Martedì 6 marzo 2012 al Teatro dell' Orologio di Roma, si è tenuta la prima un interessante e coinvolgente spettacolo, incentrato su temi di estrema attualità e forte impatto sociale, dal titolo “Assolo contro la 'ndrangheta” , opera di Enrico Bernard diretta da Virginia Barret ed abilmente interpretata da Alex Pascoli e Melania Fiore , con la partecipazione straordinaria di Alma Manera .

Scopo indiscusso della rappresentazione è quello di mostrare, in maniera inequivocabile, la delicata situazione in cui si trovano tutti quei cronisti di provincia che svolgono efficientemente il loro mestiere, all'insegna della coraggiosa ricerca di quella verità che consenta di denunciare gli stessi orribili soprusi che, troppo spesso, ci ritroviamo a leggere sulla cronaca delle più svariate testate giornalistiche unicamente per via delle raccapriccianti ritorsioni di cui questi sono vittime.

Solo in Italia, infatti, oggi sono oltre trecento i giornalisti che si occupano di divulgare notizie sul grave fenomeno mafioso, bersaglio di continue minacce ed intimidazioni sia da parte della malavita settentrionale che meridionale. Questo si prospetta come un dato davvero allarmante essendo, senza dubbio, indice di quanto la 'ndrangheta abbia fatto un impressionante salto di qualità territoriale e culturale, evolvendosi a tal punto da trasformare un iniziale problema regionalistico in un attuale, drammatico, problema sovranazionale.

E poiché la guerra contro le mafie del nord e del sud Italia non può essere combattuta ignorando la dura realtà dei fatti, il Paese necessita di strumenti di informazione che consentano a chiunque di conoscere il reale andamento del tragico fenomeno mafioso, per questo è indispensabile che il Governo tuteli in ogni modo possibile chi si adopera per combattere la criminalità sotto qualsiasi forma, anche quella giornalistica.

Non è un mistero, del resto, che nel momento stesso in cui un operatore dell'informazione decide di occuparsi di 'ndrangheta a tempo indeterminato sicuramente, di riflesso, la delinquenza di interesserà a lui.

Sulla base di queste considerazioni muove il lavoro di Enrico Bernard, già autore di varie inchieste per “Paese Sera” su problematiche relative a mafia e massoneria.

L'opera è unica nel suo genere. Non esistono, infatti, nel panorama teatrale, testi di approfondimento relativi a un fenomeno così fortemente attuale.

Il protagonista dedica la sua vita alla ricerca degli assassini del padre, vittima della 'ndrangheda. Costretto a una vita “blindata”, sotto l'occhio vigile della polizia da una parte e quello della criminalità dall'altra, stringe i denti e tira dritto per la sua strada, finendo però per distruggere i suoi affetti, la sua privacy: la moglie non esiterà a prendere una decisione dolorosa ma liberatoria.

Testo, dunque, forte, che vuole mantenere costante l'attenzione di tutti verso problemi odierni perché si rifletta su quanti addetti ai lavori rischiano sulla propria pelle e quella dei loro cari con la sola colpa di voler dar voce alla verità.

Prima dello spettacolo, che affronta con ritmo scorrevole un argomento di per sé “impegnativo”, l' Onorevole Coscioni ha parlato del recente caso dei due marò italiani Massimiliano La Torre e Salvatore Girone, arrestati in India perché accusati di aver ucciso due pescatori in acque internazionali e nei confronti dei quali il Governo italiano ha espresso vivissima preoccupazione.

Particolarmente apprezzata la performance della protagonista femminile Melania Fiore che ha regalato alla platea brividi e grandi emozioni con un'interpretazione molto intensa, ricca di partecipazione.

In prima fila, tra gli altri, la showgirl Maria Monsé , il noto press-agent Andrea Lamia e la giornalista parlamentare Mara Keplero .