Disagi alla stazione di Genova, dure critiche dell’Italia dei Diritti
- Dettagli
La chiusura immotivata della sala d’aspetto scatena le proteste del responsabile per la tutela dei consumatori Vittorio Marinelli e del responsabile ligure Maurizio Ferraioli contro le Ferrovie dello Stato. A supporto anche il presidente De Pierro: “Vergognosa la beffa di un numero di telefono a valore aggiunto per avere informazioni”
Roma - “Il genio italico per far quadrare i conti ha trovato la brillante soluzione di tagliare direttamente i servizi.
Questa regola, iniziata con gli ospedali, oggi si presenta pure nel comparto ferroviario, nel quale, a onor del vero, si erano già iniziate a tagliare le linee ferroviarie”. Lo afferma il responsabile per la tutela dei consumatori del movimento Italia dei Diritti Vittorio Marinelli commentando l’ennesimo episodio di disservizio pubblico avvenuto alla stazione Piazza Principe di Genova: un piccolo cartello sulla porta avvisa che la sala d’aspetto rimarrà chiusa dall’ 1 aprile ma non fornisce spiegazioni più precise in merito, limitandosi a riportare un numero di telefono con prefisso 892 o a rinviare al sito on line. Trenitalia tace di fronte alle proteste dei pendolari i cui diritti ancora una volta vengono lesi senza motivazione alcuna.
“La cosa più logica - continua Marinelli - sarebbe invece quella di tagliare gli emolumenti che i vertici delle società, tra cui Ferrovie dello Stato, continuano generosamente ad autocorrispondersi. Solo che, stante ai tanti crack di borsa causati dai vari banchieri che, anziché essere presi a calci nel sedere aumentano i loro benefit, c’è poco da stare allegri. Sembra che - conclude ironicamente - l’unica salvezza possa venire dai numerosi «vucumprà», i quali potrebbero vendere sedioline di plastica agli inferociti viaggiatori nel perfetto stile dell’italico arrangiarsi”.
Queste affermazioni di Marinelli sono completamente suffragate dal presidente dell’Italia dei Diritti Antonello De Pierro, il quale pone l’accento su un altro grave episodio della vicenda: “Resto sconcertato dal fatto che oltre al danno gli utenti, per chiedere informazioni, devono subire anche la beffa di digitare un numero non gratuito, bensì a valore aggiunto che farebbe guadagnare una percentuale a chi lo ha attivato. Ciò significa speculare sul disagio dei viaggiatori. È una cosa vergognosa”. Per inciso, chiamare il numero con prefisso 892 costa 0,54 euro al minuto.
Sul fatto interviene anche Maurizio Ferraioli, responsabile per la Liguria dell’Italia dei Diritti: “Noi siamo schierati a priori con i pendolari per il grosso disagio subito. Ci preoccupa soprattutto la mancanza di comunicazione verso gli utenti. Speriamo non si tratti delle solite strumentalizzazioni per distrarre l’opinione pubblica da altri problemi come quelli della sicurezza”. Per quanto riguarda l’avviso sul cartello che rinvia a cercare maggiori informazioni nel sito di Trenitalia, Ferraioli precisa: “Invitiamo le Ferrovie dello Stato e la sua società Grandi Stazioni che gestisce anche lo scalo di Genova a non rinviare ai siti on line, dove per altro non ci sono affatto indicazioni in proposito. Auspichiamo in futuro maggiore chiarezza e trasparenza nelle comunicazioni volte ad informare preventivamente i cittadini-utenti”.