Tensione in tribunale. Pd: liste consegnate in ritardo. Il Pdl presenta ricorso. Gasparri: vittime di prepotenze

Renata Polverini

ROMA - Tensione nel Tribunale di Roma quando il Pdl ha presentato la lista provinciale di Roma dei candidati alle elezioni regionali.

Alcuni rappresentanti di lista del Pd hanno contestato al delegato del Pdl di «tentare di introdurre della documentazione fuori tempo massimo». Alcuni carabinieri e poliziotti alle 12 in punto si sono schierati davanti la porta dell'ufficio. Due rappresentanti di lista si sono sdraiati in terra davanti ai militari per impedire, simbolicamente, al delegato del Pdl di entrare.

La possibile eliminazione sarebbe legata ad una presunta irregolarità nella consegna della documentazione delle liste elettorali. Il Pdl ha presentato ricorso per sostenere la regolarità della procedura nella presentazione della sua lista elettorale. In sostanza il rappresentante della lista della Pdl, Alfredo Milioni, non avrebbe consegnato in tempo le firme a sostegno della lista. Nel ricorso si parla di «contrattempo», ma secondo indiscrezioni a generare il ritardo sarebbe stato un acceso diverbio nato nel corridoio del Tribunale di Roma, proprio sulla composizione della lista.

Interviene sulla questione anche il presidente della Camera Gianfranco Fini che si dice «non preoccupato anche perché non saprei cosa fare».

E il capogruppo Pdl al Senato Maurizio Gasparri
chiede una risposta «rapidissima dal momento che il Pdl è vittima di prepotenze e rispettoso norme».

La candidata alle regionali del Lazio, Renata Polverini sarebbe "molto meravigliata" della momentanea esclusione della lista che la sostiene mentre «malumori» sono stati registrati in Campidoglio.

Tensione in tribunale. Stamani subito dopo la chiusura alle 12 della consegna delle liste presso il Tribunale di Roma è scoppiata la tensione. Secondo alcuni rappresentanti di altre liste il presentatore di lista per la Pdl Alfredo Milioni avrebbe tentato di consegnare parte della documentazione necessaria fuori tempo massimo. Alcuni di loro, per impedire a Milioni di accedere nell'Ufficio elettorale, si sono sdraiati in terra e poliziotti e carabinieri si sono schierati davanti la porta. «Il responsabile Pdl per la presentazione delle liste ha tentato di entrare nell'ufficio elettorale del Tribunale di Roma alle 12:45, a tempo abbondantemente scaduto», accusa Atlantide Di Tommaso, segretario romano del Psi, anche lui in Tribunale per al consegna dei suoi elenchi.

La Pdl però si difende sostenendo che si è trattato «un banale disguido»: «il faldone delle firme - dicono - sarebbe stato portato fisicamente vicino all'ufficio elettorale del Tribunale di Roma prima delle 12, quando scadeva la consegna. Milioni però si sarebbe allontanato portandosi con sè i fogli con l'accettazione delle candidature ma al momento di rientrare, è stato bloccato dai rappresentanti di altre liste». E l'europarlamentare Pdl Alfredo Pallone, precipitatosi in Tribunale saputo del caos, ha definito la questione frutta di «una superficialità formale». «I presentatori della lista hanno lasciato le firme con tutti i documenti nell'area dove era consentito rimanere ma nessuno aveva definito chiaramente i limiti dell'area», ha detto Pallone.

Il responsabile settore elettorale del Pdl, Ignazio Albrignani, si appella all'orario di arriva dei rappresentanti. «I nostri delegati erano in fila mezzora prima della scadenza del termine - dice - non ci sono motivi per escluderci». E Vincenzo Piso, coordinatore del Pdl Lazio, tuona: «è ridicolo sulla base di una presentazione avvenuta su una supposta violazione dell'orario, di escludere il pi— grande partito italiano».

Ed è bufera nel Pd del Lazio perché l'area Marino ha deciso di uscire dall'esecutivo regionale e dal coordinamento romano del partito accusando il segretario regionali Mazzoli di avere silurato il loro candidato alle regionali. L'area darà vita ad un comitato elettorale «autonomo» a sostegno di Emma Bonino. «Ci ritiriamo perché non abbiamo fiducia in Mazzoli», ha detto Ignazio Marino.

Gasbarri: filmato tutto, Pdl in ritardo. «Il Pdl non ha presentato le liste elettorali per il collegio della provincia di Roma alle regionali del Lazio nel termine improrogabile delle 12 previsto dalla legge». Lo denuncia, in una nota, Mario Gasbarri, senatore del Partito Democratico. «Ero presente - spiega Gasbarri - al Tribunale di Roma ed ho potuto filmare l'episodio con il cellulare. Posso perciò documentare che intorno alle ore 14, quindi due ore oltre il limite di tempo consentito, le firme non erano state consegnate e giacevano abbandonate in un corridoio. Mi auguro che ora il Pdl non cerchi espedienti per far rientrare dalla finestra ciò che, secondo la legge, è ormai fuori della porta».

Bonino: sia rispettata la legge. «Ho sentito la storia, quella della presentazione delle liste è una legge complicata violata spesso. Spero sia applicata per tutti». Lo ha detto il candidato presidente alla Regione Lazio Emma Bonino.

Casini: contento delle critiche di D'Alema.
«Sono contento che D'Alema mi critichi. Almeno in questo è d'accordo con Berlusconi, che ieri ha detto che l'Udc è diversa dal Pd. Oggi per fortuna se ne è accorto anche D'Alema, perchè vorrebbe che facessimo sempre alleanze con loro». Lo ha affermato Pier Ferdinando Casini, replicando alle affermazioni del presidente di ItalianiEuropei durante un incontro dell'Udc sull'impegno dei cattolici in politica svoltosi oggi a Roma, con l'intervento di Enzo Carra, Dorina Bianchi, Renzo Lusetti, Carlo Casini, Luisa Santolini, Rocco Buttiglione, l'esponente della Cdu tedesca Franz Josef Jung e la candidata del centrodestra alla presidenza della Regione Lazio Renata Polverini.

Polverini: con Udc obiettivi condivisi. «Ho voluto e difeso l'accordo con l'Udc perché si basa su principi ed obiettivi programmatici condivisi. Già in passato ho potuto contare sull'appoggio dell'Unione di centro. Possiamo dare garanzie che, rispetto a temi importanti, l'azione di governo guarderà a valori come quelli della vita e della famiglia che nascono da convinzioni profonde e da un impegno politico di entrambe». Lo ha detto il candidato del centrodestra a governatore del Lazio Renata Polverini intervenendo ad un incontro promosso dall'Udc. Guardando al Lazio, Polverini ribadisce che «nel piano di sviluppo di rilancio della regione non dobbiamo guardare ad altri modelli: il Lazio ha una sua specificità e quello che c'è in questa regione non c'è in nessun altro territorio».

Lazio sia fabbrica di cervelli. «Abbiamo centri di ricerca e università eccellenti, un polo tecnologico e nuove tecnologie disponibili: possiamo e vogliamo candidarci a diventare la nuova fabbrica dei cervelli del nostro paese». Lo ha detto la candidata del Pdl alla Regione Lazio, Renata Polverini, intervenendo al convegno organizzato dalle Acli regionali dal titolo «ridisegniamo insieme al nostra regione». Per Polverini bisognerà anche «porre le condizioni per quei giovani che, formati, vogliono rimanere a lavorare in Italia senza necessariamente andare fuori come troppo spesso accade».

I liberali lasciano Bonino e i radicali: arroganti. «Il Partito Liberale Italiano ha deciso di abbandonare la coalizione guidata da Emma Bonino, per l'insopportabile arroganza del suo partito, quello Radicale, che con comportamenti illiberali tende a porsi come l'unico interlocutore dell'elettorato liberale, escludendo chi come il PLI storicamente ne è il legittimo rappresentante». Lo afferma, in una nota, Stefano de Luca, segretario nazionale del PLI. «Già alle elezioni europee dello scorso anno - aggiunge -, dopo una lunga trattativa, il Partito Radicale, soggetto liberistico e personalistico, aveva rifiutato l'accordo con il PLI soprattutto per la pesante interferenza di Emma Bonino. Poiché - conclude il massimo esponente dei liberali italiani - non si possono condividere operazioni personalistiche ed arroganti, i liberali si sono ritirati dall'alleanza e invitano i propri elettori a non votare per la candidata Bonino alla presidenza della Regione Lazio».

Mantini (Udc): ricorso Tar contro Formigoni ed Errani. Il deputato dell'Udc Pierluigi Mantini annuncia ricorso al Tar contro la ricandidatura a presidenti di Regione di Roberto Formigoni e Vasco Errani, rispettivamente in Lombardia ed Emilia Romagna. «Ho ricevuto incarico da alcuni candidati - ha spiegato Mantini - di presentare ricorso al Tar della Lombardia già nelle prossime ore. A titolo personale e da giurista non ho dubbi sull'ineleggibilità tanto di Formigoni quanto di Errani perchè il divieto del terzo mandato consecutivo per i presidenti eletti a suffragio universale e diretto è principio fondamentale, preciso e inequivoco».

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