La Terza Guerra Mondiale
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Alla cortese attenzione del direttore Antonello De Pierro
Assai facilmente si pu• toccare con mano in questi giorni la realt… mutevole delle cose dall'orizzonte degli eventi che la storia capovolge spesso capricciosamente, ma pi— ancora per gli effetti contradditori dei pensieri e delle azioni umane: pare sufficente un piccolo stormire di foglie dovuto ad un soffio di vento passeggero, o il correre di una nuvola scura lungo un cielo apparentemente terso, ed ecco che tutti i progetti politici, le grandi ambizioni sociali ed economiche, lo stesso tentato sistema di controllo dell'assetto e dell'equilibrio mondiale vacillano pericolosamente come un grande vascello che affronta la tempesta in un bicchiere d'acqua, e subito si possono vedere i caratteri degli uomini, con tutte le loro forze e debolezze assolute conviventi obbligatoriamente insieme. E' stata realmente "giusta" la guerra liberatoria dell'Iraq? PerchŠ non domandarsi allora se era giusta l'ultima Guerra Mondiale scorsa, e la lotta di liberazione dalle dittature di allora, che, senza l'intervento dell'America, molto probabilmente perdurerebbero in un'Europa assai diversa da quella che conosciamo oggi, alla cui libert… menomata le generazioni successive a quelle che scatenarono e combatterono quella guerra si adatterebbero in maggioranza per semplice imprinting ambientale e biologico? Certo, a nessuno piacciono le guerre, che hanno comunque sempre fatto parte della natura umana, ma consideriamo che, in assenza di lotta e contrasto, i regimi tirannici hanno la tendenza altrettanto naturale ad imporsi, crescere e proliferare nelle coscienze collettive fino a diventare parte integrante della realt… circostante, della quale assumono il controllo, per mantenere il quale ottenebrano progressivamente con la forza e la minaccia le coscienze tendenzialmente libere della maggior parte dei cittadini che diventano schiavi sottomessi, prima quasi senza accorgersene, poi per abitudine, quindi per costrizione, fino a convincersi della loro necessaria ineluttabilit… e giungere all'acclamazione delle dittature che li privano della libert… che ognuno dovrebbe invece avere assicurata e garantita dalla nascita. E' questo il punto: se i cittadini di una nazione tirannica accettano e acclamano i loro dittatori, dobbiamo considerare leciti quei regimi? In teoria s, poichŠ spetterebbe ai popoli medesimi ribellarsi ai satrapi, rovesciarli e istituire nuovi sistemi democratici, mentre tutti gli altri Stati dovrebbero rimanere neutrali. In pratica no, dato che la comprensione e la messa in cantiere dei sistemi democratici e liberali, anche nel progredito Occidente ha richiesto secoli di preparazione culturale delle nascenti elites intellettuali borghesi, ideologicamente alla base degli stessi moti proletari ed operai e seguenti esiti rivoluzionari, alla caduta delle monarchie, alla fine del latifondo e alla nascita della produzione e del commercio industriale che ha trasformato in alcune Nazioni molti operai in piccoli e grandi industriali liberi, e, in altri, li ha mantenuti al livello di semplici lavoratori sottomessi a dittature costruite "in nome della libert…", che hanno come primo comandamento quello che non si pu• fuggire da esse verso altri luoghi diversi, ed Š vietata la libera critica costruttiva che Š alla base di tutte le democrazie. Allora i tempi erano lenti e lunghi, mentre oggi sono brevi e veloci: pu• il Mondo avanzato, che progredir… ad un ritmo ancora pi— sostenuto nei prossimi anni, e diffonde ovunque idee di libert…, produzione di benessere, offerta di opportunit…, attendere che i popoli ancora sottomessi alla povert…, alla mancanza di libert…, alle malattie, alle nefaste ideologie terroristiche propagandate dai tiranni che giocano il tutto per tutto per conservare il loro potere, si liberino da soli, quando manca loro per causa di oppressione capillare anche la minima opportunit… di confrontare idee nuove, di potersi organizzare, di fondare partiti alternativi, di poter gridare al mondo il loro stato di uomini-schiavi? Allora qualcuno, per favore, mi spieghi chiaramente: in quale maniera una Nazione libera e democratica dovrebbe rapportarsi con una Nazione oppressiva e tirannica? Accettandola come un normale evento naturale? Immaginando di convincere il dittatore ad abbandonare il campo con le parole e le buone maniere? Imponendo embarghi dei quali il tiranno ride, scaricandoli sul proprio popolo che, adattato a portare pesi indicibili, ne porter… ancora uno in pi—, mentre lui continuer… la bella vita di prima? Gli U.S.A., almeno, hanno provato a fare qualcosa di pratico, come Š nel loro costume hanno agito, offrendo al mondo un esempio che stanno pagando in prima persona, assumendosene ogni responsabilit… storica, e ottenendo, per intanto, la caduta di un satrapo, cos come ottennero alla fine della Seconda Guerra Mondiale la resa del Giappone usando un'arma orribile, certo, ma forse l'unica possibile allora per fermare un'altra dittatura che avrebbe combattuto, per folla ed esaltazione, fino all'ultimo uomo. Sono contenti gli iracheni di essere oggi pi— liberi? Io penso di s, anche se stanno vivendo il loro periodo storico di dopoguerra postmoderno. Cosa faranno di quella libert… dipende da loro in seguito, ma l'opportunit… Š stata data. Sarebbero felici o no gli abitanti della Birmania, della Corea del Nord, di Cuba, dell'Iran, di altre decine di Nazioni simili nel Mondo, di essere liberati dai regimi cui sono sottoposti, oppure stanno bene cos come sono? Facciamo quel sondaggio che riuscirebbe comunque impossibile, o immaginiamo, pensiamo e cerchiamo di fare qualcosa per tutti loro, che hanno avuto la sfortuna di nascere in paesi bellissimi, ma oppressi? Su questo dovrebbero meditare tutte quelle forze politiche troppo attente a non sporcarsi le mani con la Storia che domani potrebbe improvvisamente diventare incontrollabile e travolgerli proprio perchŠ hanno cercato di evitarla per piccolo opportunismo, e che sono solo capaci di esporre critiche generiche ed ideologiche, mentre non offrono fatti concreti, se non, forse, il pietoso terzomondismo puerile e peloso di comodo, unito alla sottovalutazione delle tiranne che fingono di non conoscere, o, persino, all'omaggio al dittatore cos esotico, quasi amico e gentile, ma ben lontano dalle loro comode case e dal loro modo di vivere, che diviene, infine, vera e propria collusione con i vari tiranni del mondo i quali, maestri dell'arte del controllo del potere e delle coscienze, aggiungono nuove fondamenta ideali e materiali, rinsaldate in territori liberali occidentali, ai loro Palazzi del Terrore e dell'Orrore, e rinforzano ancora di pi— i loro regimi antidemocratici sfruttando tutte le nostre debolezze democratiche possibili.
Francesco Martin cittadino europeo
Assai facilmente si pu• toccare con mano in questi giorni la realt… mutevole delle cose dall'orizzonte degli eventi che la storia capovolge spesso capricciosamente, ma pi— ancora per gli effetti contradditori dei pensieri e delle azioni umane: pare sufficente un piccolo stormire di foglie dovuto ad un soffio di vento passeggero, o il correre di una nuvola scura lungo un cielo apparentemente terso, ed ecco che tutti i progetti politici, le grandi ambizioni sociali ed economiche, lo stesso tentato sistema di controllo dell'assetto e dell'equilibrio mondiale vacillano pericolosamente come un grande vascello che affronta la tempesta in un bicchiere d'acqua, e subito si possono vedere i caratteri degli uomini, con tutte le loro forze e debolezze assolute conviventi obbligatoriamente insieme. E' stata realmente "giusta" la guerra liberatoria dell'Iraq? PerchŠ non domandarsi allora se era giusta l'ultima Guerra Mondiale scorsa, e la lotta di liberazione dalle dittature di allora, che, senza l'intervento dell'America, molto probabilmente perdurerebbero in un'Europa assai diversa da quella che conosciamo oggi, alla cui libert… menomata le generazioni successive a quelle che scatenarono e combatterono quella guerra si adatterebbero in maggioranza per semplice imprinting ambientale e biologico? Certo, a nessuno piacciono le guerre, che hanno comunque sempre fatto parte della natura umana, ma consideriamo che, in assenza di lotta e contrasto, i regimi tirannici hanno la tendenza altrettanto naturale ad imporsi, crescere e proliferare nelle coscienze collettive fino a diventare parte integrante della realt… circostante, della quale assumono il controllo, per mantenere il quale ottenebrano progressivamente con la forza e la minaccia le coscienze tendenzialmente libere della maggior parte dei cittadini che diventano schiavi sottomessi, prima quasi senza accorgersene, poi per abitudine, quindi per costrizione, fino a convincersi della loro necessaria ineluttabilit… e giungere all'acclamazione delle dittature che li privano della libert… che ognuno dovrebbe invece avere assicurata e garantita dalla nascita. E' questo il punto: se i cittadini di una nazione tirannica accettano e acclamano i loro dittatori, dobbiamo considerare leciti quei regimi? In teoria s, poichŠ spetterebbe ai popoli medesimi ribellarsi ai satrapi, rovesciarli e istituire nuovi sistemi democratici, mentre tutti gli altri Stati dovrebbero rimanere neutrali. In pratica no, dato che la comprensione e la messa in cantiere dei sistemi democratici e liberali, anche nel progredito Occidente ha richiesto secoli di preparazione culturale delle nascenti elites intellettuali borghesi, ideologicamente alla base degli stessi moti proletari ed operai e seguenti esiti rivoluzionari, alla caduta delle monarchie, alla fine del latifondo e alla nascita della produzione e del commercio industriale che ha trasformato in alcune Nazioni molti operai in piccoli e grandi industriali liberi, e, in altri, li ha mantenuti al livello di semplici lavoratori sottomessi a dittature costruite "in nome della libert…", che hanno come primo comandamento quello che non si pu• fuggire da esse verso altri luoghi diversi, ed Š vietata la libera critica costruttiva che Š alla base di tutte le democrazie. Allora i tempi erano lenti e lunghi, mentre oggi sono brevi e veloci: pu• il Mondo avanzato, che progredir… ad un ritmo ancora pi— sostenuto nei prossimi anni, e diffonde ovunque idee di libert…, produzione di benessere, offerta di opportunit…, attendere che i popoli ancora sottomessi alla povert…, alla mancanza di libert…, alle malattie, alle nefaste ideologie terroristiche propagandate dai tiranni che giocano il tutto per tutto per conservare il loro potere, si liberino da soli, quando manca loro per causa di oppressione capillare anche la minima opportunit… di confrontare idee nuove, di potersi organizzare, di fondare partiti alternativi, di poter gridare al mondo il loro stato di uomini-schiavi? Allora qualcuno, per favore, mi spieghi chiaramente: in quale maniera una Nazione libera e democratica dovrebbe rapportarsi con una Nazione oppressiva e tirannica? Accettandola come un normale evento naturale? Immaginando di convincere il dittatore ad abbandonare il campo con le parole e le buone maniere? Imponendo embarghi dei quali il tiranno ride, scaricandoli sul proprio popolo che, adattato a portare pesi indicibili, ne porter… ancora uno in pi—, mentre lui continuer… la bella vita di prima? Gli U.S.A., almeno, hanno provato a fare qualcosa di pratico, come Š nel loro costume hanno agito, offrendo al mondo un esempio che stanno pagando in prima persona, assumendosene ogni responsabilit… storica, e ottenendo, per intanto, la caduta di un satrapo, cos come ottennero alla fine della Seconda Guerra Mondiale la resa del Giappone usando un'arma orribile, certo, ma forse l'unica possibile allora per fermare un'altra dittatura che avrebbe combattuto, per folla ed esaltazione, fino all'ultimo uomo. Sono contenti gli iracheni di essere oggi pi— liberi? Io penso di s, anche se stanno vivendo il loro periodo storico di dopoguerra postmoderno. Cosa faranno di quella libert… dipende da loro in seguito, ma l'opportunit… Š stata data. Sarebbero felici o no gli abitanti della Birmania, della Corea del Nord, di Cuba, dell'Iran, di altre decine di Nazioni simili nel Mondo, di essere liberati dai regimi cui sono sottoposti, oppure stanno bene cos come sono? Facciamo quel sondaggio che riuscirebbe comunque impossibile, o immaginiamo, pensiamo e cerchiamo di fare qualcosa per tutti loro, che hanno avuto la sfortuna di nascere in paesi bellissimi, ma oppressi? Su questo dovrebbero meditare tutte quelle forze politiche troppo attente a non sporcarsi le mani con la Storia che domani potrebbe improvvisamente diventare incontrollabile e travolgerli proprio perchŠ hanno cercato di evitarla per piccolo opportunismo, e che sono solo capaci di esporre critiche generiche ed ideologiche, mentre non offrono fatti concreti, se non, forse, il pietoso terzomondismo puerile e peloso di comodo, unito alla sottovalutazione delle tiranne che fingono di non conoscere, o, persino, all'omaggio al dittatore cos esotico, quasi amico e gentile, ma ben lontano dalle loro comode case e dal loro modo di vivere, che diviene, infine, vera e propria collusione con i vari tiranni del mondo i quali, maestri dell'arte del controllo del potere e delle coscienze, aggiungono nuove fondamenta ideali e materiali, rinsaldate in territori liberali occidentali, ai loro Palazzi del Terrore e dell'Orrore, e rinforzano ancora di pi— i loro regimi antidemocratici sfruttando tutte le nostre debolezze democratiche possibili.
Francesco Martin cittadino europeo