Il presidente dell’Italia dei Diritti auspica sanzioni adeguate e attiva il responsabile ligure del movimento Maurizio Ferraioli

 

 

Roma – Un sentimento di sconforto ha colpito il presidente del movimento Italia dei Diritti Antonello De Pierro alla notizia dell’inchiesta scattata nei confronti dei 25 poliziotti genovesi trafficanti di droga e organizzatori di bische e festini.

 Un’autentica organizzazione criminale oscurata dal fascino della divisa sempre pronto ad allontanare ogni ombra di sospetto.
I servitori dello Stato in questione, infatti, avevano pensato bene di alleggerire le ordinarie e sempre adempiute ore lavorative con audaci incontri notturni con prostitute, transessuali e fiume di polvere bianca presso circoli per anziani. Insomma poliziotti di giorno e malfattori di notte. O meglio poliziotti- malviventi, dato che, grazie agli armamenti ufficiali e non che custodivano gelosamente in casa, si incaricavano di scortare i pusher nei loro pericolosi spostamenti. Il tutto accompagnato presumibilmente da una rete di connivenze legate tra loro da un leit motiv a dir poco scontato, vale a dire la semplice condivisione del consumo di droga.
E proprio nel momento in cui c’è una forte richiesta a livello nazionale di più forze dell’ordine sul territorio al fine di tutelare la sicurezza e l’incolumità dei cittadini, in un’epoca storica oltretutto in cui la dignità di queste è minata al cuore da provvedimenti inusuali, come ad esempio le famose ronde cittadine, tutto ciò va a minare il buon nome della Polizia di Stato e va inficiare quello che è il senso di appartenenza al corpo.
“Mi auguro - dice De Pierro - che le eventuali responsabilità vengano accertate il prima possibile e vengano presto presi i provvedimenti sanzionatori necessari. Bisogna usare il pugno duro nel perseguire i reati commessi”.
Intanto il presidente del movimento Italia dei Diritti ha immediatamente attivato il responsabile per la Liguria Maurizio Ferraioli al fine di monitorare la questione più da vicino.
“Un plauso alla Magistratura e alle forze dell’ordine per aver in breve tempo fatto un servizio di pulizia sul territorio” dichiara Ferraioli. “Ritengo che quei dipendenti delle forze dell’ordine che si siano trovati a macchiarsi di simili reati, quali lo spaccio di stupefacenti - dice - vanno sicuramente puniti in maniera esemplare anche in considerazione del fatto che non erano semplici cittadini ma servitori dello Stato”. Poi aggiunge: “Siamo vicini alla stragrande maggioranza di coloro che quotidianamente svolgono il loro lavoro , mettendo spesso a rischio la loro vita per prevenire, arginare e reprimere il fenomeno del traffico degli stupefacenti e tutto quello che esso genera all’interno della società civile”.