Unica con i tacchi tra le macerie, unica a scendere tra la gente comune, unica a promettere: "tornerò". Carla Bruni non perde neanche all'Aquila l'allure che l'accompagna da ben prima che diventasse madame Sarkozy





Un fascino con cui scaccia anche le polemiche legate alla sua mancata presenza con le altre first ladies, per evitare un confronto con la signora Obama.

 "Michelle - dice sorridendo - la conosco da sempre e ogni volta è un piacere vederla. E poi mio marito non mi chiede mai di venire ai grandi vertici, a meno che non ci siano cene ufficiali nelle quali la presenza delle spose sia richiesta, perché se no non c'è molto da fare". Carla si presenta in piazza Duomo buon ultima tra i "potenti della Terra e signore", completamente vestita di bianco e alti sandali neri. Sotto il tailleur pantalone indossa una camicetta nera da cui spunta un piccolo microfono. Visita la chiesa delle Anime Sante, che la Francia ristrutturerà con un contributo di 3,2 milioni (la metà dell'importo totale), si sofferma davanti alla prefettura distrutta. Mentre fotografi e cameraman guardano solo lei, lei si guarda attorno: "è terribile, questo è il centro di una città fantasma - dice commuovendosi -, è una tragedia umana, ma anche economica e culturale". L'annuncio del contributo economico francese alla ricostruzione, però, è solo il pretesto della visita. Perchè madame Sarkozy aveva tutt'altro obiettivo: quello di portare la sua personale "ammirazione" alle persone colpite dal terremoto e dir loro che non le abbandonerà, dopo aver già messo a disposizione 50 mila euro dalla sua fondazione. Carla è qui per gli aquilani e non lo nasconde. Quando arriva all'ospedale San Salvatore, rimasto chiuso per oltre un mese proprio a causa delle lesioni provocate dal sisma, risponde con un "ciao" in italiano ai saluti. Lascia la sua firma su un manifesto con su scritto 'L'Aquila tornerà a volare", visita i reparti. Poi racconta: "questa è gente tosta e coraggiosa. Ma purtroppo anche disperata. Dunque, io sono qui per portare la mia ammirazione e anche la mia solidarietà. Ho trovato - aggiunge - grande tristezza ma anche speranza. Avevo detto che sarei venuta e sono molto contenta di averlo fatto". Ma Carla Bruni, da italiana qual è - e lo dice ai giornalisti che glielo domandano: "mi sento sempre italiana, non solo oggi, e anche francese" - sa bene però che nel nostro Paese i disastri li ricordano tutti quando succedono e nessuno quando bisogna prevenirli o risolverli. Per questo annuncia che non abbandonerà gli aquilani. "Tornerò, da sola, anche quando sarà finito il vertice", promette guardando negli occhi chi le dona un centrotavola ad uncinetto e un mazzo di girasoli. Anche a Coppito, la premiere dame trova il modo di evitare i potenti e concentrarsi sui comuni mortali. E si entusiasma almeno due volte: prima guardando il video che documenta l'intervento dei vigili del fuoco per imbracare "la cupole" della chiesa, tanto da farselo regalare; poi ammirando il lavoro delle donne impegnate al tombolo e l'abito di Elenora di Toledo, moglie di Cosimo dei Medici. "Bellissimo, la donna che lo indossava non doveva essere così bassa" commenta con occhio esperto. Ma stavolta nessuno le regala l'abito. E ai camerieri impegnati nell'area catering riservata ai delegati e provati da tre giorni di assalti all'arma bianca, madame Sarkozy lascia un autografo: "Carla B.S.'. Un pò poco, a dire il vero, per una come lei. Ma quando i giornalisti francesi le chiedono cosa ne pensi di "certa stampa vicina a Berlusconi" che l'ha accusata di "cafonaggine" per aver snobbato il programma delle first lady, lei risponde tranquilla: "non mi curo di quello che dice la stampa". Potenza del fascino, appunto. Un pò snob.

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