Il presidente del movimento Antonello De Pierro: “Attaccati perché scomodi ai cosiddetti potenti che si credono immuni alla giustizia”

 

Roma - Ingiurie di morte all'ex magistrato Luigi de Magistris e a Sonia Alfano, figlia di Beppe Alfano, giornalista ucciso dalla mafia nel 1993, sono oggi apparse sui muri di un edificio a Mosciano Sant’Angelo, in provincia di Teramo.

“È un episodio molto grave - afferma Antonello De Pierro, presidente dell’Italia dei Diritti - tra l’altro non abituale per una regione come l’Abruzzo, e mi auguro che sia solo una messa in atto di un mitomane o di alcuni fanatici inebriati dal recente exploit del centrodestra”. Dichiarazione che fa da eco a quella di Emiliano D’Alessandro, responsabile per l’Abruzzo dell’Italia dei Diritti: ”Sono sconvolto e voglio esprimere la mia solidarietà nei confronti di De Magistris, Sonia Alfano, e di tutte le persone coinvolte da questa infame minaccia”. Una preoccupazione comune, quella dei due esponenti, motivata dalle parole dello stesso messaggio: «De Magistris, Alfano, Nodari siete condannati a morte». “Purtroppo - riprende De Pierro - quando persone come De Magistris vengono attaccate anche da settori dell’apparato istituzionale solo per aver svolto con diligenza e con coriaceo senso dello stato il proprio lavoro, il messaggio che viene trasmesso alla popolazione può creare alterate convinzioni”. Una posizione che trova in accordo lo stesso D'Alessandro, che si dice inoltre fiducioso su una possibile reazione rapida da parte degli Abruzzesi: “I nostri cittadini non sono abituati a stare in silenzio in un clima di omertà, e anche se apparentemente insignificante, questo gesto è un campanello d'allarme. Si devono svolgere subito indagini approfondite per prendere i responsabili del gesto e schiacciare sul nascere una possibile infiltrazione da parte di movimenti mafiosi nel territorio Abruzzese”. Su questo De Pierro aggiunge: “Spero che in Italia questo episodio non vada dimenticato a causa di tutti quegli operatori dell’informazione illuminati da vocazione al servilismo e perfettamente genuflessi al potere”.