene perché le code
possono riportare istruzioni erronee, essere strane e fuori standard,
oppure essere state scambiate con quelle degli altri rulli. In secondo luogo è importante stabilire se il lato della pellicola
con l'emulsione -o gelatina- si trova verso l'esterno o verso l'interno.
La pellicola infatti può essere stata arrotolata o col lato dell'emulsione
che "guarda" verso il centro del rullo, oppure, al contrario,
è il lato lucido del film, cioè il nudo supporto, che "guarda"
verso il centro del rullo. Per stabilire quale sia il lato con la gelatina
è tradizione che il proiezionista prenda la pellicola tra le labbra:
la parte più appiccicosa è quella con l'emulsione. Questa
operazione forse poco piacevole si può evitare inumidendosi le
dita e toccando la pellicola. Detto ciò si può procedere al montaggio delle parti. A seconda del tipo
di proiettore utilizzato esistono sensibili differenze nell'operazione
di montaggio, ma le vedremo meglio in dettaglio nel capitolo dedicato ai vari modelli di proiettore. I rulli
di pellicola che arrivano nelle scatole sono lunghi massimo 600 m., quindi
devono essere arrotolati sulle bobine fisse, da 1500-400 m., adatte ai
proiettori. Se si usa il sistema di proiezione semiautomatico con caricamento
a piatti, non è detto che non torni utile in molti casi montare
preliminarmente il film su bobine, quindi descriveremo questo procedimento
come basilare; diremo che vorremo ottenere due bobine di tre parti ciascuna,
girate dalla parte della testa. In linea di massima,
le parti del film vanno attaccate tra loro in modo che, a un rullo che
si presenti dai piedi, vada giuntato il capo di pellicola di un rullo
che si presenti dalla testa, facendo attenzione che le superfici con l'emulsione
si trovino entrambe voltate dalla stessa parte, e che anche la colonna
sonora prosegua da un rullo all'altro sullo stesso lato, dando l'impressione
di non interrompersi. Per fare in modo che
i due lembi di pellicola si attacchino fisicamente insieme si usa una
giuntatrice che utilizza nastro adesivo detta anche pressa Catozzo o,
semplicemente, La Catozzo la quale prende il nome dal suo inventore, Leo
Catozzo, montatore di film per conto di Federico Fellini. La Catozzo è
provvista normalmente di una lama che rende agevole tagliare con precisione
la pellicola nel punto in cui verrà praticata la giunta. E' essenziale
che la giunta sia fatta in quadro, cioè che i fotogrammi rimangano
completi e mantengano il loro intervallo di quattro buchetti di perforazione
ciascuno. A seconda del tipo di proiettore -e spesso del vezzo dell'operatore-
si possono usare diversi tipi di giunta: Giunta testa a testa
o 4 a 4: la pellicola viene tagliata esattamente sulle interlinea dei
fotogrammi e viene giuntata in modo che i due capi non si sovrappongano;
è detta 4 a 4 perché ogni capo di pellicola termina esattamente
con quattro buchetti di perforazione, cioè un intero fotogramma. Giunta 5 a 4: uno dei due capi di pellicola interessati dalla giunta viene
tagliato un buchetto di perforazione dopo l'interlinea, così che
il fotogramma termina con un pezzettino in più: nella giunta i
due lembi di pellicola si sovrappongono di un intero buchetto.
Giunta 4 a 4 sormontata: entrambi i capi di pellicola vengono tagliati
un po' dopo l'interlinea, ma comunque prima del buchetto di perforazione
successivo. I due lembi di pellicola si sormontano nel mezzo creando spessore
sull'interlinea. Dovendo comporre due bobine, corrispondenti a due tempi del film, stabiliremo,
per esempio, che sulla prima bobina dovranno essere montate le prime tre
parti. Per trasferire i rulli di pellicola sulle bobine si utilizza la cosiddetta
bobina smontabile, che ha la particolarità di dividersi in due metà dentro alle quali, una volta richiusa, andrà a
posizionarsi il rullo di pellicola. La bobina smontabile può essere
normalmente usata sull'avvolgifilm. Per procedere al montaggio vero e proprio conviene esaminare i tre rulli
dentro le scatole per vedere se si presentano dalla testa o dai piedi;
se tutte le parti si presentano dallo stesso verso, il montaggio sarà
agevole, nel caso contrario, bisognerà girare all'avvolgifilm le
parti che non si presentano in modo conveniente. Si danno i seguenti casi:
Tutte le parti si
presentano di testa: si prende il rullo n°1 e lo si trasferisce, grazie
alla bobina smontabile, sulla bobina fissa. Poi si mette il rullo n°2
nella bobina smontabile, si giuntano i due capi di pellicola, e anche
il secondo rullo viene trasferito sulla bobina grande. Idem per il rullo
n°3. Si ottiene così una pellicola unica, che si presenta dai
piedi, composta di tre parti tutte montate sulla bobina fissa. Avvolgendo
la pellicola su di un'altra bobina fissa vuota, otterremo il primo tempo
girato dalla testa. Tutte le parti si presentano dai piedi: si trasferisce il rullo n°3
sulla bobina fissa, poi il n°2 e infine il n°1; la bobina del
primo tempo è già completa e dalla parte della testa.
4- Caricamento del film nel proiettore
Il caricamento del
proiettore consiste nel posizionarvi la pellicola facendola passare negli
organi di trascinamento e nello sportello di proiezione. In linea di massima bisogna ricordarsi due regole "generali":
nessun rotismo è inutile e perciò la pellicola, in un caricamento
corretto, dovrebbe impegnarli tutti (fanno eccezione i rulli di alcuni
dispositivi di lettura del sonoro). Altro accorgimento è quello
di caricare il proiettore cercando di non fare mai toccare a terra la
pellicola; quest'ultima, infatti, si carica facilmente di elettricità
statica, attirando corpuscoli di polvere e sporcizia che poi rimangono
irrimediabilmente attaccati ad essa. A proposito di rulli
e rocchetti, una differenza da tenere presente è che, mentre i
rulli dentati sono preposti al trascinamento vero e proprio della pellicola
e sono collegati al motore, gli altri non dentati (rulli folli) girano
liberamente intorno al loro albero e servono soprattutto a guidare la pellicola e a farle cambiare di direzione,
indirizzandola dall'uno all'altro degli organi principali del passaggio - film. In questa sezione
illustreremo un percorso - film tipo, riferito ad un proiettore tradizionale
a bobine verticali; per il passaggio pellicola in particolari modelli
di macchina, rimandiamo ai link qui sotto: PREVOST P55 CINEMECCANICA VICTORIA
5 CINEMECCANICA VICTORIA
8 MANUALE / 70 mm CINEMECCANICA CNR
3-35N (PIATTI) KINOTON KINOTON SENZA CROCE
DI MALTA Il Passaggio -
Film Alloggiamento bobina
nel proiettore Posizionare la bobina
nel porta bobina superiore, inserendone il foro centrale nel perno. La
pellicola deve essere "in testa". L'estremità della pellicola deve poter penzolare verso il basso
dalla parte anteriore della bobina. La colonna sonora si troverà
sulla destra, cioè verso di noi, mentre il lato con l'emulsione
(gelatina) dovrà essere orientato verso la lanterna ovvero verso
la parte posteriore del proiettore. Importantissimo, pena la miserabile caduta della bobina con tutto il film
durante la proiezione, ricordarsi di chiudere il giunto snodabile del
perno del porta-bobina!! Agganciamento film
alla bobina inferiore Tirare verso il basso
il lembo di pellicola fino a portarlo alla bobina inferiore, dove verrà
agganciato sul nucleo. Allo scopo si può usare del nastro adesivo oppure si possono avvolgere
due o tre spire di pellicola intorno al nucleo, finchè non vi rimane
assicurata bene. Svolgimento pellicola Cominciando dall'alto,
far passare la pellicola attorno ai primi rulli del proiettore seguendo
lo schema del passaggio, prelevandola mano a mano dalla bobina superiore
che, svolgendosi, la cederà.Assicurarsi che la pellicola si posizioni
ben al centro della larghezza del rullo e che non vada ad appoggiarsi
su uno dei due bordi. Rocchetto di svolgimento
o debitore superiore Particolare attenzione
va messa nel posizionare la pellicola attorno a questo rocchetto dentato,
preposto al trascinamento (ovvero allo svolgimento) del film dalla bobina
verso il basso. Vi è un pressore, un dispositivo a molla che ha lo scopo di mantenere
la pellicola in una posizione ben aderente ai dentini del rocchetto. Il
pressore deve essere allontanato mentre la pellicola vien fatta passare
attorno al debitore, avendo cura che la perforazione di entrambi i lati
si infili perfettamente nei dentini del rocchetto. A questo punto il pressore
può essere riposizionato in modo che mantenga la pellicola in sede. Riccio superiore Appena uscita dal
rocchetto di svolgimento la pellicola deve essere infilata dentro lo sportello
di proiezione, avendo però cura di farle formare un'ansa detta
riccio o scorta, che ha lo scopo di compensare il moto continuo impresso
dal debitore col moto intermittente che avrà nello sportello. L'operazione di dare sagoma al riccio è in verità un tutt'uno
con l'inserimento della pellicola nello sportello di proiezione: la trattiamo separatamente per ragioni di esposizione. La lunghezza -o diametro- del riccio varia a seconda del proiettore utilizzato,
ma si può indicativamente precisare come una lunghezza di due o
tre fotogrammi. Alcuni modelli di proiettore presentano un ferretto ricurvo fissato sopra
lo sportello che si estende nello spazio al di sopra del riccio. Si tratta di un dispositivo di sicurezza che, sollevandosi, blocca il
proiettore e accende le luci in sala; la sua utilità consiste nel
fatto che, se la pellicola si dovesse rompere o inceppare nello sportello,
il rocchetto di svolgimento continuerebbe a mandarla giù ed essa
quindi si accumulerebbe facendo spostare verso l'alto il ferretto ricurvo. In certi proiettori esistono anche delle "barriere", che hanno
la funzione di indicare che la pellicola non deve passare per la direzione, appunto, interrotta dalla barriera. L'ansa del riccio superiore
non deve quindi essere troppo lunga, ma deve essere fatta in modo da non
toccare mai il ferretto ricurvo né le barriere. E' bene verificare
questo aspetto una volta finito di caricare il proiettore; facendo girare
la manopola del motore a mano, il riccio cresce e decresce ritmicamente.
All'occorrenza è possibile correggere la lunghezza del riccio in
questa fase, riaprendo il pressore del rocchetto di svolgimento e tirando
la pellicola indietro di qualche dentino. Sportello di proiezione
e croce di malta Questa è l'operazione
più delicata e cruciale del caricamento della pellicola nel proiettore. Per prima cosa, bisogna aprire la torretta degli obiettivi facendola girare
sulle sue cerniere, e, analogamente, bisogna aprire lo sportello di proiezione. Verificare quindi che il rocchetto croce di malta si trovi in posizione
di fermo: muovendo la manopola del motore a mano, è possibile notare
che il rocchetto scatta in avanti compiendo un quarto di giro e poi si
blocca in una posizione fissa. Si può verificare che il rocchetto
si trovi in posizione di fermo afferrandolo delicatamente e cercando di
farlo ruotare. Questo accorgimento è molto importante perché,
se la pellicola venisse agganciata al rocchetto in una posizione non di fermo, sicuramente in proiezione si otterrebbe un fuori quadro. Il rocchetto croce di malta ha un suo pressore che, a differenza degli
altri, si mantiene in posizione da solo quando viene aperto. Aprirlo,
dunque, in questa fase. Reggendo la pellicola con la mano sinistra nel punto in cui dovrà
trovarsi l'apice del riccio superiore, bisogna afferrarla al di sotto
dello sportello con la mano destra, facendola aderire al corridoio dello
sportello di proiezione. Questo è il momento della messa in quadro:
bisogna fare in modo che un fotogramma della pellicola, o meglio la forma
rettangolare di un apposito fotogramma della coda di caricamento, coincida
con il finestrino o quadruccio dello sportello di proiezione. Mantenendo la posizione del quadro, far girare la pellicola intorno al
rocchetto croce di malta e controllare che la perforazione sia ben agganciata
ai dentini. Sempre reggendo la pellicola in alto con la mano sinistra, chiudere a
questo punto il pressore della croce di malta, controllare con le dita
della mano destra che la pellicola sia ben dentro al corridoio di proiezione,
quindi chiudere lo sportello. L'operazione di messa in quadro può essere facilitata grazie all'illuminazione
del quadruccio da dietro, con l'apposita luce/quadro oppure aprendo un
poco la bandella e lasciando filtrare un po' di luce dalla lampada. Riccio inferiore
Appena uscita dal
rocchetto croce di malta, la pellicola dovrà formare una nuova
ansa, chiamata riccio inferiore. Nel tragitto tra lo sportello di proiezione e il tamburo lettore del sonoro,
sono disposti alcuni rulli folli che hanno lo scopo di stabilizzare il moto della pellicola, che qui subisce bruschi cambiamenti
di direzione, in vista della lettura della colonna sonora.Conviene formare
il riccio con lo stesso gesto di posizionare la pellicola in questo gruppo
di rulli. Tamburo rotante La pellicola deve
ora passare attorno allo speciale rullone del tamburo rotante, ove avviene
la lettura del sonoro. Anche in questo rullo c'è un pressore, diverso dai precedenti,
più pesante e con due rotelle lisce e metalliche. La pellicola deve aderire all'apposita scanalatura del tamburo; nel riposizionare
il pressore, esso deve ricadere (delicatamente) sui bordi della scanalatura
facendo un bel tintinnio metallico; se le rotelle fanno invece un rumore
sordo, vuol dire che la pellicola si è collocata al di fuori della
sua sede. In uscita dal tamburo la pellicola impegna normalmente l'ammortizzatore,
un dispositivo sempre corredato da rulli; può essere idraulico o meccanico e il suo scopo è quello di compensare irregolarità
nel trascinamento del film e "strattoni" che possono derivare dal passaggio di giunte. L'ammortizzatore ha sempre un "gioco" tra due posizioni (alto/basso
o destra/sinistra), perciò lavora bene se, in condizioni normali,
a pellicola in macchina, si viene a trovare in posizione mediana tra i
due punti estremi della sua possibilità di escursione. Rocchetto raccoglitore
o debitore inferiore Queso rocchetto ha
una funzione e una forma analoghe al rocchetto di svolgimento. Si tratta
di un rocchetto dentato che trascina la pellicola verso la bobina inferiore
sulla quale si raccoglie il film già proiettato. Anche qui c'è un pressore che va aperto e rilasciato avendo cura
che non schiacci la pellicola. La bobina inferiore Deve essere posizionata
sul perno esattamente come la superiore, avendo cura di chiudere il giunto
snodabile. Nelle operazioni finali del caricamento in macchina della pellicola, la
bobina inferiore viene fatta ruotare per mettere in tensione il film,
di modo che non vi siano strappi o "tironi" alla partenza del
motore. Fonte
www.proiezionisti.com
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