Obama apre all'Iran: "Superiamo trent'anni di conflitti"
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"Una stagione di nuovi inizi". Con una mossa a sorpresa il presidente Usa Obama si è rivolto in un messaggio tv agli iraniani: "Superiamo trent'anni di ostilità". Reazioni favorevoli di Ue e Russia
«Un nuovo giorno», «una stagione di nuovi inizi». Con una mossa a sorpresa senza precedenti, il presidente degli Stati Uniti Barack Obama si è rivolto direttamente con un messaggio televisivo al popolo e al governo dell'Iran, in occasione del capodanno persiano.
La mossa di Obama, per chiedere all'Iran di riprendere, ma con «reali responsabilità », il proprio posto in seno alla comunità internazionale dopo un isolamento di quasi 30 anni, è stata cautamente accolta a Teheran, dove al di là delle parole, spiegano fonti ufficiali, si aspettano fatti concreti.
La mossa del presidente degli Stati Uniti ha suscitato entusiasmo in Europa. Le reazioni sono state tutte ampiamente positive: dal ministro degli esteri italiano Franco Frattini al responsabile per la politica estera dell'Ue Javier Solana, dal presidente francese Nicolas Sarkozy al cancelliere tedesco Angela Merkel. Per Frattini, Obama con il suo messaggio «dimostra una grande leadership» e coglie «un punto concreto» perchè «senza l'Iran è difficile stabilizzare la regione». «Spero che possa aprirsi un nuovo capitolo nelle relazioni con l'Iran», ha detto dal canto suo Solana, aggiungendo, «penso che si tratti di un messaggio molto costruttivo» ed auspicando che «l'Iran presti attenzione» ad Obama.
Dopo aver ricordato che «per quasi tre decenni, i rapporti tra le nostre nazioni sono stati tesi», nel suo messaggio Obama ha detto che nelle celebrazioni per il capodanno «c'è la promessa di un nuovo giorno». «Quindi - ha aggiunto il presidente degli Stati Uniti - in questa stagione di nuovi inizi, vorrei parlare con chiarezza ai leader dell'Iran», attraverso «un approccio che sia onesto e fondato sul rispetto reciproco». Contrariamente all'Europa, l'apertura di Obama non ha suscitato entusiasmi in Israele, il paese che il presidente iraniano Mahmud Ahmadinejad ha ripetutamente minacciato di cancellare dalle carte geografiche.
È anche vero che il paese si trova attualmente senza governo e l'unico gesto concreto è stato quello del presidente Shimon Peres, un laburista. Esprimendosi in farsi, Peres ha fatto anche lui gli auguri al popolo iraniano sul canale in persiano della radio israeliana, e i media americani hanno tenuto a sottolineare il parallelismo (e la coincidenza) con l'iniziativa di Obama. In realtà il messaggio di Peres non parla affatto di dialogo con le autorità di Teheran contrariamente a quello dell'inquilino della Casa Bianca. Il presidente israeliano chiede al «nobile popolo iraniano» di liberarsi di «un regime oppressivo e fanatico» per riallacciare relazioni armoniche con Israele. Rinunciare ad appoggiare Israele è una delle esigenze del regime iraniano per avviare relazioni normali con Washington, oltre ad una serie di scuse per il passato e la revoca delle sanzioni per lo sviluppo del nucleare, che Teheran ribadisce avere scopi esclusivamente civili. Ma si tratta di una retorica prevista - si sottolinea a Washington - e ci vorrà qualche giorno per capire se l'Iran è davvero pronto a raccogliere l'offerta americana.
Un primo barometro sarà quello della partecipazione (e del comportamento) di Teheran ad una serie di appuntamenti internazionali, dedicati tra l'altro all'Afghanistan. Rispondendo ad una domanda, il portavoce di Obama, Robert Gibbs, ha detto che «la palla si trova nel campo dell'Iran», dato che tocca a Teheran decidere se rispondere o meno all'apertura statunitense. Nell'Iran che festeggia Nowruz, chiusi giornali e agenzie di stampa ufficiali, l'apertura di Obama viaggia sul web e su Facebook dilagano i commenti degli iraniani.