Confessa il cliente: "L'ho spinta ed ha battuto la testa contro lo spigolo di un mobile". Arrestato mentre preparava le valigie per scappare. Omicidio preterintenzionale

 

ROMA - Non c'è né gelosia né un amore rifiutato dietro il delitto di ieri sera ad Ariccia, in un hotel alla perferia di Roma.

Laura Tanasie Izabela, era una prostituta romena di 25 anni, e il suo assassino un cliente occasionale, un operaio appena più giovane di lei. Avevano pattuito un prezzo ma lei voleva più soldi e alla fine della lite, il ragazzone di Genzano l'ha sbattuta contro lo spigolo di un mobile.
Le prime ipotesi per spiegare l'omicidio erano sbagliate. Come pure la causa della morte: Laura non è stata sgozzata come sembrava subito dopo il ritrovamento del cadavere, ma per un trauma cranico. Il coltello che la polizia le ha trovato vicino al corpo, era suo, un coltello a serramanico che portava in borsa per proteggersi dai clienti violenti. Ha confessato tutto l'operaio arrestato. Cinque ore di domande nella notte, dalle 11 di sera alle 4 del mattino, poi la verità.
Si erano incontrati lungo una strada a Santa Palomba. Pare già un'altra volta si fossero appartati in una traversa isolata. Ma ieri l'operaio aveva appena ritirato il suo stipendio, 1.200 euro, ed ha accettato di andare in un posto più tranquillo, un albergo, l'hotel tre stelle California in via Quarto Negroni ad Ariccia. Sono entrati alle due del pomeriggio, ma alle 19 il ragazzo è uscito da solo dall'albergo senza neppure salutare. Un comportamento che ha sorpreso il proprietario e lo ha spinto ad aprire la stanza. Dietro la porta del bagno, seduta con la schiena poggiata al muro, un coltello sulle gambe, il collo sporco di sangue, c'era la giovane prostituta morta.
Grazie alle generalità lasciate dall'operaio alla reception, la polizia ha scoperto facilmente il suo assassino. Era a casa: stava preparando le valigie per fuggire. Giura che non voleva ucciderla, che lei lo stava minacciando con il coltello preso dalla borsetta per avere altri soldi e nella lite lui l'ha spinta. Poi neppure si è accorto che era morta. Ha pensato avesse perso coscienza per la botta contro lo spigolo del comodino. L'ha trascinata nel bagno, ha pulito le macchie di sangue ed è fuggito. Ora è rinchiuso nel carcere di Velletri con l'accusa di omicidio preterintenzionale.

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