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L'addio all'eterno ragazzino che sognava di non crescere mai |
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Scritto da Redazione |
Martedì 07 Luglio 2009 22:47 |
Migliaia di persone allo Staples Center di Los Angeles per l'ultimo saluto al re del pop. Diretta tv in mondovisione. Sul palco artisti e amici. E i ricordi struggenti di chi gli era più vicino
LOS ANGELES - L'aspetto più toccante della cerimonia è stato senza dubbio l'accenno alle qualità umane di Michael Jackson.
La figlia che ha pianto come si piange per un bravo papà che non c'è più, le parole di Brooke Shields che ha descritto il giovane Michael come un tenero amico, uno che amava ridere, scherzare, che risolveva con un sorriso ogni questione, che entrava con lei di nascosto nella stanza di Liz Taylor per scoprire com'era il suo vestito di nozze. Considerando la statura di Jackson, ci si poteva aspettare qualcosa di più, o almeno qualcosa di più del pur bravo John Mayer, di Usher e Mariah Carey. Per una celebrazione planetaria, per essere all'altezza del personaggio ci sarebbe voluto Paul McCartney, che una volta ha duettato con lui, oppure Madonna, l'altra grande icona pop cresciuta in perfetta sincronia con la sua vicenda.
Mancanze musicali a parte l'addio è stato potente. Era quasi palpabile la partecipazione mondiale all'evento, la si poteva intuire dalle immagini della Cnn che inquadravano piazze sparse per l'America, tra cui il palazzo della Motown a Detroit, la grande famiglia dove Jackson era cresciuto artisticamente, come ha ben spiegato il grande capo, l'ottantenne Berry Gordy, il primo che ha strappato un sorriso alla accorata platea raccontando gli aneddoti della rivalità positiva che si viveva all'interno dell'etichetta. Abbiamo visto molte immagini ma di sicuro le più impressionanti sono quelle di Jackson bambino che già cantava come un adulto, come ha spiegato Smokey Robinson, riusciva a interpretare sentimenti che un ragazzino non avrebbe neanche dovuto poter immaginare. Questo è l'addio al re che l'America ha voluto incoronare, il re che la cultura pop ha spinto sulla cima del mondo dello spettacolo. Il re, o meglio, come ha spiegato Brook Shields, il piccolo principe, l'immagine che più si adatta all'eterno ragazzino che sognava di non dover mai crescere per vincere la sua battaglia di innocenza contro il mondo. Fonte |
Ultimo aggiornamento Martedì 07 Luglio 2009 23:05 |