È durato 4 giorni il processo contro Josef Friztl: ha stuprato per 24 anni la figlia segregata e ha ucciso uno dei 7 figli nati dall'incesto. L'imputato, riconosciuto colpevole di tutti reati, ha accettato la pena

 

 

Le vittime di 8516 giorni di orrore avranno giustizia. È stato condannato all'ergastolo il loro torturatore Josef Friztl, il mostro di Amstetten (cittadina di 23 mila anime in Bassa Austria), il padre-stupratore che ha abusato sessualmente per 24 anni della figlia Elisabeth, rinchiusa in un bunker sotto terra, e le ha fatto mettere al mondo sette figli, sopravvissuti grazie all'amore della loro mamma.

 Che da sola li ha partoriti al buio, li ha allattati come cuccioli e, in tutto il male possibile, ha dato loro una chance di vita. Elisabeth, un'eroina dei nostri tempi, ha così commentato la sentenza contro il padre: «Dovrà pagare fino alla fine dei suoi giorni». Josef Fritzl, 73 anni, sconterà la pena in un istituto psichiatrico destinato, secondo la dicitura austriaca, «a criminali psichicamente abnormi».

«Accetto la sentenza» ha detto con voce ferma, rinunciando pure a consultarsi con l'avvocato. L'ha capita? Ha capito le conseguenze?: «Ja, Ja» ha risposto per due volte. Questione di ore è sarà trasferito dal carcere di St. Poelten dove è stato portato dopo il suo arresto a fine aprile 2008, nell'istituto Mittersteig a Vienna. Il processo al Tribunale di St. Poelten, assediato da un esercito di giornalisti e cinereporter, è terminato in anticipo: la svolta mercoledì, quando Friztl dopo aver visto il video-testimonianza della figlia Elisabeth, improvvisamente è crollato ammettendo tutte le sue colpe compreso l'omicidio colposo di Michael, uno dei sette figli nati dall'incesto. Il neonato che «lottò 66 ore contro la morte» e morì perchè non fu portato in ospedale.

«Si è trattato di un omicidio per trascuratezza e richiede il massimo della pena» ha ribadito la procuratrice Christine Burkheiser, ieri, alla giuria chiedendo l'ergastolo e mettendo in guardia i giurati sull'improvviso pentimento dell'imputato. «Non credetegli - ha detto - lui ha mostrato la sua vera faccia tentando di ingannare la credulità popolare». Identico sdegno da parte dell'avvocato di Elisabeth, Eva Plaz: «Non c'è traccia di rimorso e lui forse ancora conta sulla libertà in tempi brevi». «Rimpiango con tutto il mio cuore quanto ho fatto alla mia famiglia. Purtroppo non posso rimediare . Posso soltanto cercare di ridurre il danno», ha dichiarato invece Friztl prima che i giurati si riunissero per deliberare. Due giorni fa Elisabeth, comuffata, è entrata in aula accompagnata dai sanitari che la tengono in custodia ora (insieme ai suoi sei figli). Voleva guardare in faccia il padre mentre si pentiva di tutto il male che le ha inferto.

Sembra che Friztl abbia capitolato proprio quando si è accorto della presenza della figlia. E ora che cala il sipario sul padre-mostro (che secondo gli psichiatri potrebbe non «accettare la nuova realtà» e «tentare il suicidio») il problema resta il recupero alla normalità delle sue vittime. Per gli esperti, però, l'orrore subito da Elisabeth e dai figli è talmente profondo e cronicizzato nel tempo che non ne usciranno più: «Sarà un trauma indelebile».

 

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