La mutazione antropologica dell'Irpinia
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Alla cortese attenzione del direttore Antonello De Pierro.
Ho atteso con ansia che trascorresse la ricorrenza del 30ø anniversario della tragica morte di Pier Paolo Pasolini, per provare a scrivere qualcosa su di lui, per riflettere sul prezioso senso della sua figura e della sua opera, a 30 anni di distanza dalla sua precoce scomparsa, per ragionare sull?attualit… e sulla verginit… delle sue idee cos avanzate e cos ferocemente presenti oggi pi— di ieri, in quanto hanno anticipato notevolmente i tempi.
La prima impressione che ho ricavato dalle innumerevoli, scontate ed ovvie celebrazioni dell?evento, Š la seguente.
Ormai tutti sembrano appropriarsi (o volersi appropriare) dell?eredit… del pensiero pasoliniano, da sinistra a destra, rivalutando e riabilitando post mortem un personaggio che in vita era stato scomodo a tanti e da tanti (troppi) Š stato osteggiato, perseguitato e diffamato, mentre oggi sembra far comodo a tanti, forse troppi per i suoi gusti di genio anticonformista.
Ormai il sistema sembra aver inglobato ed omologato persino le analisi e le riflessioni provocatorie e rivoluzionarie dell?intellettuale italiano (e non solo italiano) pi— geniale, pi— anticonformista e pi— eversivo del Novecento.
Ma Pasolini non pu• essere omologato e assimilato con tanta facilit…, e tantomeno le sue idee possono essere addomesticate o neutralizzate nell?atto di sposarle o ripensarle cos banalmente. Eppure, l?operazione in corso Š proprio quella di un?assimilazione politico-culturale del pensiero pasoliniano, post mortem, in piena regola!
In particolare, l?industria culturale, e lo starsistem in generale, Š ferocemente consumista ed ha cinicamente consumato i riti e le celebrazioni pasoliniane, divorando e metabolizzando il significato eversivo e rivoluzionario dell?opera di Pier Paolo Pasolini.
Chiss… che cosa avrebbe da dire oggi Pier Paolo Pasolini se fosse ancora vivo?
Chiss… quali sarebbero le sue opinioni e le sue provocazioni ?corsare? a proposito, ad esempio, della globalizzazione economica neo-liberista e del ?pensiero unico? (che Pasolini seppe intuire gi… 30 anni or sono) , della guerra ?preventiva? in Iraq e della nuova strategia del terrore globale, del ?cavaliere nero? Silvio Berlusconi e del suo pessimo governo ?clerico-fascista? in versione aggiornata, del subdolo tentativo di attuare il ?Piano di rinascita democratica? promosso della P2 di Licio Gelli, delle leggi ad personam? E, dulcis in fundo, dell?ultimo colpo di mano, quel ?golpe elettorale? pseudo-proporzionalista che non sancisce affatto la restaurazione del precedente sistema proporzionale che, non a caso, era molto pi— serio e pi— democratico di questa riedizione mistificante di un modello maggioritario travestito (appunto) di proporzionalismo. Altrimenti, quale senso e quale ruolo bisognerebbe assegnare al ?premio di maggioranza? previsto dalla proposta governativa di riforma elettorale?...
2 novembre 1975 ? 23 novembre 1980: tempo di anniversari?
Il 2 novembre scorso, e nei giorni immediatamente precedenti e successivi a quella data, si Š consumato una rituale e piatta rievocazione del 30ø anniversario della scomparsa, violenta e prematura, di Pier Paolo Pasolini.
Senza dubbio, questa morte ha costituito una perdita incolmabile per la cultura e per la societ… non solo italiana, ma universale.
Non si tratta di una frase fatta, n‚ di una banale constatazione, bens Š la scoperta, magari tardiva, da parte della collettivit… nazionale, dell?annientamento, fisico e morale, di una coscienza critica estremamente acuta e spietatamente sincera che, per quanto fosse scomoda, ingombrante e destabilizzante, soprattutto per la classe politica dirigente del nostro Stato, esprimeva comunque una voce importantissima ed un pensiero estremamente utile e necessario per capire meglio la direzione presa dalla nostra societ…, ossia dal nostro destino, a partire ovviamente dalle nostre esperienze particolari e dalle nostre realt… locali, sempre pi— omologate ad un modello dominante. In tal senso, il pensiero pasoliniano Š una preziosissima fonte di ispirazione ed un utile strumento di analisi e di interpretazione dei processi di trasformazione in atto anche nelle mia terra, l?Irpinia, negli ultimi 25 anni (25, infatti, sono gli anni trascorsi dal terribile evento tellurico del 23 novembre 1980).
La straordinaria statura morale, intellettuale ed umana di Pasolini, Š soprattutto quella di un geniale precursore del suo tempo, al punto che il suo pensiero pu• risultare ?profetico?, ma Š solo il frutto di una mente assai acuta e profonda, capace di andare oltre il suo tempo, di andare oltre i momenti e i comportamenti effimeri e transitori, di oltrepassare gli aspetti superficiali e fenomenici, per carpire a fondo la vera natura delle cose.
La validit… di molte analisi radicali e ?corsare? di Pasolini consiste nell?aver colto nel segno, molto prima di tanti altri, quei cambiamenti sociali e culturali cos profondi e drammatici della realt… italiana, che all?epoca (ossia verso la met… degli anni ?70) erano ancora ad un livello embrionale e non erano ancora emersi chiaramente in superficie.
Gi… 30 anni fa Pasolini aveva intuito in modo geniale alcuni segnali di trasformazione di natura strutturale e socio-economica, ma anche di carattere antropologico-culturale, mutamenti che all?epoca erano ancora in nuce, generati dall?avvento e dall?espansione dell?economia capitalistica e dall?imposizione di un?ideologia, quella consumistico-borghese, che Pasolini aveva riconosciuto come il nuovo, vero fascismo, anzi come il peggiore dei fascismi e dei totalitarismi dell?epoca contemporanea.
A quanto pare, non si sbagliava affatto...
Io, ad esempio, risiedo in un piccolo centro dell?Irpinia, che conta meno di 10 mila abitanti. Eppure, mi sembra di stare in una metropoli dispersiva ed alienante. Come mai?...
Probabilmente, il catastrofico sisma del 23 novembre 1980 (che rase quasi interamente al suolo il mio paese) e il successivo processo di ricostruzione urbanistica e sociale, con l?immenso fiume di denaro piovuto dall?alto, possono aver favorito, anche da noi, un?accelerazione improvvisa di quei processi di mutazione antropologica e di omologazione culturale e sociale di massa che Pasolini seppe comprendere e descrivere oltre 30 anni fa.
Infatti, l?infausta data del 23/11/80 segna e costituisce per noi irpini un vero e proprio spartiacque storico e antropologico-culturale.
Ormai non c?Š pi— alcuna differenza tra gli stili di vita e di comportamento, totalmente consumistici, degli individui che vivono in un piccolo paese delle zone interne dell?Italia meridionale, e gli abitanti di un?estesa metropoli come Roma, Milano, Torino, eccetera.
Invece, 25/30 anni fa il divario era molto maggiore, direi quasi abissale; oggi si Š ridotto in modo colossale livellandosi verso il basso.
Il predominio assoluto, e assolutistico, dell?economia di mercato, ha generato effetti di alienazione e di omologazione superiori a qualsiasi altra forma di dittatura o di sistema totalitario, dal fascismo al nazismo, e via discorrendo. Ci• che in Italia non era riuscito al regime fascista di Mussolini durante un intero ventennio, Š riuscito al modello di produzione e di consumo neocapitalista nel giro di pochi lustri. Ci• Š accaduto anche da noi, in Irpinia, una terra immobile ed immutata per secoli, stravolta e sconvolta in poco tempo, soprattutto a partire dai primi anni ?80, anche per effetto di accelerazioni causate dall?evento sismico e dai processi economico-sociali innescati dalla ricostruzione delle aree terremotate.
Lo ?spaesamento? del mio paese natale?
Oggi, il mio paese natale Š un luogo di vita alienante, sempre meno comunit… a misura d?uomo, e sempre pi— una realt… a misura di bottegai affaristi e speculatori.
Certo, da noi convivono vecchi e nuovi problemi, piaghe antiche e secolari, come il clientelismo politico-elettorale, la camorra (in Calabria c?Š la ?ndrangheta, che si Š recentemente manifestata in tutta la sua barbarie) e nuove contraddizioni sociali quali, ad esempio, la disoccupazione, le devianze giovanili, l?alienazione, l?emarginazione sociale e la disperazione che sono effetti provocati dalla modernizzazione puramente economica e materiale di una societ… che Š diventata ormai una societ… di massa.
Purtroppo, gi… da diversi anni, anche nelle nostre zone i giovani muoiono a causa di overdose di eroina e fanno uso di sostanze stupefacenti, oppure si schiantano in automobile il sabato sera, dopo una serata trascorsa in discoteca, e via dicendo?
Persino il fenomeno dell?emigrazione si Š ?aggiornato? e ?modernizzato?, nel senso che si ripropone in forme nuove e, forse, anche pi— drammatiche e pi— gravi del passato.
Infatti, una volta gli emigranti irpini, e meridionali in genere, erano lavoratori analfabeti o semianalfabeti, oggi sono in grandissima parte giovani con un elevato grado di scolarizzazione.
Inoltre, mentre gli emigranti del passato sovvenzionavano le loro famiglie rimaste nei luoghi di origine, a cui speravano di ricongiungersi il pi— presto possibile, i giovani di oggi che emigrano verso il Nord lo fanno senza pi— la speranza, n‚ l?intenzione di far ritorno alla propria terra natale, anzi molto spesso formano e crescono le loro famiglie altrove, laddove si sono economicamente sistemati. Insomma, si tratta di un?emigrazione di cervelli, ossia di giovani intellettuali sui quali le nostre comunit… hanno investito molte risorse per farli studiare.
Pertanto, questa Š la pi— grave perdita di ricchezze e di valori per le nostre zone!...
Quelle che un tempo erano piccole comunit… a misura d?uomo, depositarie di una memoria storica secolare e dotate di un profonda identit… fondata soprattutto sulle tradizioni locali e particolaristiche, oggi si sono disgregate e addirittura atomizzate, avendo perso rapidamente la propria dimensione umanistica e popolare, avendo smarrito la propria originale identit… socio-culturale, localistica e dialettale, senza tuttavia assumerne una nuova, con inevitabili e devastanti ripercussioni in termini di alienazione sociale e di vuoto esistenziale.
La ?modernizzazione? del Sud come effetto della ?post-modernizzazione? del Nord?
Sul piano strettamente economico, quella irpina non Š pi— una societ… agraria, ma non Š diventata qualcosa di veramente nuovo e diverso, ovvero non si Š trasformata completamente, e spontaneamente, in un assetto industriale vero e proprio, pur vantando antiche vocazioni artigianali e commerciali, come quelle che animano le dinamiche e lo sviluppo, forse troppo poco regolato e razionale, dell?economia del mio paese.
Oggi, a 25 anni di distanza dal terremoto, la societ… irpina Š pi— o meno un ?ibrido?, sia dal punto di vista economico-materiale, sia sotto il profilo sociale e culturale.
Certo, occorre precisare che sul versante propriamente economico-produttivo, la ?modernizzazione? delle nostre zone, che fino a pochi decenni fa erano dominate da un tipo di economia agraria, latifondistica e semi-feudale, Š avvenuta in tempi rapidi e in modo convulso e controverso. Ci• si Š determinato all?interno di un processo di ?post-modernizzazione? del sistema capitalistico su scala globale, ossia in una fase di ristrutturazione tecnologica in chiave post-industriale, delle economie neocapitalistiche pi— avanzate dell?occidente, con il trasferimento di capitali e di macchinari ormai obsoleti in alcune aree arretrate, depresse e sottosviluppate dal punto di vista capitalistico-borghese come, ad esempio, il nostro Meridione. Voglio puntualizzare che anch?io, come Pasolini, credo nel progresso, ma non nello sviluppo, soprattutto in questo tipo di sviluppo selvaggio ed irrazionale che Š generato dalla globalizzazione economica neoliberista.
Una speranza di palingenesi terrena, non ultraterrena...
Voglio concludere la mia analisi condotta in pieno stile pasoliniano, cioŠ in modo ?corsaro? e ?provocatorio?, con il richiamo ad una speranza e ad una volont… di palingenesi spirituale della mia terra, l?Irpinia, a cui sono visceralmente legato, nonostante tutto.
L?opera e le idee di Pasolini erano disperate, ossia prive di speranza, almeno in apparenza; in realt… erano pervase da un profondo sentimento di religiosit…, scevro tuttavia di qualsiasi forma di moralismo o di fondamentalismo. La religiosit… pasoliniana era indubbiamente laica.
D?altronde egli era un intellettuale marxista e marxisticamente ha cercato di analizzare e descrivere la realt… del suo tempo, con coraggio, lucidit… ed onest… morale ed intellettuale.
A mio parere, il compito dell?intellettuale Š certamente quello di provare ad interpretare e a conoscere la realt…, ma Š anche quello di tentare di migliorarla.
Insomma, bisogna comprendere e spiegare il reale, l?essere, ma c?Š ancora pi— bisogno di comprendere e spiegare, dunque attuare, l?ideale, il dover-essere. Ma, da solo, l?intellettuale Š impotente, per cui deve riferirsi e agganciarsi alle forze materiali e sociali presenti e operanti nella realt… in un determinato momento storico.
In tal senso, la speranza di rinascita spirituale dell?umanit…, a partire dalla mia umanit…, deve esplicarsi in un progetto di trasformazione concreta, da proporre e promuovere politicamente, ossia in sede terrena, non ultraterrena.
Si pu• e si deve cominciare dal basso, dal piccolo, dal semplice, per arrivare in alto, per pensare ed agire in grande, cambiando magari il mondo in cui viviamo.
Io ci voglio provare scrivendo queste cose. Almeno spero che servano a qualcuno e a qualcosa!
Lucio Garofalo
Ho atteso con ansia che trascorresse la ricorrenza del 30ø anniversario della tragica morte di Pier Paolo Pasolini, per provare a scrivere qualcosa su di lui, per riflettere sul prezioso senso della sua figura e della sua opera, a 30 anni di distanza dalla sua precoce scomparsa, per ragionare sull?attualit… e sulla verginit… delle sue idee cos avanzate e cos ferocemente presenti oggi pi— di ieri, in quanto hanno anticipato notevolmente i tempi.
La prima impressione che ho ricavato dalle innumerevoli, scontate ed ovvie celebrazioni dell?evento, Š la seguente.
Ormai tutti sembrano appropriarsi (o volersi appropriare) dell?eredit… del pensiero pasoliniano, da sinistra a destra, rivalutando e riabilitando post mortem un personaggio che in vita era stato scomodo a tanti e da tanti (troppi) Š stato osteggiato, perseguitato e diffamato, mentre oggi sembra far comodo a tanti, forse troppi per i suoi gusti di genio anticonformista.
Ormai il sistema sembra aver inglobato ed omologato persino le analisi e le riflessioni provocatorie e rivoluzionarie dell?intellettuale italiano (e non solo italiano) pi— geniale, pi— anticonformista e pi— eversivo del Novecento.
Ma Pasolini non pu• essere omologato e assimilato con tanta facilit…, e tantomeno le sue idee possono essere addomesticate o neutralizzate nell?atto di sposarle o ripensarle cos banalmente. Eppure, l?operazione in corso Š proprio quella di un?assimilazione politico-culturale del pensiero pasoliniano, post mortem, in piena regola!
In particolare, l?industria culturale, e lo starsistem in generale, Š ferocemente consumista ed ha cinicamente consumato i riti e le celebrazioni pasoliniane, divorando e metabolizzando il significato eversivo e rivoluzionario dell?opera di Pier Paolo Pasolini.
Chiss… che cosa avrebbe da dire oggi Pier Paolo Pasolini se fosse ancora vivo?
Chiss… quali sarebbero le sue opinioni e le sue provocazioni ?corsare? a proposito, ad esempio, della globalizzazione economica neo-liberista e del ?pensiero unico? (che Pasolini seppe intuire gi… 30 anni or sono) , della guerra ?preventiva? in Iraq e della nuova strategia del terrore globale, del ?cavaliere nero? Silvio Berlusconi e del suo pessimo governo ?clerico-fascista? in versione aggiornata, del subdolo tentativo di attuare il ?Piano di rinascita democratica? promosso della P2 di Licio Gelli, delle leggi ad personam? E, dulcis in fundo, dell?ultimo colpo di mano, quel ?golpe elettorale? pseudo-proporzionalista che non sancisce affatto la restaurazione del precedente sistema proporzionale che, non a caso, era molto pi— serio e pi— democratico di questa riedizione mistificante di un modello maggioritario travestito (appunto) di proporzionalismo. Altrimenti, quale senso e quale ruolo bisognerebbe assegnare al ?premio di maggioranza? previsto dalla proposta governativa di riforma elettorale?...
2 novembre 1975 ? 23 novembre 1980: tempo di anniversari?
Il 2 novembre scorso, e nei giorni immediatamente precedenti e successivi a quella data, si Š consumato una rituale e piatta rievocazione del 30ø anniversario della scomparsa, violenta e prematura, di Pier Paolo Pasolini.
Senza dubbio, questa morte ha costituito una perdita incolmabile per la cultura e per la societ… non solo italiana, ma universale.
Non si tratta di una frase fatta, n‚ di una banale constatazione, bens Š la scoperta, magari tardiva, da parte della collettivit… nazionale, dell?annientamento, fisico e morale, di una coscienza critica estremamente acuta e spietatamente sincera che, per quanto fosse scomoda, ingombrante e destabilizzante, soprattutto per la classe politica dirigente del nostro Stato, esprimeva comunque una voce importantissima ed un pensiero estremamente utile e necessario per capire meglio la direzione presa dalla nostra societ…, ossia dal nostro destino, a partire ovviamente dalle nostre esperienze particolari e dalle nostre realt… locali, sempre pi— omologate ad un modello dominante. In tal senso, il pensiero pasoliniano Š una preziosissima fonte di ispirazione ed un utile strumento di analisi e di interpretazione dei processi di trasformazione in atto anche nelle mia terra, l?Irpinia, negli ultimi 25 anni (25, infatti, sono gli anni trascorsi dal terribile evento tellurico del 23 novembre 1980).
La straordinaria statura morale, intellettuale ed umana di Pasolini, Š soprattutto quella di un geniale precursore del suo tempo, al punto che il suo pensiero pu• risultare ?profetico?, ma Š solo il frutto di una mente assai acuta e profonda, capace di andare oltre il suo tempo, di andare oltre i momenti e i comportamenti effimeri e transitori, di oltrepassare gli aspetti superficiali e fenomenici, per carpire a fondo la vera natura delle cose.
La validit… di molte analisi radicali e ?corsare? di Pasolini consiste nell?aver colto nel segno, molto prima di tanti altri, quei cambiamenti sociali e culturali cos profondi e drammatici della realt… italiana, che all?epoca (ossia verso la met… degli anni ?70) erano ancora ad un livello embrionale e non erano ancora emersi chiaramente in superficie.
Gi… 30 anni fa Pasolini aveva intuito in modo geniale alcuni segnali di trasformazione di natura strutturale e socio-economica, ma anche di carattere antropologico-culturale, mutamenti che all?epoca erano ancora in nuce, generati dall?avvento e dall?espansione dell?economia capitalistica e dall?imposizione di un?ideologia, quella consumistico-borghese, che Pasolini aveva riconosciuto come il nuovo, vero fascismo, anzi come il peggiore dei fascismi e dei totalitarismi dell?epoca contemporanea.
A quanto pare, non si sbagliava affatto...
Io, ad esempio, risiedo in un piccolo centro dell?Irpinia, che conta meno di 10 mila abitanti. Eppure, mi sembra di stare in una metropoli dispersiva ed alienante. Come mai?...
Probabilmente, il catastrofico sisma del 23 novembre 1980 (che rase quasi interamente al suolo il mio paese) e il successivo processo di ricostruzione urbanistica e sociale, con l?immenso fiume di denaro piovuto dall?alto, possono aver favorito, anche da noi, un?accelerazione improvvisa di quei processi di mutazione antropologica e di omologazione culturale e sociale di massa che Pasolini seppe comprendere e descrivere oltre 30 anni fa.
Infatti, l?infausta data del 23/11/80 segna e costituisce per noi irpini un vero e proprio spartiacque storico e antropologico-culturale.
Ormai non c?Š pi— alcuna differenza tra gli stili di vita e di comportamento, totalmente consumistici, degli individui che vivono in un piccolo paese delle zone interne dell?Italia meridionale, e gli abitanti di un?estesa metropoli come Roma, Milano, Torino, eccetera.
Invece, 25/30 anni fa il divario era molto maggiore, direi quasi abissale; oggi si Š ridotto in modo colossale livellandosi verso il basso.
Il predominio assoluto, e assolutistico, dell?economia di mercato, ha generato effetti di alienazione e di omologazione superiori a qualsiasi altra forma di dittatura o di sistema totalitario, dal fascismo al nazismo, e via discorrendo. Ci• che in Italia non era riuscito al regime fascista di Mussolini durante un intero ventennio, Š riuscito al modello di produzione e di consumo neocapitalista nel giro di pochi lustri. Ci• Š accaduto anche da noi, in Irpinia, una terra immobile ed immutata per secoli, stravolta e sconvolta in poco tempo, soprattutto a partire dai primi anni ?80, anche per effetto di accelerazioni causate dall?evento sismico e dai processi economico-sociali innescati dalla ricostruzione delle aree terremotate.
Lo ?spaesamento? del mio paese natale?
Oggi, il mio paese natale Š un luogo di vita alienante, sempre meno comunit… a misura d?uomo, e sempre pi— una realt… a misura di bottegai affaristi e speculatori.
Certo, da noi convivono vecchi e nuovi problemi, piaghe antiche e secolari, come il clientelismo politico-elettorale, la camorra (in Calabria c?Š la ?ndrangheta, che si Š recentemente manifestata in tutta la sua barbarie) e nuove contraddizioni sociali quali, ad esempio, la disoccupazione, le devianze giovanili, l?alienazione, l?emarginazione sociale e la disperazione che sono effetti provocati dalla modernizzazione puramente economica e materiale di una societ… che Š diventata ormai una societ… di massa.
Purtroppo, gi… da diversi anni, anche nelle nostre zone i giovani muoiono a causa di overdose di eroina e fanno uso di sostanze stupefacenti, oppure si schiantano in automobile il sabato sera, dopo una serata trascorsa in discoteca, e via dicendo?
Persino il fenomeno dell?emigrazione si Š ?aggiornato? e ?modernizzato?, nel senso che si ripropone in forme nuove e, forse, anche pi— drammatiche e pi— gravi del passato.
Infatti, una volta gli emigranti irpini, e meridionali in genere, erano lavoratori analfabeti o semianalfabeti, oggi sono in grandissima parte giovani con un elevato grado di scolarizzazione.
Inoltre, mentre gli emigranti del passato sovvenzionavano le loro famiglie rimaste nei luoghi di origine, a cui speravano di ricongiungersi il pi— presto possibile, i giovani di oggi che emigrano verso il Nord lo fanno senza pi— la speranza, n‚ l?intenzione di far ritorno alla propria terra natale, anzi molto spesso formano e crescono le loro famiglie altrove, laddove si sono economicamente sistemati. Insomma, si tratta di un?emigrazione di cervelli, ossia di giovani intellettuali sui quali le nostre comunit… hanno investito molte risorse per farli studiare.
Pertanto, questa Š la pi— grave perdita di ricchezze e di valori per le nostre zone!...
Quelle che un tempo erano piccole comunit… a misura d?uomo, depositarie di una memoria storica secolare e dotate di un profonda identit… fondata soprattutto sulle tradizioni locali e particolaristiche, oggi si sono disgregate e addirittura atomizzate, avendo perso rapidamente la propria dimensione umanistica e popolare, avendo smarrito la propria originale identit… socio-culturale, localistica e dialettale, senza tuttavia assumerne una nuova, con inevitabili e devastanti ripercussioni in termini di alienazione sociale e di vuoto esistenziale.
La ?modernizzazione? del Sud come effetto della ?post-modernizzazione? del Nord?
Sul piano strettamente economico, quella irpina non Š pi— una societ… agraria, ma non Š diventata qualcosa di veramente nuovo e diverso, ovvero non si Š trasformata completamente, e spontaneamente, in un assetto industriale vero e proprio, pur vantando antiche vocazioni artigianali e commerciali, come quelle che animano le dinamiche e lo sviluppo, forse troppo poco regolato e razionale, dell?economia del mio paese.
Oggi, a 25 anni di distanza dal terremoto, la societ… irpina Š pi— o meno un ?ibrido?, sia dal punto di vista economico-materiale, sia sotto il profilo sociale e culturale.
Certo, occorre precisare che sul versante propriamente economico-produttivo, la ?modernizzazione? delle nostre zone, che fino a pochi decenni fa erano dominate da un tipo di economia agraria, latifondistica e semi-feudale, Š avvenuta in tempi rapidi e in modo convulso e controverso. Ci• si Š determinato all?interno di un processo di ?post-modernizzazione? del sistema capitalistico su scala globale, ossia in una fase di ristrutturazione tecnologica in chiave post-industriale, delle economie neocapitalistiche pi— avanzate dell?occidente, con il trasferimento di capitali e di macchinari ormai obsoleti in alcune aree arretrate, depresse e sottosviluppate dal punto di vista capitalistico-borghese come, ad esempio, il nostro Meridione. Voglio puntualizzare che anch?io, come Pasolini, credo nel progresso, ma non nello sviluppo, soprattutto in questo tipo di sviluppo selvaggio ed irrazionale che Š generato dalla globalizzazione economica neoliberista.
Una speranza di palingenesi terrena, non ultraterrena...
Voglio concludere la mia analisi condotta in pieno stile pasoliniano, cioŠ in modo ?corsaro? e ?provocatorio?, con il richiamo ad una speranza e ad una volont… di palingenesi spirituale della mia terra, l?Irpinia, a cui sono visceralmente legato, nonostante tutto.
L?opera e le idee di Pasolini erano disperate, ossia prive di speranza, almeno in apparenza; in realt… erano pervase da un profondo sentimento di religiosit…, scevro tuttavia di qualsiasi forma di moralismo o di fondamentalismo. La religiosit… pasoliniana era indubbiamente laica.
D?altronde egli era un intellettuale marxista e marxisticamente ha cercato di analizzare e descrivere la realt… del suo tempo, con coraggio, lucidit… ed onest… morale ed intellettuale.
A mio parere, il compito dell?intellettuale Š certamente quello di provare ad interpretare e a conoscere la realt…, ma Š anche quello di tentare di migliorarla.
Insomma, bisogna comprendere e spiegare il reale, l?essere, ma c?Š ancora pi— bisogno di comprendere e spiegare, dunque attuare, l?ideale, il dover-essere. Ma, da solo, l?intellettuale Š impotente, per cui deve riferirsi e agganciarsi alle forze materiali e sociali presenti e operanti nella realt… in un determinato momento storico.
In tal senso, la speranza di rinascita spirituale dell?umanit…, a partire dalla mia umanit…, deve esplicarsi in un progetto di trasformazione concreta, da proporre e promuovere politicamente, ossia in sede terrena, non ultraterrena.
Si pu• e si deve cominciare dal basso, dal piccolo, dal semplice, per arrivare in alto, per pensare ed agire in grande, cambiando magari il mondo in cui viviamo.
Io ci voglio provare scrivendo queste cose. Almeno spero che servano a qualcuno e a qualcosa!
Lucio Garofalo