IRi-Costituenti

«La responsabilità penale è personale» recita l'articolo 27 della nostra Costituzione, precisando che «Le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato». Fino a qualche tempo fa quest'ultima asserzione rischiava di risultare, forse, solo un gioco di parole o un tentativo evanescente poco attuabile. Poi qualcosa si è messo in moto nell'ambito del recupero inteso come riabilitazione alla normalità della vita e certi buoni propositi hanno iniziato ad assumere un valore tutt'altro che utopico. Tanto da andare ad interessare anche campi inaspettati come quello artistico. Basti pensare a pellicole come Cesare deve morire” dei fratelli Taviani, vincitore dell'Orso d'Oro all'ultimo Festival di Berlino, interamente girato nel carcere di Rebibbia di Roma ed interpretato da detenuti. O come “Reality” di Matteo Garrone, unico film italiano in gara al Festival di Cannes che ha come protagonista Aniello Arena, un recluso nella casa circondariale di Volterra a cui è stato accordato il permesso di girare le scene. Ma questo tanto interessante quanto inconsueto fenomeno non ha preso piede solo nel mondo del cinema, approdando recentemente anche in teatro con lo spettacolo di Francesco De Cicco, Fiore Ranauro e Michele Celano dal curioso titolo “I Ri-Costituenti”.

L'opera è stata presentata al Teatro Colosseo di Roma dall'Associazione Culturale Artisti per Sbaglio e dai ragazzi di Terza Casa Rebibbia, i quali, grazie alla preziosa opportunità offerta loro dal laboratorio teatrale interno al carcere, hanno ottenuto il consenso per rappresentare un lavoro in una sala esterna. E sebbene non tutti abbiano potuto beneficiare di questa possibilità, la regia ha ritenuto giusto elencare tutti i volenterosi ragazzi che hanno aderito all'iniziativa, senza distinguere, però, tra detenuti e non: Francesco De Cicco, Ruben Alicandri , Claudio Amore , Michele Celano, Jacopo De Cicco, Emmanuelle D'Alterio, Angelo Ovis, Fiore Ranauro, Denise Villani, Antonella Britti, Claudio Zappullo, Andrea Bongiovanni, Cristian Malagoli, Marco Felli, Carlo Bisio, Luca Ripetta, Francesco Moretti, Stefano Manduzio, Antonio Ricci, Franco Caruso, Giuseppe Spallino, Simone Mazzocchi.

Al centro della scena, seguendo il filo conduttore della difesa della Costituzione italiana, vengono affrontate, una dopo l'altra, tutte le più attuali e discusse problematiche sociali, descritte non in maniera retorica, ma, con estrema umiltà, senza falsi pregiudizi o scontati moralismi. L'approccio spontaneo e naturale con cui i protagonisti si accostano alla recitazione trasforma il palcoscenico in una piazza dove ogni uomo si racconta, tramutando il teatro da semplice mezzo di finzione in reale espressione di vita. Senza tralasciare anche divertenti momenti di performance comica e sana satira. Tutto questo accompagnato da coinvolgenti brani musicali cantati e suonati dal vivo ed impreziosito dalla presenza delle dodici ballerine del corpo di ballo La Crisalide, dirette da Cinzia Condreras, con anche una coreografia di Andrea Scazzi.

Rappresentazione pienamente riuscita, che colma le comprensibili imperfezioni tecniche dei reclusi con un ammirevole intento prioritario: quello di dare vita, più che ad una schiera di nuovi attori, ad un gruppo solido che si impegni, con disciplina e serietà, nella realizzazione di un progetto. Un modo diverso e gratificante per consentire ad ognuno di loro di riscattarsi con se stesso e con la società dagli errori passati, dimostrando che, nonostante le colpe commesse, sono e restano esseri umani desiderosi di migliorarsi ed andare avanti. Persone che possano trovare nel teatro una seconda vita personale e magari professionale.