Il presidente dell’Italia dei Diritti: “Sarebbe davvero auspicabile un chiarimento per poter condurre un’ottima campagna elettorale, tra l’altro sotto i colori di un partito che non può permettersi simili macchie”


Roma – Giuliano Pisapia, 61enne milanese, poco più di una settimana fa è stato designato come esponente del centrosinistra per sfidare alle prossime elezioni comunali della primavera 2011 il sindaco uscente Letizia Moratti, riproposta dal PdL, per la carica di primo cittadino del capoluogo meneghino. Infatti, il noto avvocato e politico, lo scorso 14 novembre, sostenuto da Sinistra Ecologia Libertà di Nichi Vendola, ha vinto le primarie di coalizione con il 45,36% dei consensi, battendo tra gli altri Stefano Boeri, il candidato appoggiato dal PD, che si è fermato al 40% delle preferenze.

 

Ma un episodio del passato adombra una spiacevole macchia sul celebre penalista che, quando era parlamentare di Rifondazione Comunista, nel lontano 1999, votò contro l’autorizzazione all’arresto di Marcello Dell’Utri per calunnia aggravata, avanzata alla Camera dalla Procura di Palermo. Infatti, il 31 dicembre 1998, l’allora deputato di Forza Italia, venne sorpreso da uomini della Dia sul litorale di Rimini mentre incontrava un falso pentito, Giuseppe Chiofalo, per organizzare un complotto contro i veri pentiti che lo accusavano. Questo, sempre secondo la Procura siciliana, era un chiaro tentativo di depistaggio. A Montecitorio si gridò all’accanimento giudiziario contro Dell’Utri. Il centrodestra, tranne la Lega, votò compatto contro l’autorizzazione, e in tal senso si pronunciarono anche numerosi esponenti del centrosinistra, tra i quali appunto Pisapia, contribuendo così a salvare dalle manette il braccio destro di Berlusconi, che per soli 11 voti la fece franca.

 

“Il nostro sostegno a Giuliano Pisapia come aspirante sindaco di Milano è con un po’ di riserva, in quanto questo episodio, che ancora non riesco a spiegarmi, getta qualche ombra, almeno per quanto mi riguarda, sulla sua carriera impeccabile e luminosa. Mi piacerebbe che il prossimo candidato per il centrosinistra a Palazzo Marino chiarisca questa vicenda, che per gran parte di coloro che andranno a introdurre il proprio voto nell’urna elettorale appartiene ad un passato inesistente, o almeno caduto nell’oblio”. Parole di Antonello De Pierro, leader dell’Italia dei Diritti, il quale in tal modo chiede che sia fatta piena luce su una incresciosa situazione che coinvolge l’ex deputato comunista.

 

Secondo il presidente dell’organizzazione extraparlamentare per la tutela e i diritti dei cittadini “sarebbe davvero auspicabile un chiarimento per poter condurre un’ottima campagna elettorale, tra l’altro sotto i colori di un partito che non può permettersi simili macchie. Tanto più che attualmente in Sel, visto da molti italiani come il partito della speranza, milita un altro deputato che all’epoca votò contro tale arresto, ovvero Paolo Cento. Ci auguriamo – ribadisce a gran voce il massimo esponente dell’IdD – che l’eventuale giustificazione addotta sia il più esaustiva possibile per permetterci di valutare con serenità a chi affidare il nostro appoggio, anche perché è probabile che suggeriremo il nome un nostro rappresentante per la futura squadra di governo al Comune di Milano”.

 

Entrando nel merito politico della vicenda, De Pierro analizza anche le possibili conseguenze negative di quella votazione di Montecitorio: “Non si può tralasciare, come se nulla fosse successo, un episodio che all’epoca pose Dell’Utri al di sopra della legge – dice ancora –, quando invece qualsiasi altro italiano sarebbe subito finito in manette. Va ricordato che, secondo la Procura di Palermo, se tale depistaggio fosse andato a buon fine si sarebbero messe in dubbio non solo le accuse dei pentiti nei confronti del parlamentare berlusconiano, ma anche tutti i risultati ottenuti contro l’intero vertice di Cosa Nostra, che fu condannato in modo esemplare grazie a quei pentiti che accusavano proprio Dell’Utri. Inoltre, è stato lo stesso senatore del PdL, attualmente ancora in carica nonostante la condanna di secondo grado per concorso esterno in associazione mafiosa, a dichiarare recentemente di essere entrato in politica ‘per legittima difesa’ dalle accuse dei giudici”.

 

Infine, il numero uno del movimento nazionale rivolge il suo augurio, chiamando in causa esplicitamente Pisapia: “Era doveroso ricordare tale episodio per rigore di verità e, una volta che il diretto interessato avrà offerto valide spiegazioni, gli auguro una vittoriosa campagna elettorale che potrà condurre anche col nostro sostegno”.