Il presidente del movimento Italia dei Diritti: “La mannaia censoria è sempre in agguato quando le teste pensanti minacciano di risvegliare le coscienze intorpidite”

 

 

Roma - “Ancora una volta sono costretto a chiamare questo esecutivo con il suo vero nome, ‘Regime’ ”.

Questo il lapidario commento di Antonello De Pierro, presidente del movimento Italia dei Diritti, sulla sospensione della messa in onda dell’intervista a Beatrice Borromeo e Vauro Senesi, rilasciata al programma “L’Era Glaciale” di Daria Bignardi. Non sarà possibile assistere alla puntata prima delle elezioni per decisione del direttore di RaiDue Antonio Marano, secondo cui i due ospiti avrebbero affrontato questioni politiche in periodo elettorale senza contraddittorio. “ E non mi si venga a dire - ha continuato De Pierro - che ho usato un termine antiquato e anacronistico, perché il mio non è un parallelismo con il fascismo, frutto di un ideale insano che ormai ha fatto il suo tempo. Questo è un regime mediatico, moderno, ma sempre pronto a marciare con i cingoli sulle fondamenta della democrazia. In genere quando avviene un colpo di Stato, i fautori cercano sempre di impossessarsi del Parlamento e delle televisioni, noi questo pericolo non lo corriamo. Questo Governo le televisioni le possiede già. E non c’è bisogno di manganelli, olio di ricino e squadracce, anche se di tanto in tanto qualche rigurgito reazionario ce le ripresenta nel tessuto sociale con le loro spettrali sembianze. Gli stessi risultati sulla mente dell’ignara popolazione sono ottenuti semplicemente con il bombardamento mediatico che fa leva sull’assoluta stupidità, incapacità critica e memoria corta di un’amplissima fetta di italiani. Quando invece si teme che qualche fervida mente pensante possa risvegliare dal torpore delle coscienze qualcuno un po’ più arguto, allora si mette in atto con abilità la mannaia della censura. Mi fa sorridere che Antonio Marano dichiari di non avervi mai fatto ricorso in vita sua. Certamente gli italiani, ben addomesticati da televisioni manipolate e Tg abusivi, difficilmente ricorderanno la grave epurazione di Massimo Fini e quella ancor più assurda ai danni di Francesco Paolantoni, entrambe su ordine di Marano. In quest’ultimo caso il direttore di Rai Due, quando visionò il programma del comico napoletano prima di essere trasmesso, si accorse di una pericolosa malattia che aveva colpito l’attore fin dalla nascita, cioè quella di essere partenopeo. Sembra proprio che la giustificazione sia stata quella di non poter affidare il programma a un napoletano, perché lo stesso Marano era stato, parole sue, ‘messo lì dalla Lega’. La trasmissione fu poi affidata al padano doc Daniele Bossari e fece un flop colossale negli ascolti. Però almeno la purezza della razza padana era stata preservata. Mi auguro che questa panzana di essere totalmente estraneo a meccanismi censori sia ritirata, perchè alla luce di questi fatti sembra proprio che il direttore sia particolarmente avvezzo a questa pratica. In special modo quando intravede il pericolo che trapeli anche il minimo barlume di autenticità che rischi di far vacillare il potere di una banda di ‘ladri’ di democrazia”.