Esce domani giovedì 18 maggio nelle sale italiane il nuovo film di Bruno Colella, un regista notoriamente coraggioso e “fuori dal coro”. Un lavoro originalissimo, con un cast “corale”: Piera Degli Esposti, Sebastiano Somma, Nino Frassica, Luisa Ranieri, Lina Sastri, Alessandro Haber, Serena Grandi, Edoardo Bennato  e tanti altri.

In “My Italy” finalmente si ride in modo “intelligente”, lontano anni luce dagli schemi stereotipati delle attuali commedie che monopolizzano il mercato cinematografico. In un panorama assolutamente piatto e mediocre, che riflette l’omologazione culturale dei nostri giorni, ecco un’operazione produttiva basata sull’entusiasmo e sulla voglia di rischiare. Non a caso il film non usufruisce di pubblici contributi, in quanto l’apposita commissione ministeriale non lo ha ritenuto “meritevole”, al contrario di altre opere finanziate dallo Stato che spesso non riescono neppure a uscire nel normale circuito. Ma tant’è: siamo in “Italy” (tanto per ricordare il titolo del film di Colella) e non ci meravigliamo di niente, visto che tutto diventa “normale” e la gente, in generale, è ormai assuefatta a scandali e ingiustizie. “My Italy” è prodotto e distribuito dalla indipendente Mediterranea Productions di Angelo Bassi e si avvale anche di una coproduzione con la Polonia. Raccontare la trama è una impresa molto ardua, in quanto non c’è una trama vera e propria ma un susseguirsi di divertenti situazioni intrecciate, tra il grottesco e il surreale, il cui filo conduttore è rappresentato da un produttore, in giro per il mondo con il suo assistente, in cerca di sponsor per realizzare un film. Come novelli Totò e Peppino. In realtà tutto questo è un pretesto per presentare al pubblico una metafora sulla nostra epoca dove la cultura rischia di rimanere soffocata dall’appiattimento dovuto alla globalizzazione. Il messaggio è comunque positivo: nonostante tutto, l’arte non morirà mai.