Il presidente dell’Italia dei Diritti: “Non è possibile che nell’arco costituzionale venga annoverata una formazione politica che ha sempre gridato alla secessione e all’indipendenza di quella fantomatica, fantasiosa e folkloristica Padania disegnata da Bossi e che ha sempre ripudiato il tricolore”

Roma - Tanta attesa nei giorni scorsi per la manifestazione di oggi anti-Renzi della Lega Nord in piazza del Popolo. Roma è infatti blindata, molti commercianti che hanno i loro negozi lungo il percorso hanno deciso di rimanere chiusi e quattromila sono gli agenti schierati. Contemporaneamente, una contromanifestazione si svolgerà dalle ore di 18 in piazza Cola di Rienzo, per riunire quanti si dichiarano anti-Salvini.

 

Antonello De Pierro, presidente del movimento Italia dei Diritti, ha così commentato la “marcia su Roma di Salvini”:“Fermo restando il principio secondo il quale ogni cittadino ha il diritto di manifestare ed esprimere le proprie opinioni, in ossequio al dettato costituzionale e nei limiti della liceità comportamentale, Matteo Salvini, almeno secondo una prospettiva teorico-giuridica, essendo un cittadino italiano può manifestare come e quando vuole le sue opinioni. E allo stesso modo, chi è contro Salvini può manifestare il suo dissenso rispetto alla manifestazione leghista a Roma. Se invece, giudichiamo il tutto da un punto di vista politico, purtroppo vivendo in un tessuto sociale dove la gente ha la memoria molto corta pensiamo che ci voglia una bella faccia tosta per recarsi a Roma, o peggio a Palermo, al fine di racimolare qualche consenso per un partito i cui esponenti sono stati capaci di dire tutto e il contrario di tutto. Ci sembra che il virus dell’incoerenza abbia colpito con grande vigore il leader del Carroccio tanto da rinnegare ogni dichiarazione programmatica sostenuta negli anni. Purtroppo dobbiamo accettare, visto che la Lega Nord ha una rappresentanza parlamentare e nessuno ha fatto sì che ciò non avvenisse, che i romani subiscano l’affronto di dover sfidare leghisti che hanno urlato sempre a gran voce Roma ladrona salvo poi accomodare le proprie terga sugli scranni di quella Roma ladrona contro cui avevano sempre imprecato. Il problema è però un altro, quanto sta accadendo oggi nella Capitale con questa controversa manifestazione non avrebbe dovuto nemmeno esistere visto che a nostro avviso la Lega Nord è un partito che andrebbe abolito per legge. Infatti, non è possibile che nell’arco costituzionale venga annoverata una formazione politica che ha sempre gridato alla secessione e all’indipendenza di quella fantomatica, fantasiosa e folkloristica Padania disegnata da Bossi e che ha sempre ripudiato il tricolore. Ricordo con grande dolore che mentre a Roma qualche anno fa si svolgevano i funerali di Nicola Calipari con la bara avvolta nella bandiera italiana, alcuni ministri della Lega cantavano in altra sede una canzoncina che invitava a bruciare il tricolore. Di fronte purtroppo alla realtà dei fatti possiamo solo auspicare, secondo l’antico adagio che recita che il lupo perde il pelo ma non il vizio, che i cittadini risveglino la loro coscienza mnemonica e non si facciano ammaliare dalle lusinghe del Matteo leghista e rispediscano al mittente ogni invito che ha un lapalissiano sapore di demagogia volto a racimolare qualche voterello per tentare di risollevare quella crisi profonda in cui la lega annaspa da tempo”.