La parabola di Walter, dal Pci al Pd
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Nel 1976 inizia la sua carriera politica nel Partito Comunista. Nel 1994 si candida alla segretaria ma viene sconfitto da D'Alema. Nel '96 è il vicepremier con Prodi. Due volte sindaco di Roma, nel 2007 inizia l'avventura alla guida del Pd
Roma (Adnkronos) - Alla fine Walter Veltroni ha lasciato la guida del Pd, dopo sedici mesi al timone della formazione politica erede dell'esperienza ulivista, che poco meno di due anni fa era stata battezzata come la novità più rilevante nel panorama politico italiano.
Un addio ai vertici del Pd che ha avuto come causa scatenante la secca sconfitta patita dal candidato del centrosinistra alla presidenza della Regione Sardegna Renato Soru che pure con le sue dimissioni nel novembre dello scorso anno aveva creato non pochi problemi allo stesso centrosinistra, poi ricompattatosi per necessità sul nome dell'ex Governatore sardo.
Cinquantaquattro anni, sposato, due figlie, Veltroni si avvicina alla politica nel 1976, quando a 21 anni, viene eletto consigliere comunale di Roma nelle liste del Pci, mantenendo questa carica fino al 1981. Nel 1987 diviene per la prima volta deputato. Un anno dopo entra nel Comitato centrale del Pci, ed e' tra quanti sono favorevoli alla svolta della Bolognina di Achille Occhetto e alla nascita del Partito democratico della sinistra. Nel 1992 viene scelto come direttore de L'Unità, lo storico quotidiano fondato da Antonio Gramsci ed acquistato qualche mese fa proprio da Renato Soru. Due anni dopo la base del partito lo candida a segretario nazionale, ma Veltroni viene sconfitto da Massimo D'Alema per 249 voti a 173.
Nel 1996 Romano Prodi lo chiama a condividere la leadership de l'Ulivo e, dopo la vittoria della coalizione del centrosinistra, diventa vicepresidente del Consiglio e ministro dei Beni Culturali e ambientali con l'incarico per lo spettacolo e lo sport. Nel 1998, dopo la caduta del governo Prodi, torna a concentrarsi sul partito, nel quale intanto sono confluite formazioni di varia ispirazione, laiche e cattoliche (Sinistra repubblicana, Cristiano-sociali, Comunisti unitari, Laburisti), e che compie un ulteriore passo in avanti trasformandosi in Ds, Democratici di sinistra. Nel 2001 venne scelto dal centrosinistra come candidato a sindaco di Roma in risposta alla Casa delle liberta' che aveva indicato Antonio Tajani di Forza italia. Veltroni diventa primo cittadino della Capitale ottenendo il 53% dei consensi. Cinque anni dopo viene riconfermato sindaco della Capitale con il 61,45% dei voti, miglior risultato nella storia delle elezioni comunali di Roma con l'elezione diretta del sindaco, con cui batte il candidato della Cdl Gianni Alemanno.
Dal maggio 2007 Veltroni entra a far parte del Comitato nazionale per il Pd che conta 45 componenti e riunisce i leader delle diverse anime del partito. Veltroni viene candidato alla guida della nuova formazione politica, sostenuto da larga parte della Quercia e da ampi settori della Margherita, e affiancato, in ticket, da Dario Franceschini, presidente dei deputati dell'Ulivo. Veltroni presenta la sua candidatura alle primarie del partito il 27 giugno in un discorso al 'Lingotto' di Torino. Il Partito democratico nasce ufficialmente il 14 ottobre dello stesso anno e Veltroni è eletto segretario con il 75% dei voti. Nell'aprile dello scorso anno il primo, impegnativo, banco di prova: le elezioni politiche, che però consegnano la vittoria a Silvio Berlusconi e al Pdl.