Niente più fondi ai padroni di schiavi
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Gli agricoltori italiani rischiano non poco. L'Unione europea, in base al raccolto previsto, verserà quest'anno circa 137 milioni di euro ai coltivatori di pomodori. E i sussidi andranno anche a quelle aziende che invece di assumere regolarmente gli stagionali hanno ridotto in schiavitù migliaia di stranieri.
Mister Hughes, il Parlamento europeo sta a guardare?
"No. Ora che questi fatti spaventosi stanno venendo alla luce, l'Unione europea deve agire davvero per mettere fine il più presto possibile a questo affare disumano e vergognoso. Bisogna che la Commissione europea così come il Parlamento si rendano pienamente conto della situazione e intervengano con urgenza. La schiavitù in uno Stato membro fondatore dell'Unione europea è un crimine contro l'umanità. Deve essere fermato".
Cosa farete? Riuscirete ad avviare un'inchiesta?
"Ho chiesto che sia organizzata un'audizione su questo argomento davanti alla commissione Occupazione e Affari sociali del Parlamento europeo e che sia nominato un relatore perché indaghi sulla questione in profondità. Ma questo scandalo coinvolge non soltanto la commissione Occupazione".
Quale altra commissione dovrebbe intervenire?
"Abbiamo allertato anche le commissioni Controllo dei bilanci e Agricoltura. Dovranno condurre le loro indagini e spero che chiedano una sospensione dei sussidi agricoli".
Lei chiede dunque la sospensione per il 2006 del contributo europeo ai coltivatori italiani di pomodoro?
"Fino a quando non ci saranno prove certe che queste pratiche sono terminate. La Commissione europea deve potersi fidare totalmente delle autorità nazionali e regionali per assicurarsi che i sussidi siano usati propriamente. E su questo caso denunciato dal vostro settimanale c'è stato chiaramente un totale sfacelo nei controlli e nelle ispezioni nazionali e regionali. Ma ora che i fatti sono stati resi noti alla Commissione europea, non possono guardare dall'altra parte. La Commissione dovrà agire e, come dico, i sussidi agricoli dovrebbero essere sospesi fino a quando non verrà messa fine a questa spaventosa rete di affari".
Lo sfruttamento degli schiavi in Puglia annulla conquiste consolidate in Europa sui diritti umani, sull'occupazione, sui principi della libera concorrenza. L'Italia rischia una procedura di infrazione?
"Alla luce di quanto sta succedendo in Puglia sono stati violati un mucchio di leggi dell'Unione europea, gli obblighi del Trattato e i diritti tutelati dalla Convenzione europea. La Commissione europea dovrebbe incriminare il governo italiano e inviare l'intera materia con procedura d'urgenza alla Corte europea di Giustizia".
I coltivatori di pomodori in Puglia producono anche olive e uva da vino. Secondo un rapporto sanitario di Medici senza frontiere, immigrati-schiavi vengono sfruttati anche in Campania, Calabria e Sicilia. Gli agricoltori si difendono accusando l'industria alimentare e i prezzi bassi stabiliti dal governo...
"Qualunque sia il raccolto o qualunque sia il settore, i finanziamenti europei non devono essere usati per consolidare la schiavitù o lo sfruttamento dei lavoratori. Le leggi e i regolamenti europei devono essere applicati rigorosamente per fermare quanto sta accadendo e per evitare che possa succedere ancora".
Temete che lo sfruttamento sistematico di immigrati si possa estendere ad altri Stati dell'Unione?
"Il pericolo è che questo tipo di pratiche si diffonda se non vengono soffocate ora. Perché altri produttori in altre regioni troveranno i loro prezzi perdenti rispetto a quelli praticati dai padroni di schiavi. Il modo più rapido per mettere fine a questo è tagliare i finanziamenti europei. Fino a quando non verranno mostrate le prove che queste pratiche sono state soffocate".
Il 50 per cento dei braccianti stranieri in Italia vive senza acqua corrente. Il 40 per cento dorme in baracche. Il 43,2 non ha gabinetti. Il 30 non ha elettricità. E un altro 30 per cento è stato aggredito o maltrattato. Che effetto le fanno questi numeri?
"È incredibile che migliaia di braccianti vivano, lavorino e muoiano in condizioni barbariche nell'Italia moderna e benestante".
Dopo la pubblicazione dell'inchiesta de "L'espresso", il governo Prodi ha annunciato immediate modifiche alla legge sull'immigrazione e una commissione d'inchiesta. Le autorità locali hanno aumentato i controlli. Viste da Bruxelles, sono misure sufficienti?
"Sono sollevato dal fatto che il nuovo governo italiano ha cominciato a prendere provvedimenti: è difficile immaginare il governo Berlusconi prendere qualsiasi provvedimento del genere. Queste pratiche si sono chiaramente impiantate molto prima che Prodi arrivasse al potere. Ma ora è evidente come sia necessario prendere provvedimenti urgenti per portare davanti alla giustizia quanti hanno organizzato questo traffico. Ma non basta".
Cosa serve ancora?
"Bisogna ripensare le regole sull'immigrazione e l'integrazione nell'Unione come un tutt'uno. Questo per impedire che le persone siano spinte verso lo sfruttamento da parte dell'economia fantasma".
In Puglia sono scomparsi almeno 13 lavoratori polacchi. Altri braccianti sono stati uccisi. La diplomazia polacca ha criticato la lentezza con cui le autorità italiane hanno avviato le indagini su alcuni casi. L'unione tra polizie europee è così lontana?
"La cooperazione giudiziaria e di polizia a livello di Unione europea si sta sviluppando lentamente. Finora ha avuto una natura intergovernativa. È necessario portarla sotto una supervisione democratica. Esempi come quelli avvenuti in Puglia dimostrano che in questo campo la cooperazione si sta sviluppando troppo lentamente".
La commissione in cui opera conosce altri casi in cui la cosiddetta economia ufficiale sfrutta la nuova schiavitù?
"Il caso dei raccoglitori cinesi di molluschi annegati nel mio Paese dimostra che questo non è soltanto un problema italiano. Non conosco però altri Stati membri dove la schiavitù è sfruttata su scala così vasta. Comunque nella maggior parte degli Stati membri, se non in tutti, funziona un mercato del lavoro a due livelli. E i lavoratori migranti sono sfruttati al livello più basso".
Lo staff di Mariann Fischer Boel, commissario per l'Agricoltura e lo sviluppo rurale, sta esaminando il caso Puglia. La Commissione europea sta facendo abbastanza per fermare il ritorno della schiavitù?
"Non sono al corrente se la Commissione europea abbia finora preso provvedimenti e quali. Ma adesso avrà di fronte un fuoco di interrogazioni. E dovrà agire davvero con urgenza".