Dieci anni fa accoltellò un amico rendendolo paraplegico. Adesso subirà la stessa sorte se non pagherà il risarcimento. La denuncia di Amnesty International
Un tribunale dell'Arabia Saudita ha condannato un uomo a «essere reso paralitico se non pagherà un milione di riyal sauditi (circa 270mila dollari) di risarcimento».
Lo denuncia Amnesty International, rivolgendo un appello al Paese e al mondo intero perché fermi la condanna emessa il 2 aprile scorso sulla base. La sentenza si basa sulla legge del taglione: nel 2003, all'età di 14 anni, Ali al-Khawahir aveva infatti accoltellato un suo amico, che era rimasto paralizzato agli arti inferiori. Adesso, dopo dieci anni, una corte di Al-Ahsa ha stabilito che il «colpevole dovrà subire la medesima sorte» se non riuscirà a reperire la somma richiesta. Una durissima condanna alla sentenza arriva anche dalla Gran Bretagna: «Siamo fortemente preoccupati per questa decisione», ha detto un portavoce del ministero degli Esteri britannico, che ha parlato di fatto «grottesco» e pena «proibita dalla leggi internazionali».
«PENE SIMILI A TORTURA» - Amnesty afferma di essere a conoscenza di un'altra sentenza simile, emessa nel 2010, ma che non risulta essere stata eseguita. Le leggi dell'Arabia Saudita - continua l'ong - prevedono un'ampia gamma di pene rientranti nell'ambito delle punizioni corporali. La fustigazione è prevista obbligatoriamente per numerosi reati e può essere inflitta dal giudice, a sua discrezione, come pena alternativa o aggiuntiva al carcere. L'amputazione, invece, è prevista per i reati di furto (taglio della mano destra) e rapina in autostrada (taglio della mano destra e del piede sinistro). Nell'ambito delle pene retributive - riporta ancora l'organizzazione - alcuni imputati sono stati condannati all'estrazione degli occhi o dei denti, oltre che a morte. «Amnesty International continua a chiedere l'abolizione di queste pene crudeli e illegali»», simili alla «tortura».
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