Spara e uccide un carabiniere Vedeva ladri dappertutto
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Vicenza - Vedeva delinquenti dappertutto, si sentiva accerchiato e nemmeno nella sua casa di Bosco di Nanto, protetta dai Colli Berici, nel Basso Vicentino, Battista Zanellato, 84 anni, riusciva a stare tranquillo. E così, quando ieri, nel tardo pomeriggio, il figlio Daniele ha chiamato i carabinieri spaventato dal fatto che non riceveva risposta dall’anziano genitore, la follia accumulata negli ultimi giorni di gran caldo è sfociata nella tragedia. Scambiando i militari per rapinatori, Zanellato ha preso il fucile che custodiva in un armadio da una cinquantina d’anni e ha fatto fuoco. Valerio Gildoni, 42 anni, tenente colonnello dei carabinieri arrivato a comandare il nucleo investigativo di Vicenza da una decina di giorni, è stato colpito in testa ed è morto poco dopo il ricovero in ospedale. Non è stata l’unica sparatoria della giornata: ieri notte, ad Ardea, in provincia di Roma, un uomo di 63 ha aperto il fuoco sui vicini marocchini, uccidendone uno.
L’anziano di Vicenza vive da solo e, dicono i vicini di casa, non aveva mai dato segni di squilibrio. Era autosufficiente e in buona salute, tanto da uscire spesso a fare dei giri in bicicletta. Il figlio Daniele, però, ha rivelato che negli ultimi giorni il padre sembrava avere perso il lume della ragione. «Ha cominciato a crescergli dentro la paura dei ladri - ricorda il figlio - tanto da volere fare un’alta recinzione attorno alla casa. Non si sentiva più sicuro, tutte queste notizie di anziani aggrediti e in alcuni casi uccisi lo hanno fatto andare fuori di testa. Ne ha fatto una mania». Tre giorni fa era andato perfino dai carabinieri per esternare tutta la propria preoccupazione, ma i militari lo avevano tranquillizzato. O almeno così sembrava. Ieri, invece, la situazione è precipitata. Alle 17 il figlio aveva fissato un appuntamento a casa del genitore col medico di famiglia. Voleva che fosse trovata una cura, magari con la prescrizione di un tranquillante. All’ora fissata il medico e il figlio hanno suonato il campanello, ma l’anziano non ha risposto. Probabilmente la sua mente era già stata invasa dalla follia che, complice il gran caldo esploso negli ultimi giorni, gli stava costruendo un mondo intorno immaginario, popolato solo da nemici.
Il tenente colonnello Gildoni, sposato con un figlio, è intervenuto proprio per paura che l’anziano facesse un gesto inconsulto. Probabilmente voleva sequestrargli il fucile, prima di portarlo in ospedale. Non ha avuto il tempo di rendersi conto che, dietro quelle finestre, la follia aveva già il dito sul grilletto. L’ufficiale dei carabinieri non ha avuto neanche il tempo di rendersi conto, mentre si faceva aprire la porta, che l’anziano quel grilletto lo stava già premendo. Poi, dopo aver fatto fuoco, l’omicida è rientrato in casa, dove fino alla tarda serata di ieri, era ancora barricato. «Mia zia ha chiamato da Milano, ha cercato di calmarlo - ha raccontato il figlio Daniele - e lui le ha risposto che era circondato da mafiosi, da malavitosi». In realtà la sua pazzia ha ucciso proprio chi era intervenuto per aiutarlo.
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