Alla cortese attenzione del direttore Antonello De Pierro.
Ho casualmente letto sul quotidiano "La Stampa" di ieri, un articolo riguardante il matematico russo Gregori Perelman, il quale Š recentemente riuscito a risolvere un probema apparentemente irrisolvibile lasciatoci in eredit… da circa cento anni dallo studioso Henri PoincarŠ, nell'inutile risoluzione del quale si sono cimentate varie generazioni di studiosi del ramo. Non Š tanto incredibile ci• che Gregori Š riuscito a fare, da solo, a mente nuda e a mani armate probabilmente solo di un foglio di carta e una matita, ma il fatto che esistano ancora oggi nel mondo della globalizzazione sbandierata anche del minimo lavoro svolto e della normale intelligenza e capacit…, e dell'ostentazione ubiquitaria dei propri meriti o demeriti (che, per assurdo, amplificati in modo opportuno dai mess-media si trasformano miracolosamente a loro volta in meriti) personaggi che credevamo scomparsi per sempre. Persone appartenenti ad un secolo di lumi grandiosi ed estinti, cos schivi, indifferenti al denaro, capaci di non presentarsi nemmeno a ritirare il milione di dollari spettante messo in premio da un noto istituto di ricerca statunitense, nŠ di presenziare a cerimonie e feste date in proprio onore laddove per essere presenti alle quali altri personaggi compierebbero qualunque genere di azione e scenderebbero a qualsiasi patto e compromesso, "storico" o meno. Gregori fa parte della categoria dei pensatori einsteiniani, o galileiani, della cerchia ristrettissima dei pochissimi giganti della storia del pensiero che si parlano tra loro anche a distanza di millenni, per istinto e senza parole, ma capaci di trasformare e rivoluzionare da soli la visione del mondo alla quale restano abbarbicati come ad una mucca da mungere gli altri paludati, autoreferenziali e applauditi - da coloro che sanno ancora meno di loro - "padroni del pensiero", poco capaci di cambiare le loro burocratiche idee altrui redditizie e radicate, e in realt… padroni del nulla, di fronte all'infinito della ricerca pura, dove ci si deve presentare umili e con la mente aperta. Agli einsteiniani Š sufficiente la soddisfazione della scoperta realmente nuova, che semplicemente ad essi si manifesta perchŠ coincide naturalmente con il loro modo di esistere e pensare e lasciano al grande numero degli uomini di scienza mediocri la corrida tra loro nella grande arena della fama effimera, dove si combatte e anche si muore di fame per fama, e si prolifera per eterne conferenze ove si dibattono gli stessi argomenti fritti e rifritti e si sopravvive per massima proliferazione di libri taglia-incolla da vanagloria d'accatto. Bravissimo, Gregori, tu sei talmente diverso da tutti loro che, se ne avessi la possibilit…, ti insignerei di almeno dieci Premi Nobel. Peccato che non andresti a ritirarne nemmeno uno. Ciao, e vivi libero.

Francesco Martin
cittadino europeo