Il presidente dell’Italia dei Diritti: “Una manovra politica di matrice cilena e piduista”

 

 

Roma - “Continua in Italia la scalata di questo Governo all’istituzione di una sorta di dittatura politica, dopo quella mediatica a cui ci eravamo già abituati, anche se non sembra che molti se ne siano accorti”.

Con queste parole Antonello De Pierro, presidente del movimento Italia dei Diritti, definisce la richiesta avanzata da Silvio Berlusconi di conferire al Premier maggiori poteri. “Ormai sono troppi i provvedimenti dell’odierno esecutivo che in qualche modo allungano pesanti ombre di dubbio sulla nostra democrazia. Con questa richiesta da parte del presidente Berlusconi, i dubbi diventano certezze”. Un campanello d’allarme che per De Pierro affonda le sue radici in un passato non troppo lontano dello stesso Berlusconi: “È chiara l’intenzione di accentrare nelle sue mani il potere decisionale repubblicano. D’altronde ciò non si discosta molto dal piano di rinascita della tristemente nota Loggia P2, del venerabile Licio Gelli. Non dimentichiamo che nelle corpose piattaforme documentali sulla Loggia stessa, emerge come il nostro Premier fosse un tesserato a tutti gli effetti, il cui numero era il 1816”. Una manovra politica che il presidente De Pierro non esita a definire “di matrice cilena” e su cui è necessario porre la massima attenzione: “Mi auguro che dagli scranni del Parlamento, chi crede ancora nei dettami della nostra Costituzione tanto agognati e sudati, faccia il suo dovere oppositivo, nel rispetto di quegli italiani la cui coscienza, per fortuna ancora sveglia, li porta ad aborrire la dittatura”.