Cassazione: non si lamenti e paghi le spese
ROMA - Il fascino di Sabrina Ferilli non fa breccia in Cassazione.
La Suprema corte, infatti, ha bocciato il ricorso con il quale l'attrice romana chiedeva di essere risarcita per alcune foto senza veli pubblicate su due numeri del settimanale di gossip "Scandali 2000". La Ferilli sosteneva di essere stata diffamata perché quegli scatti erano stati accostati, nell'impaginazione, a quelli di altre donne che, a suo dire, erano star del porno. Ma i supremi giudici dopo aver visionato le foto - alle quali, spiegano, «hanno fatto legittimo accesso essendo il loro contenuto riportato nel capo di imputazione» - le hanno risposto che dalla vicinanza con le altre signore non poteva derivarle nessun danno. Si tratta, infatti, di «fotografie di note donne di spettacolo, apprezzate non solo per la loro venustà - scrive la Cassazione nella sentenza 42130 - ma anche per le loro capacità professionali: si tratta di attrici e modelle di rango» hanno concluso gli alti magistrati, che hanno condannato l'attrice al pagamento delle spese processuali.
La Suprema corte, infine, ha invitato la Ferilli a non prendersela così tanto, visto che una delle foto la cui pubblicazione l'ha spinta alla querela, era un suo «mezzo busto» riprodotto dalla copertina del settimanale "Max" per il quale la Ferilli ha posato per un calendario andato a ruba. Da questa circostanza, ad avviso della Cassazione, si «evince che comunque la foto era destinate alla pubblicazione».
Con questo verdetto, i supremi giudici hanno confermato l'assoluzione di Brunetto Fantauzzi, il direttore di "'Scandali 2000" che, in primo grado, era stato condannato per quelle foto della Ferilli «nuda e in pose ammiccanti». La Corte di appello di Salerno, invece, il 19 gennaio 2010 lo aveva assolto ritenendo che «le foto di per sé non erano oscene, né avevano altre qualità deteriori, e la rivista non poteva considerarsi pornografica».
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