Simona o raddoppia?
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di Stefania Rossini
È una infaticabile della tv. Ma si concede una terza maternità. Punta a dirigere una rete. Ma vuole anche lo show del sabato sera. La conduttrice si racconta Simona Ventura
La incontri in una casa nuova tutta laccata di bianco, archi e colonne compresi, e ti sembra una delle tante arrivate all'apice del successo e della visibilità, preoccupate solo di tenere la postazione. L'ascolti argomentare con scioltezza ma senza calore, distrarsi ma non troppo dal continuo richiamo dei telefonini, assolversi dagli errori tenendo fermo il punto, e pensi: è un uomo. La osservi infine mentre si china su una culla o abbraccia i bambini che rientrano da scuola e la scopri intensa e sollecita, attenta alle sfumature e alle parole vere. L'intervista sentimentale a Simona Ventura diventa così un piccolo slalom tra spigolosità e cedimenti, tra senso e parvenza. Questa signora vistosa, abbastanza bella da aver partecipato a suo tempo a una finale di miss Universo, abbastanza sicura da mirare al potere a muso duro, abbastanza emancipata da aver rinnovato la tradizione del calciatore e la velina portando lei all'altare un bel terzino, è troppo abituata a condurre il gioco e fatica ad aspettare le domande. Allora cerca di anticipare gli argomenti che ritiene 'caldi', li riempie di parole, li propone come trama del nostro incontro. A cominciare da una bambina di cinque mesi, attorno alla quale ruotano i ritmi di tutta la casa.
Anche lei come le star americane, come Madonna e Angelina Jolie. Avere un bambino in adozione o in affido sembra diventato un accessorio del successo.
"Non dica così, non a me. Ho evitato finora di parlare della bambina anche per tenere lontani pensieri come questi. Caterina è una mia parente, nata in una situazione familiare difficile, e ne ho ottenuto l'affido temporaneo. Ho messo in conto il dolore di perderla, ma anche la speranza di tenerla per sempre. Invidia permettendo".
Che c'è da invidiare in una storia così?
"Non lo sa? Nel mio ambiente si invidia tutto, non solo il successo e la popolarità, ma anche un figlio, anche l'amore. Ignoravo la potenza dell'invidia fino a quando mi sono separata da Bettarini e ho visto l'inferno".
Non le sembra di esagerare? Ha vissuto il fallimento di un matrimonio, come migliaia di coppie. E poi lei non ha le physique du role per fare la moglie abbandonata.
"Può non crederci, ma ero una donna innamorata e ignara della possibilità del tradimento. La separazione è un lutto per tutte le coppie, ma la separazione pubblica, deformata dai giornali, è un lutto all'ennesima potenza. Ho sfiorato la depressione, sono dimagrita 10 chili ma poi ho recuperato me stessa e ho cambiato le gerarchie. Ora sono io la priorità".
Francamente non ha mai dato un'impressione di secondarietà.
"Vuol dire che sono una prima donna? È vero soltanto che non mollo mai e che ho una specie di energia inscritta nel Dna. Ho avuto molto di più di quello che sognavo quando sono partita da Chivasso, ma me lo sono conquistato da sola pezzo per pezzo. Come avrebbe fatto un uomo".
Ripete continuamente che si è fatta da sé. È per distinguersi da quelle che accettano l'aiuto dei potenti?
"Lo dico e lo ridico perché se sei donna e hai successo devi per forza essere entrata nelle grazie di qualcuno. Quando a Mediaset ero poco più di una valletta a 'Mai dire gol', sparsero la voce che ero l'amante di Adriano Galliani. Inutile negare, spiegare. Alla fine mi resi conto che, a lasciarlo credere, erano più i vantaggi che gli svantaggi. Mi trattavano tutti con i guanti bianchi, a mensa c'era sempre un posto riservato per me. Vivevo una protezione senza aver dovuto far nulla".
È la quadratura del cerchio. Ma non sarà così per tutte. C'è qualche testimonianza in giro...
"Altroché. Però è anche ora di dire che nel 99,99 per cento dei casi sono le donne a proporsi. C'è talmente tanta offerta per i dirigenti, che quelle che arrivano al divano hanno già subìto una selezione alla stregua del 'Grande Fratello'".
Lei invece punta a fare direttamente il dirigente. Pensa sempre di raggiungere il vertice di RaiDue?
"Non ci spero proprio. La Rai è in mano alla politica ed io politicamente sono a modo mio".
Qual è il suo modo?
"Sono imprevedibile, qualunquista, cerchiobottista. Mi lasci fare l'oca giuliva perché tanto non riuscirò mai a imparare l'arte di dire e non dire dei politici. L'unica mia chance è che privatizzino RaiDue".
È rimasta indietro. Raidue sarà digitale.
"Credo che sia Gentiloni ad aver fatto una cosa vecchia di cinque anni. Comunque nel mio piccolo io so scegliere le persone, trovare l'idea, individuare il conduttore giusto. Dal prossimo anno comincerò a diminuire le mie presenze in video".
Per fare che cosa?
"Per fare un lavoro d'autore e avere tempo per stare con i miei figli, prima che siano grandi e mi rimanga solo il rimpianto di non essermeli goduti pienamente. E poi con una vita più normale potrei anche incontrare un nuovo compagno".
Vuole tornare nell'anonimato per trovare un uomo? È da non crederci.
"Perché no? Anche se sembro una persona molto materiale, io ho una mia vita spirituale. Non la racconto in giro perché è la mia parte più segreta".
Ci provi, sennò che intervista sentimentale è?
"Faccio cose semplici, come andare a messa negli orari più disparati, infilarmi in una scuola di cucina, partire per un posto lontano, girare per la strada un po' coperta per non essere riconosciuta".
Non ha detto molto, a parte le messe. Lei quindi è molto cattolica?
"Sì, vado in chiesa fin da piccola. Anche se allora l'avevo un po' scambiata per un palcoscenico. Ho avuto lì il mio primo brivido da protagonista. Mi facevano leggere dei brani e mi rendevo conto degli occhi curiosi di decine di vecchine fissi su di me. Era uno sguardo che alimentava la mia anima, oggi direi il mio ego. Naturalmente da adulti è diverso".
Com'è?
"Oggi sento la forza delle fede e sono molto affascinata da papa Ratzinger. È un momento molto difficile per i rapporti interreligiosi e lui ha capito che solo con l'integralismo si possono difendere determinati valori della Chiesa".
Torniamo alle piccole cose mondane, Ventura. Lei è il primo personaggio pubblico in Europa a farsi rappresentare da un'agenzia come se fosse un marchio. Che scelta è?
"È una scelta innovativa, pensata guardando all'America dove in queste cose sono sempre più avanti. Ma è anche un'idea che risponde alla mia voglia di misurarmi con cose nuove".
Insomma oggi lei è una specie di prodotto quotato nel mercato dei media. Dove vorrebbe essere piazzata?
"Nel sabato sera di RaiUno, per cominciare".
Ma come? Tutta quell'innovazione, quella ricerca e poi si mette a desiderare la prima serata per famiglie?
"Ma è proprio questa la sfida. Quello di RaiUno non è un mio pubblico e vorrei conquistarlo con l'idea giusta. Se la trovo, bene. Altrimenti lascio perdere. Ma mi dispiacerebbe perché la gente ti ama di più quando lavori per la Rai. E ancora di più se lavori a RaiUno".
Come se lo spiega?
"È normale. Siamo tutti cresciuti con Sanremo e con la tv dei ragazzi. La Rai è famiglia, è casa. Inoltre non bisogna sottovalutare il fatto che ha i primi tre canali. È una priorità simbolica e pratica. Quando uno torna a casa stanco, spinge prima 1, se non c'è niente passa al 2, poi al 3 e così via".
E lei vuole essere la prima. Ma è vero che non sa né ballare, né cantare?
"È vero e non mi interessa. Farò una cosa nuova e, se serve, userò il mio linguaggio del corpo. L'ho affinato per anni e anni davanti allo specchio durante l'adolescenza. Ero grassoccia e goffa ma sognavo di diventare la Carrà".
Ha inventato in quel periodo anche quel suo gesto tipico, con il braccio teso e il dito puntato?
"No, quello mi è venuto spontaneo. Sono stata molto orgogliosa di vedere Berlusconi che lo imitava a conclusione della campagna elettorale per rafforzare il suo messaggio a sorpresa di abolire l'Ici. Ma sa cosa mi piacerebbe?".
Che cosa?
"Vorrei che anche Prodi facesse la stessa cosa. Ma sarebbe curioso rafforzare con il dito puntato sullo spettatore l'annuncio di rimettere la tassa di successione. Come vede, ho cambiato tutto, ma resto sempre un po' Iena".
"Sono imprevedibile, qualunquista, cerchiobottista. Mi lasci fare l'oca giuliva perché tanto non riuscirò mai a imparare l'arte di dire e non dire dei politici. L'unica mia chance è che privatizzino RaiDue".
È rimasta indietro. Raidue sarà digitale.
"Credo che sia Gentiloni ad aver fatto una cosa vecchia di cinque anni. Comunque nel mio piccolo io so scegliere le persone, trovare l'idea, individuare il conduttore giusto. Dal prossimo anno comincerò a diminuire le mie presenze in video".
Per fare che cosa?
"Per fare un lavoro d'autore e avere tempo per stare con i miei figli, prima che siano grandi e mi rimanga solo il rimpianto di non essermeli goduti pienamente. E poi con una vita più normale potrei anche incontrare un nuovo compagno".
Vuole tornare nell'anonimato per trovare un uomo? È da non crederci.
"Perché no? Anche se sembro una persona molto materiale, io ho una mia vita spirituale. Non la racconto in giro perché è la mia parte più segreta".
Ci provi, sennò che intervista sentimentale è?
"Faccio cose semplici, come andare a messa negli orari più disparati, infilarmi in una scuola di cucina, partire per un posto lontano, girare per la strada un po' coperta per non essere riconosciuta".
Non ha detto molto, a parte le messe. Lei quindi è molto cattolica?
"Sì, vado in chiesa fin da piccola. Anche se allora l'avevo un po' scambiata per un palcoscenico. Ho avuto lì il mio primo brivido da protagonista. Mi facevano leggere dei brani e mi rendevo conto degli occhi curiosi di decine di vecchine fissi su di me. Era uno sguardo che alimentava la mia anima, oggi direi il mio ego. Naturalmente da adulti è diverso".
Com'è?
"Oggi sento la forza delle fede e sono molto affascinata da papa Ratzinger. È un momento molto difficile per i rapporti interreligiosi e lui ha capito che solo con l'integralismo si possono difendere determinati valori della Chiesa".
Torniamo alle piccole cose mondane, Ventura. Lei è il primo personaggio pubblico in Europa a farsi rappresentare da un'agenzia come se fosse un marchio. Che scelta è?
"È una scelta innovativa, pensata guardando all'America dove in queste cose sono sempre più avanti. Ma è anche un'idea che risponde alla mia voglia di misurarmi con cose nuove".
Insomma oggi lei è una specie di prodotto quotato nel mercato dei media. Dove vorrebbe essere piazzata?
"Nel sabato sera di RaiUno, per cominciare".
Ma come? Tutta quell'innovazione, quella ricerca e poi si mette a desiderare la prima serata per famiglie?
"Ma è proprio questa la sfida. Quello di RaiUno non è un mio pubblico e vorrei conquistarlo con l'idea giusta. Se la trovo, bene. Altrimenti lascio perdere. Ma mi dispiacerebbe perché la gente ti ama di più quando lavori per la Rai. E ancora di più se lavori a RaiUno".
Come se lo spiega?
"È normale. Siamo tutti cresciuti con Sanremo e con la tv dei ragazzi. La Rai è famiglia, è casa. Inoltre non bisogna sottovalutare il fatto che ha i primi tre canali. È una priorità simbolica e pratica. Quando uno torna a casa stanco, spinge prima 1, se non c'è niente passa al 2, poi al 3 e così via".
E lei vuole essere la prima. Ma è vero che non sa né ballare, né cantare?
"È vero e non mi interessa. Farò una cosa nuova e, se serve, userò il mio linguaggio del corpo. L'ho affinato per anni e anni davanti allo specchio durante l'adolescenza. Ero grassoccia e goffa ma sognavo di diventare la Carrà".
Ha inventato in quel periodo anche quel suo gesto tipico, con il braccio teso e il dito puntato?
"No, quello mi è venuto spontaneo. Sono stata molto orgogliosa di vedere Berlusconi che lo imitava a conclusione della campagna elettorale per rafforzare il suo messaggio a sorpresa di abolire l'Ici. Ma sa cosa mi piacerebbe?".
Che cosa?
"Vorrei che anche Prodi facesse la stessa cosa. Ma sarebbe curioso rafforzare con il dito puntato sullo spettatore l'annuncio di rimettere la tassa di successione. Come vede, ho cambiato tutto, ma resto sempre un po' Iena".
Bocciata all'esame
1965 Simona Ventura nasce a Bologna il 1 aprile, primogenita di Rino, ufficiale dell'esercito e di Anna. 1971 Segue la famiglia a Chivasso, vicino a Torino, dove frequenta il liceo scientifico e si diploma all'Istituto superiore di educazione fisica.
1988 È quarta alla finale di miss Universo e debutta in Rai come valletta di Magalli in 'Domenica sposi'.
1990 Passa a Tmc come inviata dello sport. Sarà poi bocciata all'esame scritto di giornalismo, che non ripeterà più.
1992 Prima presenza femminile alla 'Domenica sportiva' di Tito Stagno.
1993-97 Approda a Mediaset in 'Mai dire gol' prima come valletta, poi come conduttrice. È il successo. 1997 Comincia 'Le Iene', la trasmissione che la consacra. Vi resta per tre anni.
1998 Sposa il calciatore Stefano Bettarini da cui ha due figli, Niccolò e Giacomo. Il matrimonio naufraga 6 anni dopo.
2001 Sostituisce Fazio in 'Quelli che il calcio'.
2002 Conduce il 'Dopofestival' con Giorgino.
2003 È conduttrice e coautrice de 'L'isola dei famosi', reality di gran successo ora alla quarta edizione.
2004 Con Tony Renis presenta Sanremo.
2006 È testimonial dei Giochi olimpici invernali di Torino.
1988 È quarta alla finale di miss Universo e debutta in Rai come valletta di Magalli in 'Domenica sposi'.
1990 Passa a Tmc come inviata dello sport. Sarà poi bocciata all'esame scritto di giornalismo, che non ripeterà più.
1992 Prima presenza femminile alla 'Domenica sportiva' di Tito Stagno.
1993-97 Approda a Mediaset in 'Mai dire gol' prima come valletta, poi come conduttrice. È il successo. 1997 Comincia 'Le Iene', la trasmissione che la consacra. Vi resta per tre anni.
1998 Sposa il calciatore Stefano Bettarini da cui ha due figli, Niccolò e Giacomo. Il matrimonio naufraga 6 anni dopo.
2001 Sostituisce Fazio in 'Quelli che il calcio'.
2002 Conduce il 'Dopofestival' con Giorgino.
2003 È conduttrice e coautrice de 'L'isola dei famosi', reality di gran successo ora alla quarta edizione.
2004 Con Tony Renis presenta Sanremo.
2006 È testimonial dei Giochi olimpici invernali di Torino.