chris robert ryDtcapIas unsplashIn Italia il mercato degli affitti brevi è in costante crescita negli ultimi anni. Stando ai dati sono circa 650 mila le case presenti sulle piattaforme online e disponibili ad essere affittate per brevi permanenze. Secondo quanto dichiara Federalberghi, questo mercato che vale 11 miliardi di euro all'anno. Numeri sorprendenti anche per i possibili guadagni, visto che per una stanza a Milano o Roma si arriva a spendere fino a 700 euro.
In questo caos entra però in gioco anche la necessità della trasparenza, soprattutto per quanto riguarda il fisco e la gestione delle prenotazioni in base a quanto stabiliscono le norme. Il governo Meloni chiede quindi una stretta normativa sulle case vacanza e gli affitti brevi per tutelare tutte le attività turistiche e lavorare su una legge che tenga conto delle specificità del paese. Gli affitti brevi sono infatti molto utili nei piccoli borghi o nelle città minori per far fronte alla mancanza di strutture ricettive. Se però la concorrenza diventa al limite del legale si crea un problema per gli operatori turistici.
Bisogna infatti tenere conto che per alcuni questa attività diventa un vero e proprio lavoro e in quanto tale, va denunciato correttamente all'Agenzia delle Entrate, con il conseguente adeguamento nel pagare i contributi dovuti. Se aumentano in maniera incontrollata gli affitti brevi, il rischio è di compromettere il mercato degli affitti standard. Vediamo quali sono le norme che regolano le attività delle case vacanza e degli affitti brevi e quando si definisce attività di impresa. 

 

Affitti brevi in Italia: le norme
Per affitto breve si intende la locazione di un immobile per un massimo di 30 giorni. Questa tipologia di locazione non prevede la registrazione del contratto all'Agenzia delle Entrate. C'è tuttavia una specifica normativa da seguire per sapere come gestire questi tipi di contratti, anche a livello fiscale. 

La legge di riferimento è la DL 50 del 24 Aprile del 2017 che stabilisce che il contratto tra il locatore e il locatario non costituisce un'attività di impresa, ma il contratto deve includere servizi aggiuntivi come il cambio delle lenzuola, la pulizia, l'utilizzo del telefono e della connessione.
Se il proprietario gestisce personalmente l'attività, con pubblicazione autonoma delle inserzioni, dovrà versare l'imposta sul canone percepito; se invece affida il servizio a un intermediario è sottoposto ad una ritenuta d'acconto del 21%. Il proprietario può affittare una singola unità all'interno dell'immobile o anche solo una stanza per periodi inferiori a 30 giorni.

A queste disposizioni generali sono seguiti ulteriori provvedimenti per disciplinare la materia. Con il provvedimento 86984/2022 del 17 Marzo 2022 l'Agenzia delle Entrate ad esempio ha imposto agli intermediari di comunicare i dati catastali dell'immobile e l'obbligo di trattenuta fiscale del 21% da parte dei portali online.
Bisogna tuttavia fare molta attenzione a valutare quando l'attività diventa un'attività imprenditoriale e consultare anche alcune specificità regionali. Alcune regioni d'Italia hanno creato un sistema proprio di tracciamento attraverso un codice obbligatorio. Parliamo di Lombardia, Campania, Piemonte, Puglia e Veneto. 

 

Affitti brevi: quando si definisce attività d'impresa

L'attività di gestione delle case vacanza e degli affitti brevi, soprattutto nel caso di attività d'impresa, richiede degli investimenti per renderla efficiente e appetibile ai potenziali utenti. Conviene dunque affidarsi ad un servizio di ristrutturazione casa chiavi in mano, come quello offerto da Bassetti Home Innovation, per poter trarre il massimo dei benefici e renderla ancor più redditizia. Secondo le modifiche disposte dalla Legge di Bilancio 2021, viene ritenuta attività d'impresa la gestione di servizi di locazione superiore a 4 unità immobiliari. Di conseguenza, per presentare la dichiarazione dei redditi, non si dovrà usare il modello 730 ma quello destinato ai redditi delle persone fisiche.