Il presidente del movimento, che schiera Giuliana Rainaldi come candidata a sindaco, ritorna sulla polemica delle "liste civetta" e spiega perché i cittadini del borgo reatino non possono perdere questa "straordinaria opportunità" per far rinascere il paese

 

Roma - Dopo la polemica sollevata nei giorni scorsi circa la definizione di "lista civetta" da parte di alcuni quotidiani, in riferimento alla presentazione della candidatura di Giuliana Rainaldi a sindaco di Marcetelli, sostenuta da dieci aspiranti consiglieri, il presidente del movimento Italia dei Diritti Antonello De Pierro è ritornato sull'argomento, rivendicando con decisione la scelta di concorrere per amministrare il comune più piccolo del Lazio, in provincia di Rieti.

 

 "Come ho già avuto modo di chiarire — esordisce De Pierro — la nostra candidatura a Marcetelli non nasce per caso. Da presidente dell'Italia dei Diritti seguo personalmente, molto spesso, o delego a tale scopo i segretari provinciali, persone di estrema fiducia, il vaglio delle candidature nei territori, prediligendo sempre l'inserimento nelle liste di persone residenti in loco, e solo quando ciò non risulta possibile ci orientiamo verso uomini e donne non dimoranti in ambito comunale, ma sempre con un legame molto forte con la zona e un marcato impulso motivazionale a impegnarsi nelle istituzioni, espletando con tutti i crismi l'attribuzione mansionale affidata loro dall'espressione consensuale degli elettori, sempre nell'interesse supremo dei corpi collettivi. Così è avvenuto con Giuliana Rainaldi, per la cui designazione mi assumo ogni responsabilità, avendone appurato personalmente le qualità professionali e morali idonee per chi aspira a rivestire cariche elettive sotto l'egida del nostro movimento. E non solo. Giuliana, residente a Riofreddo, a soli 35 chilometri, da sempre frequenta il territorio di Marcetelli e dintorni, a cui è legatissima e ha deciso di scendere in campo proprio per colmare quelle lacune amministrative che chi ha occupato finora gli scranni decisionali ha permesso che si producessero, lasciando orfani i cittadini, i pochi che sono rimasti, di elementi fondamentali atti a soddisfare le esigenze più ovvie del divenire fenomenico della quotidiana esistenza".

Poi il leader del movimento tiene a fugare ogni dubbio circa gli obiettivi della lista "Italia dei Diritti a Marcetelli: "Se a qualcuno non è ancora chiaro voglio puntualizzare che noi siamo qui per vincere. Marcetelli è un paese che fa registrare uno spopolamento di circa l'81%, un record in Italia. A nostro avviso chi ha amministrato finora non ha saputo rispondere pienamente alle esigenze gestionali di cui la realtà locale aveva bisogno. E se una maggioranza non riesce a soddisfare le istanze territoriali è giusto che lasci il posto a chi ha una competenza maggiore per assicurare il corretto espletamento delle attribuzioni mansionali che l'ordinamento giuridico pretende da chi riceve la fiducia mandataria da parte degli elettori .D'altronde se una maggioranza che ha gestito per cinque anni la macchina istituzionale di Marcetelli si sfalda a fine mandato con il risultato di dividersi e ripresentarsi all'elettorato con ben tre liste e pertanto tre nuove proposte politiche il fallimento è lapalissiano. Dal sindaco uscente, come dalle altre due liste che fanno riferimento a candidati del posto e, come già detto, a esponenti dell'ormai defunta maggioranza, francamente non vedo margini di miglioramento rispetto alla situazione attuale .Ciò mi preoccupa maggiormente perché significa che l'offerta politica nel paese è molto limitata .In pratica i cittadini si sono dovuti accontentare di ciò che si sono trovati a valutare senza poter optare per una valida alternativa

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Noi, con la candidatura a sindaco di Giuliana Rainaldi, proponiamo quell'alternativa che a Marcetelli è finora mancata e un modo nuovo di fare politica, pressoché sconosciuto da quelle parti. Un'amministrazione comunale che si ritrova a fare i conti con uno spopolamento di queste dimensioni ha fallito sotto il profilo socioculturale e degli impulsi occupazionali. Per di più ci troviamo a dover prendere atto di una rete viaria stritolata dal degrado e pertanto pressoché impraticabile, che produce una sorta di semiisolamento di uno dei borghi più belli della provincia di Rieti. Mi riferisco alla strada provinciale Sp 29, che da tempo immemore non conosce attività manutentiva e impone a chi vuole recarsi a Marcetelli o a chi vuole raggiungere da Marcetelli l'autostrada A24 di cercare percorsi alternativi, con conseguente dilatazione dei tempi di percorrenza. E' chiaro che sono tutti elementi ostativi che scoraggiano gli automobilisti. Ciò vale sia per i turisti che vogliono visitare il borgo, ma anche per tanti residenti che, desolati, optano per andare a stabilire altrove la propria dimora abituale. A me personalmente è stato sconsigliato da più parti di percorrere la Sp 29 a meno che non l'avessi fatto con un suv. E' incredibile. Non siamo in Africa. I cittadini di Marcetelli, che pagano regolarmente le imposte, hanno tutto il diritto di raggiungere agevolmente e in sicurezza il loro paese. Qualcuno obietterà che la competenza amministrativa della provinciale 29 non è comunale. Certamente. Ma un'amministrazione comunale che, dopo tanti anni, non riesce a ottenere la messa in sicurezza di una strada nodale per la vita della comunità che è chiamata a governare, vuol dire che non è in grado di dialogare esaustivamente con gli altri enti per garantire i bisogni basilari della cittadinanza. Quest'anno i cittadini di Marcetelli hanno una straordinaria opportunità. In passato non era mai avvenuto. Possono scegliere la nuova linfa vitale rappresentata dall'Italia dei Diritti, con Giuliana Rainaldi sindaco, e pertanto un radicale cambiamento che possa donare al paese opportunità insperate finora, esprimendo il loro consenso con l'apertura di profonde e lunghe parentesi riflessive e affidandolo alla razionalità e non alla logica del voto familiare. Altrimenti potranno scegliere di accontentarsi, come hanno fatto in passato, e condannare il paese in cui vivono all'immobilismo a cui l'amministrazione uscente li ha abituati. Per quanto il sindaco abbia criminalizzato l'ingresso in consiglio di 'forestieri', posso solo affermare che nei molti paesi in cui sediamo in consiglio comunale stiamo facendo soffiare il vento del cambiamento e demolendo sistemi dall'antico sapore feudale fornendo il nostro contributo ad adiuvandum per rendere più efficace la macchina amministrativa, con un enorme vantaggio per la cittadinanza".