Lunedi 8 febbraio un approfondimento sugli affreschi in Sant'Andrea della Valle

Mattia Preti La guarigione dellindemoniato secondo il vangelo di Matteo 17 14 184 o

Tenuto conto del grande successo di pubblico e di critica, la mostra "Mattia Preti: un giovane nella Roma dopo Caravaggio", ideata da Giorgio Leone e allestita nella splendida cornice della Galleria Nazionale d’Arte Antica in Palazzo Corsini a Roma, è stata prorogata sino al 15 febbraio 2016. In concomitanza con l'esposizione prosegue anche il ciclo di conferenze “Incontri con Mattia Preti”, che approfondisce la vita e l’arte del celebre pittore calabrese, nonché la sua singolare tecnica esecutiva.


Gli incontri, tenuti da autorevoli storici dell’arte, affrontano da diverse prospettive i problemi connessi alla giovinezza del pittore, alla sua formazione e alla situazione artistica romana della prima metà del Seicento. Un’occasione unica per fare luce sugli aspetti ancora poco chiari della vicenda artistica di uno dei maggiori esponenti dell’arte italiana del Seicento.


L’8 febbraio 2016, Alessandro Cosma, Carlo Giantomassi e Donatella Zari terranno una conferenza dedicata ai tre monumentali affreschi realizzati da Mattia Preti nell’abside della chiesa dei Teatini di Sant’Andrea della Valle.

Si tratta del primo ciclo pubblico commissionato a Preti nella città papale, in cui il pittore dovette confrontarsi direttamente con gli affreschi di Domenichino e di Lanfranco eseguiti alcuni anni prima nella cupola e nella volta dell’abside. I tre grandi affreschi del Cavaliere Calabrese, dedicati al martirio di Sant’Andrea, vennero inaugurati l’8 aprile 1651 «con molto applause universale», sebbene non mancarono anche alcune critiche all’artista motivate dal difficile confronto con i grandi maestri che lo avevano preceduto e che, secondo le fonti, costrinsero Mattia Preti a intervenire nuovamente per modificarli.
Alessandro Cosma affronterà quindi la genesi e la storia degli affreschi di Mattia Preti sulle pareti dell’abside e ne approfondirà il programma iconografico analizzando le singole scene e la complessa relazione che le lega a quelle dipinte da Domenichino circa trent’anni prima sulla volta. Carlo Giantomassi e Donatella Zari, che tra il 1993 e il 1995 hanno condotto il restauro dell’intera abside di Sant’Andrea della Valle, presenteranno invece i risultati emersi durante
il cantiere, analizzando la particolare tecnica usata da Mattia Preti per affrontare per la prima volta una grande composizione ad affresco e la sua rapida maturazione nel corso del lavoro.

Introdurrà l'incontro Flaminia Gennari Santori, direttore delle Gallerie Nazionali di arte antica di Roma.

Alessandro Cosma, storico dell’arte, lavora per le Gallerie Nazionali d’Arte Antica di Roma ed insegna Iconografia e Iconologia presso la Sapienza, Università di Roma. Curatore del progetto Imago Augustini, il corpus dell’iconografia di sant’Agostino dal V al XVIII, è docente presso presso il Master Augustinian Studies and Spirituality dell’Institutum Patristicum Augustinianum. Ha partecipato a convegni nazionali e internazionali e pubblicato numerosi contributi dedicati all’arte dal Trecento al Seicento. Ha collaborato all’organizzazione della mostra su Mattia Preti attualmente in corso presso le Gallerie Nazionali d’Arte Antica di Roma e dedicato vari studi al pittore calabrese.

Carlo Giantomassi e Donatella Zari, hanno eseguito restauri per Soprintendenze e Musei in gran parte d’Italia e per Enti Internazionali (ICCROM, UNESCO, UNDP) o Organizzazioni no–profit. Tra i loro numerosi e prestigiosi interventi si ricordano quelli sugli affreschi di Cavallini a Roma, di Giotto ad Assisi e Padova, di Beato Angelico in Vaticano, di Mantegna a Padova e di Annibale Carracci a Palazzo Farnese a Roma, oltre a numerose missioni estere (Etiopia, Thailandia, Myanmar, Tibet, India, Cina, Turchia, Colombia, Libano, Kosovo, Macedonia, Serbia, Egitto, Algeria, Iraq, Afghanistan e Sudan) dove svolgono anche attività didattica per restauratori locali attraverso corsi teorici e cantieri scuola. Collaborano inoltre con varie facoltà universitarie italiane ed estere attraverso seminari e conferenze. Hanno pubblicato numerosi contributi sulla tecnica pittorica e sul restauro, e ottenuto premi e riconoscimenti per la loro attività, tra cui un dottorato honoris causa dell’Università di Friburgo (CH) nel 2015 per l’impegno lavorativo e didattico in zone di conflitto come Kosovo, Afghanistan e Iraq, con maestranze locali anche di etnie contrapposte.

I prossimi incontri di approfondimento sulla pittura di Mattia Preti, curati da Giorgio Leone, ideatore della mostra, si terranno lunedi 15 e lunedi 22 febbraio.