Si è svolta a Roma la VII edizione del premio “Le ragioni della nuova politica”
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La manifestazione, organizzata da Sara Iannone, è stata condotta da Maria Giovanna Elmi e Rosanna Vaudetti. Tra i premiati Guido Bertolaso, Giovanni Maria Flick e Vincenzo Cerami, tra gli ospiti il 96enne neuropsichiatra infantile Giovanni Bollea, il generale Baldassarre Favara e il presidente dell’Italia dei Diritti Antonello De Pierro
Roma - Nella splendida sala Vanvitelli dell’Avvocatura Generale dello Stato, con l’adesione del Presidente della Repubblica, si è svolta la VII edizione del premio “Le Ragioni della Nuova Politica”.
Dopo il saluto dell’Avvocato Generale dello Stato Oscar Fiumara che ha dato inizio alla cerimonia, una straordinaria perfomance tanto raffinata quanto inusuale, ha deliziato i presenti; infatti, in una cornice più che mai appropriata e autorevole come l’Avvocatura dello Stato, tre uomini di legge hanno offerto un momento di altissimo livello artistico e culturale dal titolo “Parole della legge, leggi della parola”. Dal “De coniuratione Catilinae” di Sallustio Prisco e dal “Giulio Cesare” di Shakespeare, nella riduzione di Lucia Nardi e Annalisa Scafi, Giuseppe Chiaravalloti (Vicepresidente Authority Privacy), Eugenio Mele (presidente di sezione del Consiglio di Stato) e l’avvocato Luigi di Majo, si sono esibiti magistralmente nel “Racconto dei fatti rilevanti commentati da Sallustio”, nell’ “Oratio” di Cicerone e nelle “Orazioni funebri di Bruto e di Antonio”. La rappresentazione, fortemente voluta dall’organizzatrice dell’evento, l’indefessa e istrionica Sara Iannone, ha segnato l’inizio di un modo di affrontare i grandi temi dell’attualità, ricercandone parallelismi e origini nella storia e nelle radici culturali della nostra società.
Le “Ragioni della Nuova Politica”, istituito dall’associazione culturale “L’Alba del Terzo Millennio”, presieduta dalla stessa Iannone, è un riconoscimento per quanti hanno contribuito alla crescita del nostro paese con professionalità e dedizione. L’autorevolezza dell’iniziativa, rinnovata e consolidata negli anni, ha spinto il capo dello Stato Giorgio Napolitano a conferire alla Iannone una medaglia speciale, coniata esclusivamente per l’occasione, quale “suo premio di rappresentanza alla settima edizione”.
Nell’ edizione 2009, “La Colomba della Civiltà”, trofeo realizzato dallo scultore Egidio Ambrosetti, che rappresenta i valori fondanti del Premio, è stata conferita a Guido Bertolaso, a Vincenzo Cerami, al generale Maurizio Fioravanti, al presidente emerito della Corte Costituzionale Giovanni Maria Flick, a Giuseppe Gargani, presidente emerito della Commissione Giuridica Europea, a Tatiana Guderzo, campionessa del mondo di ciclismo in linea e bronzo olimpico a Pechino, al regista Renzo Martinelli e a mons. Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio Consiglio della Cultura.
Inoltre, una targa alla memoria del giurista e politico Claudio Vitalone è stata consegnata da Vincenzo Carbone, presidente della Corte di Cassazione, alla moglie e ai figli visibilmente commossi, mentre un riconoscimento speciale è stato dedicato a Don Antonio Mazzi per il venticinquesimo anniversario della comunità Exodus. A condurre magistralmente la manifestazione sono state Maria Giovanna Elmi e Rosanna Vaudetti.
Tra gli ospiti e le autorità che hanno consegnato l’ambito riconoscimento ai premiati spiccano il professor Andrea Monorchio, il generale Baldassare Favara, Giuseppe Marra, direttore dell’agenzia di stampa Adn-Kronos, Eduardo Montefusco, presidente di Rds; il professor Ercole Pellicanò, Laura Comi, étoile del teatro dell’Opera di Roma, Cesare Ruperto, presidente emerito della Corte Costituzionale, il noto neuropsichiatra infantile Giovanni Bollea, l’imprenditrice Luisa Todini, il consigliere provinciale del Pdl Piero Cucunato, lo scrittore Luigi Tivelli e il giornalista Antonello De Pierro, presidente del movimento Italia dei Diritti, che ha dichiarato:”All’organizzatrice Sara Iannone va riconosciuto l’indiscutibile merito di aver creato quello che è ormai un appuntamento da cui non si può prescindere. Peccato che di iniziative similari non se ne vedano tante in giro. Un’occasione, direi unica, che ridisegna quel giusto profilo della politica italica, oramai purtroppo in disuso, che coniuga armonicamente politica, istituzioni e cultura. Un esempio da eleggere per quanti da tempo si sono allontanati dal valore delle idee e dal concetto stesso di stato”.