Il presidente dell’Italia dei Diritti::“Pretendiamo una risposta dal sindaco Alemanno. La nostra battaglia andrà comunque avanti”


Roma – Continua la protesta del leader dell’Italia dei Diritti, Antonello De Pierro, contro la corruzione dei vigili urbani e dei dipendenti degli uffici tecnici comunali, fenomeno per la cui risoluzione il movimento chiede una rotazione triennale intermunicipale del personale. Il presidente, incatenatosi dinanzi alla sede del Municipio di Ostia, è ancora in attesa dell’apertura di un tavolo di confronto con gli organi competenti per evitare che politiche collusive possano in qualche modo interagire col alcuni appartenenti al corpo di polizia municipale e agli uffici predetti.

 

“Il silenzio non fermerà la nostra causa. Chiedo un incontro per parlare del tema del trasferimento dei vigili, per evitare i continui tentativi di corruzione e concussione che ledono l’art. 97 della Costituzione Italiana secondo cui si garantisce l’imparzialità e la trasparenza nell’espletamento della funzione amministrativa”, ribadisce De Pierro.

L’iniziativa, portata avanti dal movimento nato a difesa e tutela dei cittadini, vuole sollevare all’attenzione dell’opinione pubblica un problema reale e tangibile, alla luce delle troppe denunce pervenute. “Chiediamo che ogni tre anni vi sia una rotazione intermunicipale dei vigili urbani e degli impiegati delle U.O.T. dei Municipi per assicurare la massima trasparenza e legalità nello svolgimento delle funzioni pubbliche e per evitare omissioni e illeciti durante l’espletamento dei compiti d’istituto”, continua De Pierro.

Nonostante gli innumerevoli incatenamenti passati, la raccolta di 30.000 firme e un gruppo di circa 4.000 persone sul social network Facebook, il problema sembra non interessare né al sindaco Alemanno né all’assessore al Personale, Enrico Cavallari a cui il primo cittadino aveva demandato la risoluzione. Per questo motivo il presidente De Pierro annuncia altri incatenamenti “non escludendo, in caso di persistenza di silenzio e immobilismo, di ricorrere a forme più radicali di lotta non violenta, per sradicare un malcostume che lede i diritti dei cittadini e scredita l’immagine dell’intero apparato degli uffici comunali”.