Gli studenti dicono addio ai giudizi, tornano i voti. Gelmini: bocciati con il 5 in condotta
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Meloni: ''Si ridà autorevolezza all'istituzione'' . Il ministro dell'Istruzione: ''Il Consiglio dei ministri ha approvato il regolamento sulla valutazione degli alunni dalle elementari alle superiori''. E spiega: ''Farà media non solo il profitto conseguito in singole materie ma anche il comportamento e il voto in educazione fisica''
Roma (Adnkronos/Ign) - ''Il Cdm ha approvato il regolamento sulla valutazione degli studenti nella scuola primaria e secondaria di secondo grado, quindi dalle elementari alle superiori''.
Lo ha annunciato il ministro dell'Istruzione, Maria Stella Gelmini, nel corso della conferenza stampa che è seguita al Consiglio dei ministri. ''Si passa da una valutazione espressa in giudizi a una valutazione espressa in decimi'', afferma il ministro. Quanto ai nuovi criteri del voto in condotta, ''farà media non solo il profitto conseguito in singole materie ma anche la valutazione del comportamento'' e ''con il 5 si verrà bocciati'' dice la Gelmini.
Che sottolinea: ''Si superano i giudizi, a volte un po' fantasiosi e poco chiari e si torna al voto, elemento di chiarezza e responsabilizzazione degli studenti''. Il giudizio sintetico del docente resta solo per l'insegnamento della religione cattolica. Per il resto, i giudizi lasciano il posto ai numeri. Ciò vale anche per l'insegnamento della musica. E, per la valutazione degli alunni delle scuole superiori, farà media anche il voto in educazione fisica.
Il voto in condotta sarà espresso in giudizio solo per gli alunni delle scuole elementari. In base al regolamento gli studenti della scuola superiore saranno ammessi direttamente agli esami di Stato se, in quarta, hanno conseguito otto decimi in tutte le materie e in condotta, oppure quelli che hanno ottenuto una votazione non inferiore al sette in tutte le materie, otto in condotta nelle classi seconda e terza.
Dunque con il nuovo regolamento si stabilisce che il 5 in condotta porterà alla non ammissione all'anno successivo o all'esame di Stato e concorrerà alla determinazione dei crediti scolastici. Il ministro Gelmini ha spiegato che ''l'insufficienza sarà attribuita dal collegio dei docenti per avere una valutazione puntuale, frutto di una valutazione meditata'' e sarà decisa ''per gravi violazioni dei doveri degli studenti definiti dallo Statuto delle studentesse e degli studenti''.
I docenti potranno decidere, quindi, di dare un'insufficienza in condotta: a chi non frequenta regolarmente i corsi e non assolve assiduamente agli impegni di studio; a chi non rispetta il capo di istituto, i docenti, il personale della scuola e i compagni; a chi non osserva le disposizioni organizzative di sicurezza dettate dai regolamenti dei singoli istituti; agli studenti che non usano correttamente strutture, macchinari e sussidi didattici; agli alunni che danneggiano il patrimonio della scuola.
In base al regolamento, comunque, per prendere un 5 in condotta si deve aver già preso una sanzione disciplinare. Se il comportamento indisciplinato si ripete, l'insegnante, insieme al collegio docenti, potrà attribuire l'insufficienza.
''Con questo provvedimento si vuole introdurre una valutazione del comportamento che rappresenta un premio per la stragrande maggioranza degli studenti che hanno comportamenti corretti - ha puntualizzato la Gelmini - Un modo per premiare chi si comporta bene e, non per punire, ma per educare gli indisciplinati. E' un modo per responsabilizzare gli insegnanti, per restituire alla scuola il ruolo di agenzia educativa". "Il voto in condotta - ha concluso - è legato alla reintroduzione dell'educazione alla cittadinanza".
Soddisfatta il ministro della Gioventù, Giorgia Meloni, che giudica il voto in condotta ''uno strumento importante per arginare e combattere i crescenti fenomeni del bullismo e di devianza giovanile nelle scuole''. ''Così come è stato impostato - aggiunge Meloni - fornisce un'importante indicazione culturale: si restituisce autorevolezza alla scuola, agli insegnanti e al percorso didattico ed educativo. Si stabiliscono infatti delle regole precise che devono essere rispettate, e la violazione grave e ripetuta delle quali comporta sanzioni adeguate''.
Critico invece Beppe Fioroni, responsabile Pd Area Educazione, per il quale il 5 in condotta, ''senza una parallela azione di recupero dei ragazzi e senza aiutare le scuole, ormai allo stremo per mancanza di risorse e personale'' rischia di diventare ''un inutile spot''.
''Un trucco per distrarre l'attenzione dalle condizioni disastrose in cui versa la nostra scuola - gli fanno eco il responsabile Scuola del Pd, Mariangela Bastico, e la capogruppo del Pd in commissione cultura, Manuela Ghizzoni - Le scuole non possono funzionare senza risorse e non devono essere costrette a scaricare sui genitori i mancati trasferimenti del ministero della Pubblica Istruzione''.