De Pierro, auspico un governo con Di Maio e Salvini
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Il presidente dell'Italia dei Diritti: "Gli italiani hanno affidato loro il consenso decretando che fossero i vincitori delle elezioni politiche ed è giusto che governino. In democrazia funziona così. Però voglio che dimostrino di non aver preso per il culo gli elettori e cancellino immediatamente la legge Fornero. Poi realizzino la più grande illusione della storia politica italiana, il reddito di cittadinanza. Mi viene davvero da ridere e sono troppo curioso di guardare il signor Salvini risolvere quello che chiama il problema migranti"
Roma - "Gli italiani hanno affidato loro il consenso decretando che fossero i vincitori delle elezioni politiche ed è giusto che governino. In democrazia funziona così. Se il Centrosinistra non ha saputo soddisfare le esigenze e rispondere alle istanze dell'elettorato e questo l'ha punito ritengo che meriti di restare all'opposizione".
E' quanto ha dichiarato il presidente dell'Italia dei Diritti Antonello De Pierro, riferendosi al leader del Movimento Cinque Stelle Luigi Di Maio e a quello leghista Matteo Salvini, in afferenza al risultato sancito dalle urne e in vista delle imminenti consultazioni per l'affidamento del mandato da parte del presidente della Repubblica Sergio Mattarella per la formazione del nuovo governo che dovrebbe guidare il paese.
"Auspico pertanto — ha aggiunto — che il prossimo esecutivo sia espressione delle forze politiche che fanno capo a Di Maio e Salvini semplicemente perché sono i numeri a dirlo. La loro è indubbiamente una vittoria figlia del peggior populismo mai espresso nel Dopoguerra, ma se i cittadini hanno creduto alle promesse fantascientifiche sbandierate senza pudore di sorta è anche perché c'é stato un manipolo di politicanti che ha deluso le aspettative di chi aveva concesso loro la fiducia. Noi siamo contro il populismo, che riteniamo dannosissimo per il paese, ma non possiamo accettare una casta politica che, pur dichiarandosi paradossalmente di sinistra, ha calpestato i diritti delle cellule più deboli del nostro parenchima sociale e favorito i poteri forti, disorientando pertanto parte dei cittadini, che hanno votato irrazionalmente, sotto la spinta irrefrenabile della disillusione, se non della disperazione".
Poi il leader dell'Italia dei Diritti, noto anche, suo malgrado, per essere stato il primo giornalista minacciato e aggredito da un membro del clan Spada di Ostia, prima della reporter di Repubblica Federica Angeli e dell'inviato Rai Daniele Piervincenzi, avendo subito un'aggressione da parte del famigerato Armando Spada, cugino di Roberto, accompagnato sotto casa sua dal noto imprenditore della lavorazione del ferro Alfonso De Prosperis e da sua moglie Angela Falqui, affonda sugli impegni assunti da Di Maio e Salvini durante la campagna elettorale: "E' davvero deprimente prendere atto dell'humus subculturale in cui affoga parte del popolo italiano, quell'Italietta delle casalinghe di Voghera, o forse sarebbe meglio collocarle nell'immaginario comune in qualche cittadina del Sud, che trascorre le giornate davanti ai miti di cartone dei reality. E' quel tessuto peninsulare che furbescamente è stato individuato, con le dovute differenze, da Di Maio e Salvini, come esca per la loro pesca consensuale, sapendo di gettare a colpo sicuro l'amo della demagogia su pesci fregnoni e creduloni da poter nutrire e catturare con la speranza di promesse evanescenti. Perché è d'ignoranza che si ciba il populismo. Vedere Salvini eletto in Calabria mi fa inorridire e non credo ci sia bisogno di spiegare il perché, almeno a chi riesce a elaborare idee di senso compiuto. Ma credo anche che chi vince ha ragione, anche se è la nostra povera Italia che ne farà le spese. E pertanto, lo ripeto, dovranno essere loro a governare. E poco m'importa del braccio di ferro ingaggiato per la premiership. Però, chiunque riesca a spuntarla per sedere sullo scranno più alto di Palazzo Chigi voglio che dimostrino di non aver preso per il culo gli elettori e cancellino immediatamente la legge Fornero. Poi realizzino la più grande illusione della storia politica italiana, il reddito di cittadinanza, che è una presa in giro già dal nome. Il reddito di cittadinanza è tutta un'altra cosa, ma forse a loro piaceva tanto questo espressione linguistica. Comunque per attivare quello che loro chiamano così, ma in realtà sarebbe una specie di sussidio di disoccupazione, un reddito minimo garantito, quello che gli inglesi chiamano basic income, bisognerebbe azzerare tutta la spesa sostenuta dalla apparato statale per la sanità, per la scuola e per l'università. E sarebbero ancora a metà dell'opera. Perché servirebbe ancora una copertura finanziaria pari al doppio. Credo che il risveglio sarà amaro per chi ha creduto alle fandonie pentastellate e si è fatto anestetizzare la coscienza dai proclami di Luigino Di Maio. Ma mi viene davvero da ridere e sono troppo curioso di guardare il signor Salvini risolvere quello che chiama il problema migranti, dimenticando però che la previsione legislativa attualmente in vigenza porta il nome di Bossi-Fini ed è la peggiore che sia stata mai varata. E proprio questo dettato normativo è la risultanza di un lungo periodo in cui la Lega è stata al governo del paese, ma mi pare che mai sia riuscita ad affrontare il fenomeno in maniera efficace, anzi ha votato un provvedimento che è riuscito solo a peggiorare le cose".