Doina Matei

Revoca il proprio avvocato (Nino Marazzita) ma non glielo comunica per tempo; non solo, si sceglie un difensore (Carlo Piccolomoni) che non è cassazionista e dunque logico arriva lo slittamento dell’udienza. Un banale errore di notifica è stata infatti la causa del rinvio dell’udienza nella quale i supremi giudici della Corte di Cassazione erano chiamati ieri a decidere se confermare o meno la condanna a sedici anni di reclusione per Doina Matei, la prostituta romena di 22 anni che nella metropolitana di Roma, il 26 aprile 2007, uccise con un colpo di ombrello la giovane Vanessa Russo. Il delitto suscitò profondo allarme per la sua efferatezza - la punta dell’ombrello entrò nell’occhio e sfondò il cranio della vittima - e per il fatto che le due donne nemmeno si conoscevano. Il colpo mortale su sferrato in risposta ad un banale alterco verbale tra Doina e Vanessa. Adesso la Suprema Corte dovrà fissare una nuova udienza, sicuramente dopo la pausa estiva. Inutile è stata dunque la requisitoria del Sostituto procuratore generale della Cassazione Francesco Iacoviello che prima della sospensione aveva chiesto la conferma della condanna per omicidio volontario negando alla Matei la concessione delle attenuanti. Nel frattempo l’imputata continuerà ad essere detenuta nel carcere di Lecce.


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