‘Ronde rosa’ a Roma, la reazione di De Pierro
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Il presidente dell’Italia dei Diritti: “Un’inutile carnevalata”
Roma - “Oggi possiamo anche accettare questa carnevalata delle ‘ronde rosa’, ma da domani bisogna cominciare a guardare umilmente la pura realtà ed evitare di offuscare la vista dei cittadini con fumose esternazioni propagandistiche”.
Questo il commento a caldo di Antonello De Pierro, presidente del movimento Italia dei Diritti, alle cosiddette ‘ronde rosa’, che ieri hanno visto impegnate alcune donne nel quartiere Eur di Roma su iniziativa de La Destra. Obiettivo dichiarato, salvaguardare la sicurezza sul territorio.
A questo proposito, il presidente dell’Italia dei Diritti afferma: “Capisco che il folclore fa sempre un certo effetto sulla massa, ma ciò conduce in una dimensione onirica, non risolvendo affatto i problemi. Vero è che la Costituzione, nonché la legge 121/81, prevede una fattiva collaborazione dei cittadini, ma non intesa come una semi-sostituzione di chi è deputato a svolgere certi compiti per cui è stato addestrato. Il codice penale prevede anche l’arresto da parte dei privati, ma penso che le statistiche siano molto scarne in questo senso”.
Per quanto riguarda l’efficacia dell’iniziativa, De Pierro asserisce con certezza: “Le ronde non fanno altro, come gli uomini dell’esercito, magari in tuta mimetica, che accrescere il senso di insicurezza della gente e far maturare, inconsciamente, nelle menti dei cittadini, un senso di giustizia fai-da-te. Questi provvedimenti, attuati tra l’altro in maniera alquanto confusa, non riescono a nascondere gravi falle nell’attuale gestione governativa e amministrativa. Non si può pensare di colmare ingenti tagli al comparto sicurezza, o la soppressione di posti di polizia fondamentali in chiave logistica, con rimedi inutili come questo. Per il teatro ci sono i luoghi deputati - ironizza il presidente dell’Italia dei Diritti - la gente in strada vuole la concretezza e quindi le divise delle forze di polizia, con il senso di sicurezza che queste ultime apportano”.
Antonello De Pierro continua poi la sua riflessione con tali parole: “Non riusciamo ad accettare che contribuiscano in termini di prevenzione e soppressione dei reati alcuni pregiudicati che bellamente occupano alcuni scranni del Parlamento. A questo proposito, credo che le loro condanne definitive non consentano loro di legiferare in tali materia”.
L’Italia dei Diritti, nella persona del suo presidente, chiede infine di rivedere il piano sulla sicurezza, incrementando la presenza di poliziotti sul territorio, dando incentivi agli appartenenti alle forze dell’ordine per interventi fuori dal servizio e recuperando unità operative andando ad attingere negli uffici burocratici dei corpi stessi. Secondo De Pierro, infatti: “Troppo spesso risiedono in essi i figli o gli amici degli amici. E’ quasi matematicamente impossibile che in una città come Roma, nel luogo in cui si consuma un reato, non ci sia un poliziotto, un carabiniere, un finanziere, un agente di polizia penitenziaria o delle guardie forestali, in servizio o in borghese. Infatti, spesso, molti di essi, o per mancanza dell’addestramento necessario, o per scarsa motivazione, evitano di intervenire se non proprio costretti dalle circostanze”.