Alla cortese attenzione del direttore Antonello De Pierro.
Colgo l'occasione per ricordare la mia adesione a qualunque campagna del passato, del presente e del futuro, per l'abolizione della pena di morte nel mondo. Ora si presta attenzione a questa ancora in molte nazioni diffusa barbara e ancestrale legge del taglione in quanto un uomo importante, pur sempre un Capo di Stato, seppure sanguinario criminale tiranno, ha una volta tanto pagato con la vita il prezzo della dittatura che opprime e assassina il suo stesso popolo. Personalmente, l'avrei messo ai lavori forzati 12 ore al giorno per tutta la vita che gli avrei augurato lunga e operosa. Si dimenticano, di fronte alla sorte dell'uomo importante, tutti coloro che ogni giorno vengono condannati a morte in molti paesi del mondo per reati di scarsa rilevanza, come accade in Cina, e in molti paesi di fede islamica, senza contare coloro che salgono sul patibolo per motivi politici, o semplicemente perchŠ si ribellano alla tirannide, da soli, coraggiosissimi sconosciuti che si espongono per la libert… di tutti, tra masse succubi, passive e obbedienti ai tiranni. A proposito, pu• darsi che serva ancora a qualcosa, la morte di Saddam, vittima delle stesse leggi autoritarie e con effetto mortale da lui emanate: se fossi un tiranno, abolirei immediatamente la pena di morte, solo osservando per un minuto la Storia umana, che Š cos mutevole, imprevedibile, impredicibile, e rivoluzionaria... la forca Š bella finchŠ ci vanno i nostri nemici... e cos siamo strenui difensori della pena di morte, ma se un domani, per un qualsivoglia scherzo del sestino toccasse anche a noi? Non si sa mai, ed Š sempre meglio essere tanto prudenti quanto previdenti...

Francesco Martin, cittadino europeo