Antonello De Pierro si batte per la libertà di satira e va alla prima di Pippo Franco
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Se nemmeno nella polis ateniese Pericle si sarebbe mai sognato di torcere un capello a un artista impegnato a eleggerlo a bersaglio della sua ironia scenica, nel nostro Paese spesso la censura si è abbattuta su rappresentanti del genere, soffocando inesorabilmente quella libertà di parola sancita categoricamente dalla codifica costituzionale. De Pierro ha propugnato la difesa di tale diritto, da giornalista sulle frequenze di Radio Roma, negli anni in cui come direttore della storica emittente capitolina ha imperversato con la sua voce nell’etere del Centro Italia, cercando sempre di aprire una finestra sulla sua platea per quegli artisti a cui era stata coartata la vena espressiva, e ancora oggi da direttore di Italymedia.it, mentre politicamente, a capo del movimento da lui fondato e presieduto, ha fatto sì che ciò fosse uno dei capisaldi della sua offerta programmatica. Per questo motivo l’altra sera il leader dell’Italia dei Diritti ha accettato molto volentieri l’invito per assistere alla prima dello spettacolo “Sanzionami Questo” con Pippo Franco, affiancato dai Pandemonium e da Carlotta Ercolani, andato in scena a Roma presso il teatro dell’Angelo. Una magistrale rappresentazione che ha visto il protagonista esibirsi davanti a un pubblico estasiato, esprimendo il meglio di sé con il risultato di un’impennata vertiginosa del termometro del gradimento e dell’entusiasmo. Un viaggio comico che ha tratteggiato impeccabilmente un disorientato uomo di oggi strappando applausi scroscianti, continue risate, ma anche profonde riflessioni . Un uomo schiacciato dai balzelli della fiscalità generale che marcia con i cingoli sulla sua anima privandolo delle emozioni più naturali e spontanee, ridotte ormai a puro sussurro. Un meccanismo infernale dal quale questi deve cercare assolutamente di sottrarsi per riacquistare la sua ontologica affermazione. Il tema centrale della pièce è appunto il ritrovamento della resiliente capacità di restare a galla attraverso un coinvolgente percorso istruttivo offerto allo spettatore, condito da una pungente ironia. E’ proprio nel lato umoristico dell’esistenza che si annida la via di fuga, anche se improbabile e vacillante.