Sembra reggere la tregua nella Striscia di Gaza (se si fa eccezione per qualche isolato incidente) mentre prosegue il ritiro graduale delle truppe israeliane che potrebbe essere completato con l'ingresso alla Casa Bianca di Barack Obama o poco dopo

 

Sul posto sono da registrare sentimenti di sgomento e di ira per le reazioni del segretario generale dell'Onu Ban Ki-moon davanti alle rovine causate dalle forze armate israeliane nella Striscia di Gaza.

 Ban Ki-moon, che è stato il primo alto esponente della comunità internazionale a entrarvi dalla presa del potere con la forza del movimento islamico radicale Hamas, ha voluto constatare l'entità dei danni subiti dalla popolazione locale e ha visitato gli impianti dell'Unrwa, l'agenzia dell'Onu per i rifugiati palestinesi.

Ma questo raid ricognitivo non è piaciuto nei circoli di governo israeliani perché è avvenuto mentre Gaza è ancora sotto il governo di Hamas, nei cui confronti è in atto un isolamento internazionale. Hamas respinge le condizioni poste dal Quartetto per l'apertura di un dialogo: rinuncia alla violenza, riconoscimento di Israele e degli accordi con questo conclusi dai palestinesi.

Il segretario generale si è lungo soffermato davanti a una scuola dell'Onu che durante i combattimenti è stata colpita da proiettili israeliani che vi hanno provocato una strage. E non ha certo taciuto: «I responsabili dei bombardamenti contro gli edifici dell'Onu a Gaza dovranno renderne conto». Ban ha, quindi, affermato che è necessaria «un'inchiesta approfondita» e «una spiegazione completa» sugli episodi più gravi, affinché essi «non si ripetano mai più» in nessuna parte del mondo.

Peraltro, Ban Ki-moon ha anche espresso una dura condanna degli indiscriminati lanci di razzi dei miliziani palestinesi di Hamas contro la popolazione civile israeliana nel sud, dove ha visitato la città di Sderot, definendoli «spaventosi e intollerabili» e in violazione delle fondamentali leggi umanitarie.

Secondo le autorità di Gaza durante i bombardamenti della Operazione Piombo Fuso sono andate completamente distrutte 5.000 case, nonché 20 moschee e 16 edifici ministeriali. Altre 20mila abitazioni risultano essere danneggiate. Il premier israeliano Ehud Olmert ha attribuito la responsabilità dei danni ad Hamas. «Proprio Hamas - ha detto Olmert a Frattini - ha la piena responsabilità di quelle distruzioni e dei danni inferti agli innocenti».

Dal canto suo, Ban ha insistito sulla necessità di porre fine alle divisioni tra i palestinesi e ha esortato Al Fatah e Hamas - le due principali organizzazioni palestinesi tra loro nemiche - «a riunirsi in seno alla legittima Autorità palestinese». Il premier Olmert, che ieri mattina ha ricevuto, il segretario generale, ha ribadito che lo sforzo internazionale di ricostruzione di Gaza dovrà essere attuato in modo da evitare che Hamas ne possa ricavare la benché minima legittimità.

 

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