Il presidente dell’Italia dei Diritti: “Tagliare i fondi al comparto sicurezza significa penalizzare onesti lavoratori che quotidianamente affrontano enormi sacrifici, a rischio della propria incolumità, per salvaguardare la tutela dei cittadini”

Roma – Si è svolta a Roma e nelle principali città italiane la protesta delle forze dell’ordine insieme ai vigili del fuoco, contro i tagli del governo.

Significativi i fusti vuoti portati in piazza per lamentare il fatto che non ci sono più fondi nemmeno per pagare la benzina e per sensibilizzare al riguardo i cittadini. Proprio a loro è stato chiesto un piccolo contributo per il carburante necessario alle volanti e agli automezzi. L’iniziativa è stata lanciata dai principali sindacati della Polizia di Stato, della polizia penitenziaria, del Corpo Forestale dello Stato e dei vigili del fuoco che, unanimemente, hanno spiegato la necessità della mobilitazione causata dai numerosi tagli subiti dal comparto sicurezza e ordine pubblico negli ultimi tre anni e non più in grado di tutelare la sicurezza stessa. Altra pecca riguarda l’età media nella Polizia di Stato che è di 42 anni. Questo perché l’ultimo concorso pubblico per entrare nel corpo risale al 1997, inoltre fino al 2005 (anno di abolizione della leva obbligatoria) si poteva chiedere di essere arruolati nella Polizia o nei Carabinieri. Oggi vi si accede solo con concorsi interni riservati alle forze armate, dove si deve prima prestare servizio per alcuni anni. Si è abbassato anche il livello culturale e la percentuale delle donne.

 

 

Antonello De Pierro, presidente del movimento Italia dei Diritti, ha commentato: “Come Italia dei Diritti esprimiamo piena solidarietà a tutti gli operatori di polizia che sono stati fortemente penalizzati dagli sconsiderati provvedimenti finanziari dell’attuale esecutivo, così come è successo in tantissimi altri settori. Questo governo è impegnato soltanto a salvaguardare gli interessi del premier e per farlo, ricorre spessissimo all’arma ricattatoria della fiducia, calpestando e mortificando le esigenze della collettività, tagliando enormemente anche i fondi per il comparto sicurezza. Ciò a cui stiamo assistendo si può definire con una sola parola: vergognoso. Tra l’altro parliamo di una maggioranza che ha fondato la sua campagna elettorale, o meglio elettoralistica, proprio incutendo alla gente il timore di non essere sicuri e promettendo fantastiche misure, di fatto irrealizzabili, per tutelare l’incolumità personale.

Abbiamo assistito – continua De Pierro – alle carnevalate dei militari per strada che vanno a succhiare ingenti somme di denaro alla mammella delle finanze statali, cosa che ha sminuito, tra l’altro, la professionalità delle forze dell’ordine. Dall’altra parte abbiamo visto un’opposizione miope e distratta che ha lasciato fare tranquillamente senza impegnarsi più di tanto, salvo alcune eccezioni, ed è per questo nelle ultime settimane abbiamo deciso di candidarci alle elezioni, per iniziare a dire la nostra anche nelle istituzioni. E’ giunto il momento di strappare la pagina politico-istituzionale più brutta e dannosa della storia della Repubblica.

 

Tagliare i fondi al comparto sicurezza – spiega il leader del movimento – significa penalizzare onesti lavoratori che quotidianamente affrontano enormi sacrifici, a rischio della propria incolumità, per salvaguardare la tutela dei cittadini. E mentre le volanti e gli automezzi della Polizia e dei corpi di soccorso sono rimasti, ormai, anche senza benzina, vengono spese ingenti somme per continuare a finanziare i contingenti all’estero e per il carburante delle auto blu e di quelle per le scorte dei politici. Ma lo Stato ora li ha lasciati da soli e, purtroppo, in queste condizioni si possono commettere anche degli errori, si possono avere problemi di natura psicologica che vanno ad incidere notevolmente sulla sicurezza e a volte possono sfociare in episodi purtroppo tristi, in cui qualcuno dei fermati paga con la vita.

La nostra proposta è quella di cambiare immediatamente il sistema di arruolamento, in quanto un lavoro così usurante non può essere svolto da persone ultra quarantenni che rischiano di soccombere nei confronti di delinquenti più giovani e più allenati. Si è abolito il servizio di leva obbligatorio, e questo non può farci che piacere, ma per garantire ugualmente la presenza di un esercito è stata giocata la carta dell’obbligo di servizio nelle forze armate per accedere alle forze di polizia. Questo è semplicemente assurdo ed è necessario intervenire immediatamente bandendo nuovi concorsi e, soprattutto, fornendo la possibilità di svolgere il servizio di leva volontario anche nei corpi di polizia per sopperire a quella carenza, ormai cronica e consolidata, di forze giovani che prima venivano assicurate dalla possibilità di svolgere il servizio militare obbligatorio in questi corpi.

 

Tra l’altro – continua De Pierro – ciò garantirebbe anche una maggiore professionalità e preparazione, sempre più necessaria per affrontare i compiti gravosi che presenta quotidianamente una società in continua evoluzione, per salvaguardare anche il livello culturale degli agenti, che va inesorabilmente abbassandosi, visto che chi, con un grado cognitivo e con titoli professionali superiori, se prima sceglieva di partecipare al concorso, ora non accetta di sprecare le proprie competenze in alcuni anni di servizio nelle forze armate, senza avere poi la certezza di poter transitare nelle forze dell’ordine, affidando il proprio destino a una pesante incognita.

Per chiudere, auspicherei che il governo prendesse seriamente in esame le sacrosante richieste e lamentele del personale di polizia, anche perché presto il grado di sicurezza garantito potrebbe essere assolutamente insufficiente e porre il suggello a un fallimento completo dell’azione politica dell’esecutivo Berlusconi. Ormai – conclude il presidente dell’Idd – se ne sono accorte anche le pietre e la maggior parte della gente comincia a svegliarsi dal lungo torpore indotto da un bombardamento mediatico ad hoc e non è più disposta ad accettare prese in giro da politicanti assolutamente incompetenti”.