Nella sola settimana di Natale è la terza vittima della caccia in Toscana

 

 

Era andato a spasso in campagna. Lo hanno trovato morto nel bosco, ucciso da una rosa di pallini che è stata sparata da un fucile da caccia e lo ha raggiunto al costato.

La prima ipotesi fatta dagli investigatori è che Paolo Tambini, 51 anni, veterinario di Capannoli in provincia di Pisa, sia stato colpito accidentalmente da un cacciatore che l´avrebbe scambiato per una preda e che, dopo avergli sparato, sarebbe scappato lasciandolo morire.
Tambini è così la terza vittima in Toscana di incidenti di caccia nella sola settimana di Natale, la seconda non soccorsa tempestivamente. Numeri pesanti e circostanze gravi. Che alimentano le polemiche scatenate da chi è contrario alla caccia e chiede regole nuove. Il condizionale sulle modalità della morte di Tambini è d´obbligo: allo sparo fatale non avrebbero assistito testimoni e lugubri precedenti - quando si è cercato di spacciare per incidenti di caccia quelli che invece erano omicidi volontari - inducono alla prudenza.
Fanno però pensare all´incidente, aggravato dalla fuga dello sparatore, molte cose, a cominciare dalla personalità della vittima. Paolo Tambini era stimato come un professionista di alto profilo, un medico veterinario d´avanguardia, specializzato in agricoltura biologica e in omeopatia, un´autorità nel suo campo tanto da avere avuto incarichi e di consulenza tra cui una docenza alla facoltà di agraria dell´università di Firenze e una collaborazione col Parco di San Rossore. Amava la campagna. E sabato mattina ha lasciato la sua abitazione di Capannoli dicendo alla moglie che sarebbe andato a cercare funghi. Ha posteggiato l´auto ai margini di un bosco e si è addentrato nel fitto della vegetazione.
Quando, a metà giornata, Tambini non è tornato a casa, la moglie, preoccupata, ha dato l´allarme. Sono iniziate le ricerche del veterinario alle quali hanno partecipato forze dell´ordine e volontari. Ricerche inutili per molte ore. Quando ormai si temeva di dover sospendere la battuta fino al mattino successivo, la drammatica scoperta nel fitto di un bosco a San Pietro in Belvedere, all´interno di una riserva di caccia nella tenuta appartenuta ad un nobile toscano, non lontano da dove il professionista aveva lasciato la vettura. Poco prima di mezzanotte il corpo del medico veterinario è stato trovato riverso su un fianco. Evidente la ferita al costato sotto un´ascella provocata da una rosa di pallini. Probabile la morte per dissanguamento, che potrà però confermare solo l´autopsia. A quel punto è iniziata la caccia all´uomo che ha sparato e non ha soccorso il medico. Già pronta la contestazione a suo carico: omicidio colposo e omissione di soccorso (sarà semmai lui a doversi discolpare e a dimostrare di non essersi accorto che la sua fucilata aveva colpito un uomo). Martedì della scorsa settimana, il 23 dicembre, il primo dei tre incidenti di caccia che hanno segnato la settimana di Natale. Nel Parco nazionale delle foreste Casentinesi, un uomo di 72 anni ha ucciso per sbaglio il compagno di caccia ed è stato poi arrestato dai carabinieri con le accuse di omicidio colposo, omissione di soccorso e caccia di frodo.
Dopo l´incidente, lo sparatore - probabilmente preoccupato perché quel giorno la caccia era vietata perché il martedì è giorno di silenzio venatorio - avrebbe perso tempo prezioso e invece di chiamare subito i soccorsi avrebbe telefonato ad alcuni amici per chiedere consiglio su cosa fare. Poche ore dopo aver disposto la custodia cautelare in carcere, il pm Roberto Rossi ha comunque concesso all´anziano gli arresti domiciliari ai quali si trova tuttora. La vittima è un uomo di 59 anni, Remo Bernardini, ex orafo e ristoratore a Palazzuolo di Monte Savano. Un altro incidente mortale di caccia si è verificato la mattina di Natale.
Un uomo di 74 anni, Bruno Celli, fiorentino, è stato ucciso da un colpo di fucile esploso accidentalmente dal nipote durante una battuta di caccia al cinghiale. L´incidente è avvenuto nei boschi di Castel San Niccolò. Il giovane sparatore, 30 anni, è stato denunciato per omicidio colposo.

 

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