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ATTUALITÀ E CRONACA
038
Italymedia disegna un profilo biologico del tiranno di Bagdad
Chi e' Saddam Hussein?
La vita tormentata dell'uomo che Bush ha deciso di eliminare. Ma a quale prezzo?

 

di Ambra Mazzia

Saddam nasce nel villaggio di Al Ouja (Tikrit) nel 1937. Il suo stesso nome (in arabo "disgrazia") sembra già presagire una vita poco serena: il padre lo abbandona ancora in fasce; la madre, che neanche lo desiderava, lo ignora; il patrigno, boss della malavita locale, lo picchia per gran parte dell'infanzia. Cresciuto in un villaggio poverissimo, privo di acqua potabile e luce elettrica, vive di stenti, rubacchiando qua e là e pascolando pecore. A soli dieci anni commette il primo dei tanti omicidi della sua vita, uccidendo un pastore della tribù vicina. Fuggito dallo zio materno a Baghdad, ottenuta la licenza media tra stenti, sforzi e poca voglia di studiare, entra in contatto con i politici rivoluzionari che osteggiavano il governo di allora, la dittatura filosovietica, antioccidentale e nazionalista di Qassim, salito al potere dopo un golpe nel 1958. Aderisce quindi al Baath, il partito socialista della rinascita araba e partecipa ad un attentato, poi fallito, contro lo stesso Qassim: ricercato e condannato a morte, ripara in Siria e poi al Cairo, rientrando in Iraq solo nel 1963.
Nel 1979 Hussein diventa rais dell'Iraq ed instaura una dittatura personale e sanguinaria, sterminando con i gas tossici 1milione di curdi e altrettanti iraniani durante la guerra degli anni 1980-1988. Reprime tutti i suoi dissidenti ed oppositori politici. Seguiranno i ripetuti attacchi al Kwait, il fallimento della guerra del Golfo e l'attuazione dell'embargo statunitense, confermato anche dall'ONU nel 1994.
Oggi l'accusa di detenere armi batteriologice, chimiche e di distruzione di massa nei propri arsenali e la volontà isolata degli Stati uniti e della Gran Bretagna di porre un freno al fenomeno del terrorismo: ma in realtà è proprio Saddam la figura demoniaca responsabile di quei tanti eventi drammatici che hanno contraddistinto gli scenari di questi ultimi anni? Evidentemente no. L'ascesa del suo partito è stata favorita dagli stessi statunitensi negli anni Sessanta, onde evitare il diffondersi del comunismo, e sono stati quegli stessi americani ad armare il suo regime con mine, radar, missili ed armi chimico-batteriologiche. Si arroga il diritto e la pretesa di combattere il terrorismo proprio quella nazione che per anni l'ha favorito, attuato e perpetrato, dalla Corea al Vietnam, dal Sud America al Nicaragua. Lo scorso anno era basilare portare avanti un conflitto contro l'Afghanistan per liberare il paese dal dominio dei Talebani e garantire alle donne islamiche una maggiore libertà: ebbene sappiamo forse qualcosa degli avvenimenti che hanno contraddistinto la vita del paese dopo la caduta di quel regime? No. Basterebbe riflettere sul fatto che al governo ora siede Karzai, prima impiegato della Unicall al servizio degli americani. La verità è che purtroppo la tentazione di identificare capri espiatori contro i quali scagliarsi è sempre diffusa, come pure la volontà di mascherare meri interessi economici con cause umanitarie.

 

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