Italia dei Diritti e prostituzione, panico tra i clienti
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Il presidente Antonello De Pierro illustra le reazioni e i risultati dell’iniziativa di pubblicazione delle targhe dei clienti sul web e denuncia il fallimento dei provvedimenti istituzionali
Roma - “La nostra iniziativa ha determinato vibranti proteste da parte di alcuni clienti che ci hanno telefonato lamentando l’insorgere di discordie familiari.
Per due di loro sono addirittura iniziate le pratiche legali per la separazione. Anche per questo abbiamo temporaneamente abbassato il livello di guardia, non vogliamo affatto passare per coloro che rovinano le famiglie. Semplicemente vogliamo tutelare un diritto e perseguire un obiettivo che dovrebbe essere garantito istituzionalmente”. Così si esprime Antonello De Pierro, presidente del movimento Italia dei Diritti, illustrando la sua battaglia sociale - iniziata già nei primi giorni di dicembre 2008 - di pubblicare su un apposito blog (www.targheclienti.wordpress.com) le targhe dei clienti del sesso, come deterrente assai più incisivo per debellare la piaga della prostituzione nelle strade della capitale.
“Il ritorno in strada di prostitute e transessuali - continua De Pierro - quasi ai livelli precedenti l’ordinanza di Alemanno, sancisce il fallimento totale del provvedimento comunale. È singolare che, passato l’impatto iniziale, la giunta di centro-destra non ne parli più, come se il problema fosse definitivamente risolto. Gli unici ad essere titubanti - aggiunge - sono alcuni clienti, non certo per l’ordinanza Alemanno, ma per la nostra concreta iniziativa di procedere alla pubblicazione delle targhe sul web. Infatti, man mano che noi abbiamo abbassato la guardia, a livello di verifiche e controlli, i clienti sono tornati ad essere presenti in maniera capillare”.
“Noi dell’Italia dei Diritti - afferma determinato De Pierro - continueremo con questa iniziativa, seppur a livelli più blandi, anche se crediamo di aver dimostrato che con i provvedimenti reali si ottengono risultati. Il fenomeno si può arginare solo con la reale volontà e non con gli slogan propagandistici e strumentali. Purtroppo - chiosa polemico - nelle istituzioni manca questa volontà di risolvere le cose, si fa credere alla gente che si sta facendo qualcosa, ma di fatto non si conclude nulla”.