Roma - I dati parlano chiaro. E spaventano. In Italia si trovano attualmente circa 2.700 cittadini romeni che sono in carcere in attesa di giudizio o condannati in via definitiva.

 Non solo. Sul territorio italiano si trova oltre il 40 per cento dei romeni ricercati con mandato internazionale. A rendere pubblici i dati sulla criminalità romena è stato lo stesso ministro della Giustiza romeno Catalin Preodiu nel corso di una conferenza stampa a Bucarest.

I dati della criminalità romena Alla data del 19 febbraio nei penitenziari italiani erano ospitati 1.773 cittadini romeni, su cui non sono state emesse condanne definitive. Il Guardasigilli romeno ha precisato che 1.626 sono uomini e 147 donne. Per quanto riguarda i cittadini romeni che stanno scontando una pena nelle carceri italiane, 902 sono uomini e 51 donne, ha aggiunto il ministro. "Dal 2007, lo Stato italiano ha sollecitato il trasferimento verso i penitenziari romeni di 57 condannati, di questi, 13 sono stati oggetto di tale misura - ha spiegato Predoiu - In nessun caso una condanna pronunciata dalla giustizia italiana non viene riconosciuta in Romania".

Misure di estradizione ostacolate Il ministro ha sottolineato che il 40% dei ricercati con mandato internazionale da Bucarest si trova in Italia, ma le procedure per l’estradizione "stanno incontrando difficoltà". Il ministro ha per questo fatto appello ai "magistrati italiani a fare il possibile affinché le procedure vengano accelerate". Secondo i dati diffusi dal ministro la maggior parte dei romeni in carcere si dividono tra i penitenziari del Lazio (127), del Piemonte (116) e della Sicilia (114). P redoiu ha detto che la Romania è disposta ad accogliere i detenuti condannati in via definitiva e precisato che dei 953 romeni condannati al momento in via definitiva in Italia, le autorità di Roma, dal 2007 a oggi, hanno sollecitato 57 trasferimenti nelle prigioni romene. Dei 57, 13 sono stati trasferiti in Romania e otto liberati con la condizionale dalle autorità italiane, anche se la giustizia romena aveva approvato le decisioni di trasferimento. Entro un mese o due è atteso l’ok definitivo di Bucarest per altri quattro trasferimenti, mentre per altri 32 casi le procedure sono in corso.

L'accordo con l'Italia Precisando che le procedure di rimpatrio durano quattro-cinque mesi perché in certi casi la documentazione è incompleta, Predoiu ha detto che lo scorso ottobre, per il vertice intergovernativo Italia-Romania a Roma, quando lui era sempre guardasigilli, ha concordato con il collega Angelino Alfano che "tra i due stati il quadro della cooperazione giudiziaria bilaterale è adeguato e sufficiente e non va modificato". Secondo l’accordo, "serve soltanto una più rapida applicazione della legislazione", ha detto Predoiu precisando che la cooperazione con l’Italia è regolata dalla Convenzione del Consiglio d’Europa del 1983 e dall’accordo bilaterale del 2003. "Né la convenzione dell’83 nè l’accordo del 2003 prevedono l’obbligo degli Stati di trasferire automaticamente i propri cittadini condannati nell’altro Paese,prevedono invece l’obbligo di cooperare in simili trasferimenti". In basi ai due documenti, "le decisioni di trasferimento avvengono caso per caso a seconda della situazione giuridica individuale".

Frattini: "Condannati tornino a Bucarest" La presunzione di innocenza è un giusto principio, ma il fatto è che ci sono centinaia romeni in Italia con condanne definitive, che dovrebbero scontare la sentenza in patria. Il ministro degli Esteri, Franco Frattini, ha spiegato la necessità che le persone condannate in via definitiva "scontino la propria condanna in Romania proprio perché la Romania ha carceri europei". Il titolare della Farnesina ha, poi, inquadrato il caso dei romeni arrestati in flagranza di reato. "Quando si arresta una coppia che sta rivernicendo la casa dagli schizzi di sangue dalle pareti e ha in casa una valigia con i pezzi di una persona appena uccisa" non si può parlare di presunzione di innocenza. "Vengano processati in italia con il rigore della legge italiana". Insomma, "in Italia ci sono 990mila rumeni accolte amici come come persone per bene che lavorano", ha concluso Frattini chiedendo alla Romania garanzie per "temperare l’effetto delle restanti 10mila persone che saranno pure una minoranza ma fanno un pò impressioni all’opinione pubblica".

Il premier Geoana: "Xenofobia inaccettabile"  Il presidente del Senato romeno Mircea Geoana ha definito "inaccettabile" l’approccio di natura xenofoba e razzista contro l’intera comunità romena in Italia. "Sono inaccettabili gli approcci di natura xenofoba e razzista contro l’intera comunità romena in Italia", ha detto Geoana che è anche il leader del Partito socialdemocratico. Allo stesso tempo, Geoana ha parlato della necessità di "condannare con più fermezza i casi di violenza e criminalità commessi da alcuni romeni in Italia". Secondo il presidente del Senato romeno, "in questo momento, sullo sfondo della crisi economica, è riapparsa la tentazione di alcuni leader politici italiani di incriminare la comunità romena nel suo complesso".

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