I grandi istituti finanziari americani sono ancora a caccia di capitali freschi per fare fronte alle richieste della Federal Reserve con l'obiettivo di restituire i fondi pubblici.

Morgan Stanley, sesta banca americana per asset, ha avviato una raccolta da 2,2 miliardi di dollari in un'operazione di aumento di capitale ritenuta necessaria per essere in grado di rimborsare i 10 miliardi di aiuti ottenuti dal Tesoro Usa. L'istituto prevede di rimborsare il prestito entro la fine di giugno. JP Morgan, seconda banca Usa, ha promosso una raccolta da 5 miliardi, mentre America Express, numero uno delle carte di credito negli Stati Uniti, ha messo sul mercato azioni per 500 milioni di dollari. La notizia ha messo in sofferenza i titoli a Wall Street. Jp Morgan e American Express sono tra le grandi banche che hanno ottenuti aiuti federali previsti dal Troubled Asset Relief Program (Tarp), e sono anche tra i 19 istituti soggetti agli stress test della Fed, da cui era uscito un quadro più rassicurante del previsto di relativo bisogno di nuovi capitali.

Dall'altra parte dell'oceano una delle maggiori banche britanniche, Barclays (tra quelle che non hanno chiesto aiuti al governo), è stata affondata sul listino londinese dalla vendita della quota detenuta da Ipic, società di investimento del governo di Abu Dhabi, che ha messo sul mercato circa l'11% del capitale a un prezzo - secondo quanto dichiarato da Crédit Suisse - di 265 pence per azione. L'operazione, avvenuta a uno sconto del 16% sulla chiusura di lunedì, ha spinto il titolo in calo di oltre il 13% a 274 pence a causa anche dei timori sulla possibilità che altri grandi azionisti di Barclays possano seguire l'esempio degli investiotori Abu Dhabi. Dal primo aprile a ieri, Barclays aveva in pratica raddoppiato il valore delle proprie azioni in Borsa passando da 157 pence a 316 pence.

 

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