Come diventare un bartender di successo: dall'accademia alla propria attività
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Il bartender è una delle professioni in maggior ascesa negli ultimi anni. Con l'evoluzione e la diffusione sempre più capillare della mixology e della cultura del bere miscelato, sempre più giovani si appassionano a questo mestiere. Ma cosa fa esattamente un bartender?
Sicuramente non è solo chi serve al bancone i drink ordinati dai clienti, ma un professionista che conosce perfettamente gli ingredienti, le tecniche di preparazione e sa sempre stupire con creazioni nuove e originali.
Oltre a creare cocktail nuovi e assaggiare costantemente drink per aggiornare la propria conoscenza, il bartender navigato deve sapersi relazionare con il pubblico, conoscere i gusti e le tendenze, gestire i rifornimenti ed essere in grado di guidare anche gli altri componenti dello staff. Un lavoro creativo ed entusiasmante, perfetto per chi vuole trasformare la propria passione per il bere miscelato in una appassionante carriera.
Formazione accademica: Come si diventa barman?
La formazione accademica è un passaggio fondamentale per chi vuole intraprendere seriamente la carriera di bartender. Esistono infatti numerosi corsi e accademie professionali che offrono programmi specifici per formare i bartender di domani.
Generalmente questi corsi hanno una durata variabile da 3 mesi a un anno e prevedono lezioni teoriche e pratiche per apprendere le tecniche di miscelazione, la conoscenza degli ingredienti e delle bevande alcoliche e analcoliche, le norme sulla sicurezza e l’igiene, la gestione della sala e dell’ordine al banco.
Molto interessanti risultano anche gli stage formativi che alcune accademie offrono per mettere in pratica quanto appreso e farsi conoscere nel settore. Generalmente gli stage avvengono in locali prestigiosi e danno modo di entrare in contatto con i grandi professionisti del mondo della miscelazione.
Esistono inoltre delle masterclass online per approfondire argomenti specifici e apprendere nuove ricette e teorie sul mondo della mixology, un sito web molto interessante che approfondisce questo mondo sia per chi è alle prime armi, sia per professionisti affermati, è Cocktailengineering.it
Esperienza sul campo, la carriera del barman
Una volta conclusa la formazione, è importante fare esperienza diretta sul campo per completare il percorso di crescita professionale. I primi passi consistono generalmente nel ricoprire ruoli di supporto come lavapiatti, barback o assistant bartender.
In queste posizioni è possibile familiarizzare con l'ambiente di lavoro frenetico di un bar, imparare velocità e organizzazione, e assistere i bartender più esperti nelle preparazioni.
Servono generalmente alcuni anni, 2-3, per ricoprire ruoli più operativi come bartender.
Durante questo periodo è fondamentale accumulare ore di lavoro effettivo ma anche confrontarsi con diverse tipologie di locale, da cocktail bar raffinati a ristoranti e bar dove è richiesto anche di miscelare long drink. Lavorare al fianco di bartender con stili e approcci diversi permette di sviluppare le proprie competenze tecniche e relazionali.
Specializzazioni e ruoli nel bartending
Una volta acquisite le competenze di base, è possibile specializzarsi in alcuni ruoli specifici. Un bartender a tutti gli effetti è in grado di gestire in autonomia un banco bar, creare cocktail originali e consigliare al meglio la clientela.
Esiste poi una figura più specialistica come il mixologist, che può essere definito come un ricercatore e inventore di nuovi drink. Il suo lavoro consiste nello sperimentare combinazioni inedite di ingredienti e tecniche di preparazione avanzate. Inoltre ci si può specializzare nella miscelazione per ristoranti di alto livello oppure per eventi ed esperienze come i molecular mixology bar.
Con il tempo e l’esperienza, è possibile ricoprire ruoli manageriali come beverage manager, responsabile del servizio alcolici e non in locali prestigiosi. Si tratta di profili direttivi che si occupano anche di formazione e organizzazione del personale.
Aprire una propria attività e divenire indipendenti
Dopo aver maturato una solida esperienza, una possibile evoluzione di carriera per un bartender è quella di aprire un'attività in proprio. Un'opzione è aprire un cocktail bar, che richiede grandi capacità imprenditoriali oltre che di miscelazione.
È necessario studiare un concept accattivante, realizzare un business plan, trovare il locale adatto e gestire tutti gli aspetti burocratici e amministrativi. In alternativa, ci si può affermare come consulente beverage per altri locali.
Il bartender consulente si occupa di creare la carta dei drink, formare lo staff, selezionare gli ingredienti e le attrezzature, ottimizzare il servizio bar. Questo ruolo consente di lavorare per diversi clienti e progetti, rimanendo flessibili. In ogni caso, per aprire una propria attività le conoscenze gestionali sono essenziali ed è preferibile maturare una solida clientela e reputazione.
Evolversi e aggiornarsi, uno step cruciale per il successo
La formazione di un bartender non si ferma mai, poiché il settore è in costante evoluzione. Partecipare a masterclass, corsi di aggiornamento e convention internazionali è fondamentale per rimanere al passo con le nuove tendenze.
I corsi possono essere dedicati a tecniche specifiche come la fermentazione o la sferificazione, oppure approfondimenti su ingredienti particolari come i distillati giapponesi o sudamericani.
Anche viaggiare alla scoperta di altre culture e tradizioni di miscelazione permette di trovare ispirazione e arricchire le proprie competenze con prodotti e tecniche originali, visitando i migliori locali del mondo.
Alcuni bartender diventano addirittura degli influencer sui social, condividendo le proprie conoscenze, oppure autori di libri e ricettari. Questo percorso di continua formazione e aggiornamento è alla base per evolvere professionalmente e rimanere sempre un passo avanti.