Il centro storico romano ucciso da rigidi provvedimenti |
Addio “Dolce Vita” |
La chiusura anticipata di alcuni esercizi spinge la capitale in un anacronistico e innaturale provincialismo, tra il disappunto dei commercianti e lo stupore dei turisti. Gli unici a gioire sono i residenti, che però non sembrano amare Roma
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di Caterina Mollica
Roma. Le lunghe e gioiose notti della Dolce Vita romana sono ormai un ricordo lontano, il centro storico della capitale da alcuni anni è regolato da rigidi limiti d'orario che per la maggior parte dei locali indicano la chiusura alle due di notte. E' grande il rammarico da parte dei cittadini romani, in particolare dei giovani. E' ancor più grande lo stupore di tutti i turisti stranieri che giunti da ogni parte del mondo per godere di questa splendida città, dei suoi monumenti, delle sue peculiarità culinarie e della sua gente, ma anche dei suoi locali e della sua spensierata vita notturna, si trovano spiazzati nell'apprendere che alle due in punto i locali del centro storico sono costretti a spegnere i divertimenti notturni. Gli esercenti non accolgono tale imposizione positivamente, lamentando una forte diminuzione degli introiti e anche la disparità rispetto agli esercizi che hanno grazie alla licenza del Comune di Roma, la possibilità di prolungare l'orario d'apertura.
Da parte della giunta comunale e in particolare dalle parole del presidente del I Municipio Giuseppe Lobefaro, vi è invece soddisfazione per l'applicazione del provvedimento che è stato fortemente voluto dai cittadini residenti nel centro storico, i quali lamentano da anni problemi di vivibilità notturna dovuti al rumore e alle frequenti liti fra i giovani, alimentate dall'eccessivo consumo di bevande alcoliche. Per tentare di arginare il fenomeno, il Comune ha inoltre predisposto un'ordinanza che obbliga i gestori dei locali a servire le bevande da asporto in bicchieri di plastica, al fine di evitare che le bottiglie di vetro possano divenire sotto i fumi dell'alcol pericolosi oggetti da scaraventare contro le altre persone o contro l'intervento delle forze dell’ordine. Questa novità non ha causato lamentele da parte dei consumatori e dei negozianti, contrariamente al limite d'orario per la chiusura notturna che genera disappunto e polemiche. Sull'argomento abbiamo raccolto la testimonianza del signor Efisio Contini, titolare della “Bottega del Gelato”, che si trova nel centro storico a pochi passi da Piazza Navona, il quale ci ha esposto le sue perplessità e i disagi scaturiti da queste rigorose misure che coinvolgono esclusivamente gli esercenti del I Municipio. "Qualche anno fa nei mesi estivi e nei fine settimana il mio esercizio commerciale rimaneva aperto fino alle tre e mezzo o alle quattro del mattino. Attualmente possiedo due licenze di somministrazione: la prima mi impedisce di tenere i tavolini all'esterno dopo le due di notte e di vendere oltre quell’orario bevande confezionate, fra le quali paradossalmente anche l'acqua minerale; la seconda licenza consente di commerciare esclusivamente prodotti artigianali dopo le due di notte sino alla chiusura del locale. Alcune attività hanno richiesto e ottenuto dal Comune la proroga dell'orario, richiesta che abbiamo effettuato anche noi senza successo. Inoltre ad altri gestori della zona dopo la scadenza non è stata rinnovata tale concessione."
Il signor Contini testimonia a nome di tutti i commercianti del I Municipio le pesanti conseguenze economiche causate dalla restrizione sull'orario di chiusura. "I danni economici sono stati rilevanti, anche se alcune attività ne hanno sofferto di meno e altre come era prevedibile sono state colpite pesantemente. Fra l'altro i vigili urbani sono terribilmente severi nei controlli quotidiani e fioccano le multe per la mancata rimozione dei tavolini all'esterno, aggravate dal fatto che alla terza multa il locale è obbligato per sanzione ad alcuni giorni di chiusura".
I gestori dei locali confermano il disappunto della clientela riguardo i nuovi provvedimenti, in particolare i turisti stranieri che giunti a Roma con l'auspicio di divertirsi sino a tarda notte, sono sbalorditi di fronte ad orari tanto rigidi. Il signor Contini continua descrivendoci la situazione: "Il centro storico si è spopolato a tutto vantaggio di altri locali siti nelle altre zone non soggette a questa ordinanza, come Testaccio o Piramide. E' stato difficile far comprendere le nuove norme ai romani che da sempre amano godersi delle ore piacevoli nei meravigliosi luoghi che il centro ci offre. I turisti sorridono di noi definendoci "provinciali", soprattutto i folti gruppi di spagnoli e americani, abituati a ben altre possibilità di divertimento, che stentano a concepire questo rigore. La parte storica della città si spegne sempre più e mi inquieta apprendere che si vocifera persino di anticipare la chiusura all'una. Vede! Si è molto discusso riguardo all'introduzione dell'obbligo di vendere le bevande in bicchieri di plastica, ma in realtà la novità è stata ben accetta dai commercianti e dai consumatori, l'unico danno alle vendite è stato causato dall'anticipazione dell'orario di chiusura che porta a una sensibile diminuzione della clientela".
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