Lettere al Direttore

Alla cortese attenzione del direttore Antonello De Pierro

Da almeno un decennio la Scuola Pubblica, in modo particolare l?agibilit… democratico-sindacale e gli spazi di libert… e legalit… presenti al suo interno, stanno subendo colpi durissimi, inferti dai governi sia di centro-sinistra che di centro-destra.

Con l?istituzione della cosiddetta ?autonomia scolastica? e poi con l?applicazione della legge n. 53/2003 (meglio nota come ?riforma Moratti?), Š stata sancita ed eretta una struttura oligarchica e verticistica contrassegnata in modo autoritario. Di fatto si Š instaurata una profonda divisione di ruoli gerarchici nel quadro dei rapporti umani e professionali esistenti tra le varie categorie dei lavoratori della scuola.

In particolare, all?interno del corpo docente si Š determinata una netta disparit… di redditi e funzioni, non sempre rispondenti a meriti reali, a qualifiche professionali o a specifiche competenze tecniche di valore, attivando un processo di aberrante mercificazione della funzione didattico-educativa e di crescente, maldestra e volgare aziendalizzazione della Scuola Pubblica, degli ordinamenti e delle relazioni sociali al suo interno, strutturate sempre pi— in termini di comando e subordinazione, logorando e pregiudicando sempre pi— la democrazia collegiale, ormai quasi inesistente.

Negli ultimi tempi Š stato possibile sperimentare come l?avvento della ?autonomia scolastica? e l?attuazione della succitata ?riforma Moratti?, non hanno sortito esiti apprezzabili in termini di apertura della scuola verso le reali esigenze del territorio.

La mera formulazione giuridica dell? ?autonomia? non ha stimolato le singole scuole ad esercitare un ruolo incisivo e trainante, di intervento critico-costruttivo e di promozione culturale rispetto al contesto socio-economico e politico di appartenenza.

In tanti casi, le istituzioni scolastiche ribattezzate come ?autonome?, hanno assunto una posizione subalterna verso i centri di potere presenti nelle varie realt… locali, e mi riferisco anzitutto alle Pubbliche Amministrazioni, assolutamente incapaci o restie a supportare finanziariamente un arricchimento della qualit… dell?offerta formativa delle scuole.

A tutto ci• si aggiunga un progressivo imbarbarimento dei rapporti interpersonali, sindacali e politici tra i lavoratori della scuola, in quanto questa Š diventata il teatrino di sempre pi— estese e laceranti conflittualit…. Questi fenomeni di disgregazione sono una conseguenza prodotta proprio dalla tanto celebrata ?autonomia?, nella misura in cui tale provvedimento normativo non ha generato un assetto organizzativo stabile, equo, efficiente, ma in moltissimi casi ha suscitato solo confusione, contrasti, assenza di certezze, violazione di regole e diritti, sia sindacali che democratici, favorendo comportamenti furbeschi, autoritari ed arroganti, ed esasperando uno spirito di competizione per fini venali e carrieristici.

In tali vicende sono innegabili le responsabilit… storico-politiche dei precedenti governi di centro-sinistra, che hanno intrapreso un?azione demolitrice della Scuola Pubblica e della democrazia partecipativa al suo interno, per cui l?attuale governo ha avuto gioco facile nell?infliggere il colpo letale alla Scuola Pubblica e al diritto costituzionale all?istruzione, in virt— della pseudo-riforma legata al nome della Moratti.

In tal modo lo stato di palese disorientamento e di sfascio, gi… diffuso ed avvertito nella realt… di tante scuole, Š aumentato.

Il clima di caos, di assenza di regole, di crisi delle norme democratiche e sindacali, Š destinato a crescere, aggravando le contraddizioni interne al mondo della scuola.

La signora Moratti ha allestito un vero e proprio baraccone, ha costruito un contenitore enorme ma vuoto, privo soprattutto delle risorse umane e finanziarie necessarie, visti i tagli di cattedre e di fondi previsti per i prossimi anni scolastici.

Non intendo annoiarvi oltre, per cui vi saluto con una sincera esortazione a resistere, bench‚ la nausea e lo sconforto tendano a prevalere.



Lucio Garofalo

Alla cortese attenzione del direttore Antonello De Pierro.

Ho atteso con ansia che trascorresse la ricorrenza del 30ø anniversario della tragica morte di Pier Paolo Pasolini, per provare a scrivere qualcosa su di lui, per riflettere sul prezioso senso della sua figura e della sua opera, a 30 anni di distanza dalla sua precoce scomparsa, per ragionare sull?attualit… e sulla verginit… delle sue idee cos avanzate e cos ferocemente presenti oggi pi— di ieri, in quanto hanno anticipato notevolmente i tempi.

La prima impressione che ho ricavato dalle innumerevoli, scontate ed ovvie celebrazioni dell?evento, Š la seguente.

Ormai tutti sembrano appropriarsi (o volersi appropriare) dell?eredit… del pensiero pasoliniano, da sinistra a destra, rivalutando e riabilitando post mortem un personaggio che in vita era stato scomodo a tanti e da tanti (troppi) Š stato osteggiato, perseguitato e diffamato, mentre oggi sembra far comodo a tanti, forse troppi per i suoi gusti di genio anticonformista.

Ormai il sistema sembra aver inglobato ed omologato persino le analisi e le riflessioni provocatorie e rivoluzionarie dell?intellettuale italiano (e non solo italiano) pi— geniale, pi— anticonformista e pi— eversivo del Novecento.

Ma Pasolini non pu• essere omologato e assimilato con tanta facilit…, e tantomeno le sue idee possono essere addomesticate o neutralizzate nell?atto di sposarle o ripensarle cos banalmente. Eppure, l?operazione in corso Š proprio quella di un?assimilazione politico-culturale del pensiero pasoliniano, post mortem, in piena regola!

In particolare, l?industria culturale, e lo starsistem in generale, Š ferocemente consumista ed ha cinicamente consumato i riti e le celebrazioni pasoliniane, divorando e metabolizzando il significato eversivo e rivoluzionario dell?opera di Pier Paolo Pasolini.



Chiss… che cosa avrebbe da dire oggi Pier Paolo Pasolini se fosse ancora vivo?



Chiss… quali sarebbero le sue opinioni e le sue provocazioni ?corsare? a proposito, ad esempio, della globalizzazione economica neo-liberista e del ?pensiero unico? (che Pasolini seppe intuire gi… 30 anni or sono) , della guerra ?preventiva? in Iraq e della nuova strategia del terrore globale, del ?cavaliere nero? Silvio Berlusconi e del suo pessimo governo ?clerico-fascista? in versione aggiornata, del subdolo tentativo di attuare il ?Piano di rinascita democratica? promosso della P2 di Licio Gelli, delle leggi ad personam? E, dulcis in fundo, dell?ultimo colpo di mano, quel ?golpe elettorale? pseudo-proporzionalista che non sancisce affatto la restaurazione del precedente sistema proporzionale che, non a caso, era molto pi— serio e pi— democratico di questa riedizione mistificante di un modello maggioritario travestito (appunto) di proporzionalismo. Altrimenti, quale senso e quale ruolo bisognerebbe assegnare al ?premio di maggioranza? previsto dalla proposta governativa di riforma elettorale?...



2 novembre 1975 ? 23 novembre 1980: tempo di anniversari?



Il 2 novembre scorso, e nei giorni immediatamente precedenti e successivi a quella data, si Š consumato una rituale e piatta rievocazione del 30ø anniversario della scomparsa, violenta e prematura, di Pier Paolo Pasolini.

Senza dubbio, questa morte ha costituito una perdita incolmabile per la cultura e per la societ… non solo italiana, ma universale.

Non si tratta di una frase fatta, n‚ di una banale constatazione, bens Š la scoperta, magari tardiva, da parte della collettivit… nazionale, dell?annientamento, fisico e morale, di una coscienza critica estremamente acuta e spietatamente sincera che, per quanto fosse scomoda, ingombrante e destabilizzante, soprattutto per la classe politica dirigente del nostro Stato, esprimeva comunque una voce importantissima ed un pensiero estremamente utile e necessario per capire meglio la direzione presa dalla nostra societ…, ossia dal nostro destino, a partire ovviamente dalle nostre esperienze particolari e dalle nostre realt… locali, sempre pi— omologate ad un modello dominante. In tal senso, il pensiero pasoliniano Š una preziosissima fonte di ispirazione ed un utile strumento di analisi e di interpretazione dei processi di trasformazione in atto anche nelle mia terra, l?Irpinia, negli ultimi 25 anni (25, infatti, sono gli anni trascorsi dal terribile evento tellurico del 23 novembre 1980).

La straordinaria statura morale, intellettuale ed umana di Pasolini, Š soprattutto quella di un geniale precursore del suo tempo, al punto che il suo pensiero pu• risultare ?profetico?, ma Š solo il frutto di una mente assai acuta e profonda, capace di andare oltre il suo tempo, di andare oltre i momenti e i comportamenti effimeri e transitori, di oltrepassare gli aspetti superficiali e fenomenici, per carpire a fondo la vera natura delle cose.

La validit… di molte analisi radicali e ?corsare? di Pasolini consiste nell?aver colto nel segno, molto prima di tanti altri, quei cambiamenti sociali e culturali cos profondi e drammatici della realt… italiana, che all?epoca (ossia verso la met… degli anni ?70) erano ancora ad un livello embrionale e non erano ancora emersi chiaramente in superficie.

Gi… 30 anni fa Pasolini aveva intuito in modo geniale alcuni segnali di trasformazione di natura strutturale e socio-economica, ma anche di carattere antropologico-culturale, mutamenti che all?epoca erano ancora in nuce, generati dall?avvento e dall?espansione dell?economia capitalistica e dall?imposizione di un?ideologia, quella consumistico-borghese, che Pasolini aveva riconosciuto come il nuovo, vero fascismo, anzi come il peggiore dei fascismi e dei totalitarismi dell?epoca contemporanea.



A quanto pare, non si sbagliava affatto...



Io, ad esempio, risiedo in un piccolo centro dell?Irpinia, che conta meno di 10 mila abitanti. Eppure, mi sembra di stare in una metropoli dispersiva ed alienante. Come mai?...

Probabilmente, il catastrofico sisma del 23 novembre 1980 (che rase quasi interamente al suolo il mio paese) e il successivo processo di ricostruzione urbanistica e sociale, con l?immenso fiume di denaro piovuto dall?alto, possono aver favorito, anche da noi, un?accelerazione improvvisa di quei processi di mutazione antropologica e di omologazione culturale e sociale di massa che Pasolini seppe comprendere e descrivere oltre 30 anni fa.

Infatti, l?infausta data del 23/11/80 segna e costituisce per noi irpini un vero e proprio spartiacque storico e antropologico-culturale.

Ormai non c?Š pi— alcuna differenza tra gli stili di vita e di comportamento, totalmente consumistici, degli individui che vivono in un piccolo paese delle zone interne dell?Italia meridionale, e gli abitanti di un?estesa metropoli come Roma, Milano, Torino, eccetera.

Invece, 25/30 anni fa il divario era molto maggiore, direi quasi abissale; oggi si Š ridotto in modo colossale livellandosi verso il basso.

Il predominio assoluto, e assolutistico, dell?economia di mercato, ha generato effetti di alienazione e di omologazione superiori a qualsiasi altra forma di dittatura o di sistema totalitario, dal fascismo al nazismo, e via discorrendo. Ci• che in Italia non era riuscito al regime fascista di Mussolini durante un intero ventennio, Š riuscito al modello di produzione e di consumo neocapitalista nel giro di pochi lustri. Ci• Š accaduto anche da noi, in Irpinia, una terra immobile ed immutata per secoli, stravolta e sconvolta in poco tempo, soprattutto a partire dai primi anni ?80, anche per effetto di accelerazioni causate dall?evento sismico e dai processi economico-sociali innescati dalla ricostruzione delle aree terremotate.



Lo ?spaesamento? del mio paese natale?



Oggi, il mio paese natale Š un luogo di vita alienante, sempre meno comunit… a misura d?uomo, e sempre pi— una realt… a misura di bottegai affaristi e speculatori.

Certo, da noi convivono vecchi e nuovi problemi, piaghe antiche e secolari, come il clientelismo politico-elettorale, la camorra (in Calabria c?Š la ?ndrangheta, che si Š recentemente manifestata in tutta la sua barbarie) e nuove contraddizioni sociali quali, ad esempio, la disoccupazione, le devianze giovanili, l?alienazione, l?emarginazione sociale e la disperazione che sono effetti provocati dalla modernizzazione puramente economica e materiale di una societ… che Š diventata ormai una societ… di massa.

Purtroppo, gi… da diversi anni, anche nelle nostre zone i giovani muoiono a causa di overdose di eroina e fanno uso di sostanze stupefacenti, oppure si schiantano in automobile il sabato sera, dopo una serata trascorsa in discoteca, e via dicendo?

Persino il fenomeno dell?emigrazione si Š ?aggiornato? e ?modernizzato?, nel senso che si ripropone in forme nuove e, forse, anche pi— drammatiche e pi— gravi del passato.

Infatti, una volta gli emigranti irpini, e meridionali in genere, erano lavoratori analfabeti o semianalfabeti, oggi sono in grandissima parte giovani con un elevato grado di scolarizzazione.

Inoltre, mentre gli emigranti del passato sovvenzionavano le loro famiglie rimaste nei luoghi di origine, a cui speravano di ricongiungersi il pi— presto possibile, i giovani di oggi che emigrano verso il Nord lo fanno senza pi— la speranza, n‚ l?intenzione di far ritorno alla propria terra natale, anzi molto spesso formano e crescono le loro famiglie altrove, laddove si sono economicamente sistemati. Insomma, si tratta di un?emigrazione di cervelli, ossia di giovani intellettuali sui quali le nostre comunit… hanno investito molte risorse per farli studiare.

Pertanto, questa Š la pi— grave perdita di ricchezze e di valori per le nostre zone!...

Quelle che un tempo erano piccole comunit… a misura d?uomo, depositarie di una memoria storica secolare e dotate di un profonda identit… fondata soprattutto sulle tradizioni locali e particolaristiche, oggi si sono disgregate e addirittura atomizzate, avendo perso rapidamente la propria dimensione umanistica e popolare, avendo smarrito la propria originale identit… socio-culturale, localistica e dialettale, senza tuttavia assumerne una nuova, con inevitabili e devastanti ripercussioni in termini di alienazione sociale e di vuoto esistenziale.



La ?modernizzazione? del Sud come effetto della ?post-modernizzazione? del Nord?



Sul piano strettamente economico, quella irpina non Š pi— una societ… agraria, ma non Š diventata qualcosa di veramente nuovo e diverso, ovvero non si Š trasformata completamente, e spontaneamente, in un assetto industriale vero e proprio, pur vantando antiche vocazioni artigianali e commerciali, come quelle che animano le dinamiche e lo sviluppo, forse troppo poco regolato e razionale, dell?economia del mio paese.

Oggi, a 25 anni di distanza dal terremoto, la societ… irpina Š pi— o meno un ?ibrido?, sia dal punto di vista economico-materiale, sia sotto il profilo sociale e culturale.

Certo, occorre precisare che sul versante propriamente economico-produttivo, la ?modernizzazione? delle nostre zone, che fino a pochi decenni fa erano dominate da un tipo di economia agraria, latifondistica e semi-feudale, Š avvenuta in tempi rapidi e in modo convulso e controverso. Ci• si Š determinato all?interno di un processo di ?post-modernizzazione? del sistema capitalistico su scala globale, ossia in una fase di ristrutturazione tecnologica in chiave post-industriale, delle economie neocapitalistiche pi— avanzate dell?occidente, con il trasferimento di capitali e di macchinari ormai obsoleti in alcune aree arretrate, depresse e sottosviluppate dal punto di vista capitalistico-borghese come, ad esempio, il nostro Meridione. Voglio puntualizzare che anch?io, come Pasolini, credo nel progresso, ma non nello sviluppo, soprattutto in questo tipo di sviluppo selvaggio ed irrazionale che Š generato dalla globalizzazione economica neoliberista.



Una speranza di palingenesi terrena, non ultraterrena...



Voglio concludere la mia analisi condotta in pieno stile pasoliniano, cioŠ in modo ?corsaro? e ?provocatorio?, con il richiamo ad una speranza e ad una volont… di palingenesi spirituale della mia terra, l?Irpinia, a cui sono visceralmente legato, nonostante tutto.

L?opera e le idee di Pasolini erano disperate, ossia prive di speranza, almeno in apparenza; in realt… erano pervase da un profondo sentimento di religiosit…, scevro tuttavia di qualsiasi forma di moralismo o di fondamentalismo. La religiosit… pasoliniana era indubbiamente laica.

D?altronde egli era un intellettuale marxista e marxisticamente ha cercato di analizzare e descrivere la realt… del suo tempo, con coraggio, lucidit… ed onest… morale ed intellettuale.

A mio parere, il compito dell?intellettuale Š certamente quello di provare ad interpretare e a conoscere la realt…, ma Š anche quello di tentare di migliorarla.

Insomma, bisogna comprendere e spiegare il reale, l?essere, ma c?Š ancora pi— bisogno di comprendere e spiegare, dunque attuare, l?ideale, il dover-essere. Ma, da solo, l?intellettuale Š impotente, per cui deve riferirsi e agganciarsi alle forze materiali e sociali presenti e operanti nella realt… in un determinato momento storico.

In tal senso, la speranza di rinascita spirituale dell?umanit…, a partire dalla mia umanit…, deve esplicarsi in un progetto di trasformazione concreta, da proporre e promuovere politicamente, ossia in sede terrena, non ultraterrena.

Si pu• e si deve cominciare dal basso, dal piccolo, dal semplice, per arrivare in alto, per pensare ed agire in grande, cambiando magari il mondo in cui viviamo.

Io ci voglio provare scrivendo queste cose. Almeno spero che servano a qualcuno e a qualcosa!



Lucio Garofalo

Alla cortese attenzione del direttore Antonello De Pierro.

Dulcis in fundo!

L?atto conclusivo del ?meraviglioso? e ?ineffabile? governo Berlusconi Š un disegno di legge sulle droghe (inserito in modo subdolo come mini-emendamento in un maxi-emendamento per le Olimpiadi invernali di Torino) che reca, non a caso, il nome e la paternit… di Gianfranco Fini, ossia di un fascista, post o vetero non importa in quanto la forma mentis Š sempre la stessa.

Ecco, dunque, il capolavoro dei capolavori di questo infame governo, che ha intrapreso la sua opera devastatrice, anticostituzionale e antidemocratica con la feroce repressione del movimento no-global attuata durante le giornate del G8 di Genova, nel Luglio 2001, e con un obbrobrioso provvedimento legislativo che ha eliminato la tassa sulle successioni e sulle donazioni che superano i 200 mila euro! Cito solo alcuni degli atti pi— emblematici e significativi per rinfrescarci la memoria sulla natura classista e reazionaria di tale governo.

L?intento dichiarato del decreto Fini Š quello di colpevolizzare e perseguitare i tossicomani, anche i semplici consumatori di spinelli, giudicati alla stessa stregua degli spacciatori e dei narcotrafficanti, annullando cioŠ la ?liceit…? del consumo personale finora tollerato.

Come argomentano i fautori della legge, la gravit… dell?attuale situazione sarebbe determinata dal ?permissivismo? contenuto nel concetto di ?modica quantit…?, un?idea ispirata e alimentata dall?ascesa, soprattutto negli anni ?60 e ?70, della cosiddetta ?cultura della droga? intimamente sposata alle varie ?culture alternative? o ?controculture? affermatesi in quel periodo.

In effetti, questo Š il ragionamento, rozzo e semplicistico, che fonda lo spirito della legge Fini.

Invece, Š un dato incontestabile che la causa dei crimini abitualmente perpetrati nelle aree urbane pi— degradate, ad esempio i reati commessi dai giovani tossicomani, sia proprio nell?esatto contrario del permissivismo, ossia in quel regime proibizionista che di fatto regola e decide la questione. Un regime che la legge Fini renderebbe ancora pi— aspro e crudele, criminalizzando e perseguendo non solo le abitudini di milioni di consumatori di droghe leggere, ma penalizzando anche altri comportamenti, fino a negare e calpestare alcuni elementari diritti sanciti e garantiti dalla nostra Costituzione.

Le misure draconiane previste dalla suddetta legge mirano a reprimere il diritto a ?farsi?, ma non ne eliminano le cause reali, nella misura in cui le ragioni dell?alienazione giovanile nelle droghe sono di natura esistenziale, psicologica e culturale, non certo di ordine giuridico.

Inoltre, quelle norme brutalmente punitive investirebbero soltanto i piccoli spacciatori, ossia gli stessi abituali consumatori di sostanze narcotiche.

Tale disegno politico cela una perversa volont… di esasperare il fenomeno della violenza urbana, specialmente di quella minorile, ma soprattutto arreca un vantaggio economico e politico incommensurabile alle pi— potenti organizzazioni malavitose (mafia, camorra, ecc.) che controllano il mercato nero delle sostanze stupefacenti, in modo particolare delle droghe pesanti, favorendo e incrementando il potere e i profitti dei narcotrafficanti internazionali.

L?esperienza storica ha dimostrato che l?imbarbarimento di una gi… ferrea disciplina repressiva non fa altro che scatenare l?effetto contrario, generando fenomeni di recrudescenza e l?aumento del disordine, della rabbia, della disperazione.

Tale legge costituisce un ulteriore segnale che attesta l?involuzione in senso autoritario e reazionario di una notevole parte della classe dirigente italiana, a cui non corrisponde un pari fenomeno regressivo nella societ… civile, che in tal modo si discosta sempre pi— dagli ambienti, dagli umori e dai poteri istituzionali del Palazzo.



Lucio Garofalo

Alla cortese attenzione del direttore Antonello De Pierro.

NUOVI SPETTRI S?AGGIRANO PER L?EUROPA
La paura Š antica quanto il genere umano, Š un istinto primitivo, preesistente ad ogni forma di intelligenza, razionalit… e cultura. La paura nasce con la comparsa della vita animale e si lega intimamente all?istinto di auto-conservazione di ogni specie vivente. Essa discende anzitutto dalla paura pi— naturale e fisiologica che Š la paura della morte.
In tal senso, la paura Š una pena che si sconta e si vince vivendo.

Breve storia della paura

Sin dai suoi primordi l?umanit… ha imparato a convivere con la paura, con lo sgomento scatenato dalla furia della natura e dalle sue pi— terrificanti manifestazioni: fulmini, tuoni, terremoti, eruzioni vulcaniche e altri cataclismi. Nel corso dei lunghi millenni dell?et… preistorica l?uomo ha tentato di esorcizzare le sue paure, spiegando i fenomeni naturali come eventi soprannaturali, di origine mitica o divina. In tal modo Š nata la religione che affonda le sue radici storiche e la sua ragion d?essere nelle paure pi— ancestrali e remote dell?umanit….

Anche oggi, in un?epoca dominata dall?ultra-razionalismo scientistico e da un delirio di onnipotenza tecnico-utilitaristica, la paura Š un elemento costante della nostra esistenza di creature fragili e mortali. Essa assume innumerevoli manifestazioni, si insinua nei meandri pi— oscuri e reconditi dell?animo umano, come un virus subdolo e letale che provoca pi— danni di qualsiasi epidemia e di qualsiasi morbo infettivo.

E? indubbio che la paura sia uno dei tratti pi— tipici e peculiari della natura animale che Š insita nell?umanit…, ma non pu• e non deve farsi un?ossessione. Eppure la nostra realt… Š sempre pi— assillata dalle paure, a cominciare dalla paura di morire per giungere alla paura di vivere.

Non a caso il lugubre primato dei suicidi, soprattutto tra le giovani generazioni, spetta alle nazioni pi— opulente dell?occidente, Giappone in testa. Non a caso le societ… da sempre sono governate anche mediante il ricorso alle paure, e tuttora gli Stati pi— avanzati sotto il profilo tecnologico-produttivo si servono delle paure per esercitare un controllo sociale sempre pi— esteso e capillare. Non a caso il ?Napoleone? nazionale ha vinto le elezioni politiche del 1994 e del 2001 giocando soprattutto la carta dell?idiosincrasia anticomunista, che rappresenta tuttora una delle paure collettive pi— intense ed ossessive della borghesia italiana, e non soltanto italiana. Lo spettro del comunismo, dopo il fallimento del ?comunismo reale?, ossia dopo il fatidico 1989, dopo la caduta del muro di Berlino e il tracollo dell?Unione Sovietica, Š agitato e strumentalizzato pi— che in passato per conquistare e conservare il potere!

Occidente e Oriente, Nord e Sud

Nell?Europa post-secolarizzata e post-illuminista s?aggirano nuovi d‚moni e nuove ossessioni, a cominciare dal terrore proveniente dal Medio Oriente, laddove imperversano gli estremismi islamico-religiosi e politico-nazionalisti. Sempre dai paesi arabi proviene una preoccupazione pi— concreta, che Š tra le concause dell?odierna crisi economico-energetica, cioŠ lo spauracchio della crisi petrolifera. E dall?Est asiatico-europeo, precisamente dalla Russia, scorre lungo i metanodotti lo spavento provocato dalla penuria di rifornimenti di gas metano, da cui il nostro Paese dipende in maniera vitale.

Parimenti nel mondo islamico, dove dilagano le tendenze pi— integraliste e oltranziste (da sempre incoraggiate da chi, in occidente, ha interesse a creare e alimentare il terrorismo per finalit… economico-affaristiche), in quei Paesi dove si Š manifestato con fanatico furore contro la blasfemia delle vignette su Maometto, in quei luoghi che sembrano essersi arrestati al pi— buio Medioevo, si diffondono la paura e la diffidenza verso la ?modernit…?, verso la ?libert…?, verso la ?democrazia?, verso tutti quei valori secolarizzati della ?civilt… occidentale?.

Oggi tali principi generano sgomento e avversione tra quelle genti che hanno sofferto l?aggressione colonialista e imperialista dell?occidente ed hanno conosciuto l?ipocrisia di un sistema di rapina e di espropriazione economico-materiale, in quanto tante guerre e violenze hanno contribuito a infangare i ?valori occidentali?, sbandierati come cause nobili e di altissimo valore morale che in realt… servivano a dissimulare gli sporchi interessi affaristici collegati all?establishment militare-industriale dell?economia e del mercato capitalistico.

E dall?Estremo Oriente abbiamo importato una nuova paura, incarnata in un virus, l?Aviaria, meglio nota come ?influenza dei polli?, che ha suscitato timori oltremodo infondati e irrazionali, prefigurando scenari apocalittici di stragi e pandemie paragonate alle peggiori pestilenze del passato. Invece, come Š gi… successo in altre occasioni il panico si Š rivelato pi— terribile e pericoloso della patologia ?ornitologica?. Che polli!...

I veri ?polli? siamo noi, miseri utenti e spettatori passivi della disinformazione di regime.

L?aviaria si Š dimostrata una vera bufala! Gi… alcuni anni fa, nel 1998/99, numerosi polli perirono a causa di un contagio influenzale, ma i mass-media non ne parlarono affatto, e cos tutti continuarono a mangiare il pollo senza alcun problema sanitario. Al contrario, oggi lo spavento provocato dall?aviaria ha messo in ginocchio un?intera economia, incrementando i gi… colossali profitti delle multinazionali farmaceutiche. Questa vicenda Š l?ennesima conferma della straordinaria importanza dei mass-media, la cui influenza (questa s) Š notevolmente decisiva e determinante. Aveva ragione Goebbels, il ministro della propaganda hitleriana, quando asseriva: ?Una bugia, bench‚ enorme, se ripetuta continuamente, prima o poi viene accettata dal popolo come una verit… incontestabile?. Berlusconi docet...

Negli anni ?80 il virus HIV semin• una gigantesca psicosi in tutto il mondo occidentale, ma fu in parte scongiurato, mentre oggi rappresenta la principale malattia infettiva nel Sud del mondo, in modo particolare nel continente africano, un morbo ancor pi— letale e pernicioso della tubercolosi e della malaria che pure sono causa di spaventosi stermini di massa.

Infatti, mentre da noi in occidente il virus dell?AIDS Š ormai contenuto grazie ai risultati conseguiti nel campo della ricerca medico-farmacologica, nei paesi del Terzo e Quarto mondo esso uccide pi— di ogni altra malattia a causa degli esorbitanti prezzi imposti dalle multinazionali farmaceutiche, che risultano potenti e distruttive quanto le multinazionali petrolifere e quanto quelle legate all?industria bellica, ossia sono i veri padroni del pianeta!

Anche nei secoli scorsi il terrore suscitato dalle epidemie causava pi— danni dello stesso morbo.

Cos, ad esempio, nell?Europa medievale la paura degli untori era pi— deleteria e nociva della peste che pure sterminava milioni di vite umane.



I padroni del mondo



Da sempre il mondo Š soggiogato e dominato dalle paure e con le paure viene controllato e governato. Chi ha paura Š suddito e la sudditanza psicologica e culturale Š il frutto della paura, Š la conseguenza di uno stato di soggezione, di dipendenza e di ricattabilit… sia materiale, sia anche mentale e interiore.

Il potere, in ogni sua forma, si regge soprattutto sulla paura e sulla superstizione, ossia sull?ignoranza. Si pensi al dominio instaurato sulle menti degli uomini da parte di potenti organizzazioni malavitose quali mafia, camorra e ?ndrangheta, le quali hanno costruito la propria supremazia territoriale e politica sul clima di omert… e di intimidazione generato con il terrore e con la violenza fisica. Parimenti i regimi teocratici, come pure quelli falsamente democratici dell?occidente, si reggono e sopravvivono grazie all?angoscia e alla sudditanza delle masse, e cos avviene ovunque i popoli sono messi sotto assedio, sono ossessionati e spaventati da una minaccia pi— o meno oscura, da un nemico pi— o meno reale o immaginario.

L?esempio storico pi— efficace in tal senso Š rappresentato dal potere temporale dei papi, che si instaur• duemila anni or sono e sussiste ancora oggi in altre forme. Esso incarna alla perfezione il potere politico-materiale di tutte le religioni e di tutte le ideologie totalitarie, anche di quelle laiche. Il fanatismo politico-religioso, da quello islamico a quello cattolico, si serve dell?ignoranza e dell?angoscia che attanagliano gli esseri umani, nella misura in cui ogni paura deriva dall?ignoranza e dalla superstizione, ossia dalle false credenze.

Neppure lo straordinario progresso compiuto dalla scienza moderna negli ultimi 3 secoli Š riuscito a scardinare ed abbattere le superstizioni e i timori degli individui, che hanno origine nell?oscurit… e nel mistero della psiche umana, che Š estremamente fragile ed influenzabile.

La scienza, intesa e vissuta come conoscenza critica e come cultura emancipatrice, trasformatrice e rivoluzionaria dell?esistente, pur con tutti i suoi limiti oggettivi e nonostante il suo asservimento ai preponderanti interessi economici del capitalismo, pu• e deve contribuire ad estendere l?area della coscienza e della libert…, osteggiando l?oscurantismo, il fanatismo e la barbarie che opprimono i popoli, condannati in tal modo a un destino di arretratezza, di dipendenza e sudditanza materiale e morale rispetto allo strapotere di pochi, ovvero di quei gruppi economici, politici o religiosi, che mirano ad accrescere le paure, le menzogne e le false credenze, proprio al fine di riprodursi e perpetuarsi all?infinito.

Non a caso il potere dell?oppressore risiede sempre e soprattutto nella mente degli oppressi, cioŠ si alimenta e si rafforza attraverso le paure che gli oppressi nutrono verso i loro carnefici.



Il ?Terrore rivoluzionario?



Non c?Š dubbio che la paura sia un istinto naturale, vale a dire un comportamento insito nella natura animale, primordiale, degli uomini, come si Š gi… detto in precedenza.

La paura Š un impulso congenito che Š assai utile e indispensabile alla sopravvivenza e all?auto-conservazione delle specie viventi. Senza questo istinto tutti gli esseri viventi, animali e uomini, non avrebbero alcuna possibilit… di scampo di fronte agli innumerevoli pericoli e alle terribili insidie presenti nell?universo.

Ma proprio in quanto comportamento istintivo e primitivo, la paura Š un elemento irrazionale che ha dunque bisogno di essere controllato e regolato dall?intelligenza razionale, per evitare che essa prevalga, divenendo la parte dominante e determinante delle azioni umane.

In particolare la paura pu• scatenare una forza estremamente pericolosa e devastante soprattutto quando si fa strumento di lotta politica, quando viene usata per influenzare e condizionare le scelte e gli orientamenti delle masse che, una volta prese dal panico, impazziscono, trasformandosi in una furia cieca e incontenibile. Infatti non esiste al mondo nulla di peggio, di pi— deleterio e impetuoso di una folla inferocita o terrorizzata, al pari di una mandria di bufali in fuga, impazziti e assaliti dalla paura suscitata dai loro predatori.

Il terrore provoca pi— disastri di un cataclisma naturale, Š pi— devastante di un terremoto o di un?eruzione vulcanica, Š pi— catastrofico del pi— furioso evento causato dalla natura.

Il ?Terrore? per antonomasia nella storia dell?occidente, Š rappresentato dalla violenza delle rivoluzioni popolari, quindi esso Š la madre di tutte le paure collettive che affliggono le classi sociali dominanti. La paura suscitata dalla minaccia di una ?catastrofe sociale?, che rischia di sovvertire l? ?ordine costituito? e di mettere a repentaglio la sicurezza del proprio status di classi ricche, agiate e possidenti, Š all?origine di tante angosce che tormentano la societ… contemporanea. Ecco dunque risorgere lo spettro della rivoluzione sociale, ecco rinascere lo spauracchio della rivolta di massa, in Francia come nel resto d?Europa.

Da quando l?umanit… ha creato le prime forme di propriet… privata, accumulando il surplus economico originario, derivante dall?espropriazione violenta del prodotto del lavoro collettivo, la paura pi— forte, pi— costante e ricorrente nella storia millenaria della lotta di classe nelle diverse societ… umane (dallo schiavismo del mondo antico al feudalesimo medievale, al capitalismo moderno) Š appunto quella di perdere ci• che si possiede, Š il terrore di vedersi espropriare con la forza le ricchezze estorte (sempre ingiustamente) ai lavoratori, siano essi gli schiavi, i servi della gleba o i salariati. Non Š un caso che pi— si Š ricchi e pi— si ha paura e, probabilmente, si Š infelici in quanto si Š tormentati dall?insicurezza. Da qui Š nata l?esigenza di un potere forte, violento, atto a garantire la sicurezza e l?ordine della societ… divisa in classi.

La ?Rivoluzione? Š il pi— grande spauracchio degli odierni stati occidentali, in particolare delle classi dominanti nelle societ… neocapitalistiche del Nord del pianeta, sempre pi— angosciato dall? ?assalto? crescente, pressante ed inevitabile, esercitato dalle masse dei migranti, sempre pi— impaurito dalla rabbia e dall?ansia di riscatto di quei popoli e di quelle classi socialmente pi— povere e pi— emarginate che vivono nelle aree sottosviluppate del Terzo e del Quarto mondo.



La paura verso la democrazia e la libert…



Una paura molto attuale, molto diffusa e presente nelle societ… occidentali, sembra essere proprio la paura verso la democrazia pi— autentica, che si estrinseca nelle libert… concrete degli individui, per cui pu• diventare fonte di conflittualit…, di antagonismi e di vertenze sociali.

La democrazia, non subta passivamente, ma vissuta attivamente, da protagonisti e non da sudditi o spettatori, il dissenso e la libert… del pensiero, la libert… intesa e praticata come partecipazione diretta ai processi politico-decisionali, tutto ci• infonde ed incute un?angoscia profonda nell?animo di chi governa e di chi detiene il potere e la ricchezza sociale. Da tali paure scaturiscono un fenomeno e un sentimento antidemocratico ed antisindacale, che tende a criminalizzare le idee di libert… e i loro portatori, fino a condurre alla demonizzazione e alla repressione di ogni dissenso democratico e di ogni vertenza sociale, che vengono recepiti e perseguitati come un pericolo e un?insidia per l?ordine costituito, che a sua volta si Š storicamente determinato attraverso la violenza di precedenti rivolgimenti sociali.

Basti pensare, infatti, che gli stati moderni, le cosiddette ?democrazie liberal-parlamentari?, le odierne societ… capitalistiche, hanno avuto origine da terribili rivoluzioni sociali compiute in gran parte dalle masse contadine e proletarie guidate dalle avanguardie rivoluzionarie della borghesia, che oggi teme di perdere il proprio potere e i propri privilegi di classe dominante.

Il ruolo storico, politico e culturale della borghesia, che un tempo era stata sovversiva, progressista e rivoluzionaria, provocando l?abbattimento dei regimi aristocratico-feudali, con le loro sovrastrutture ideologiche oscurantiste e barbariche, si Š progressivamente trasformato in senso conservatore e misoneista, divenendo un serio ostacolo alla piena realizzazione del progresso scientifico, culturale e sociale, della democrazia partecipativa e della liberazione effettiva degli individui da ogni forma di oppressione, di sfruttamento, di schiavit— e di paura.



Lucio Garofalo



Alla cortese attenzione del direttore Antonello De Pierro.

Ormai sono cosciente di lavorare in un?azienda!

Quando, anni fa, decisi di fare l?insegnante e fui assunto nella scuola in quel ruolo, non immaginavo certo di dover operare in un?azienda. Anzi, ero convinto che il mondo della scuola fosse totalmente estraneo ed immune da ogni logica capitalista. Anche per questo scelsi l?insegnamento, che reputavo una professione creativa e pensavo offrisse molto tempo libero, un bene pi— prezioso del denaro!

A distanza di anni dal mio esordio lavorativo, eccomi catapultato in un ingranaggio di fabbricazione industriale, con la differenza che nella scuola non si producono merci di consumo. Del resto, non mi pare di aver ricevuto una preparazione idonea ad un?attivit… manifatturiera - ma si sa, viviamo nell?era della ?flessibilit…?!

Ormai sento sempre pi— spesso adoperare un lessico tipicamente imprenditoriale: termini e locuzioni come ?economizzare?, ?profitto?, ?utenza?, ?competitivit…?, ?produttivit…?, ?tagliare i rami secchi? e via dicendo, sono diventati di uso assai comune, soprattutto tra i cosiddetti ?dirigenti scolastici? che non sono pi— esperti di psico-pedagogia e didattica, ma pretendono di essere considerati ?presidi-manager?!

Perlomeno, in tanti si proclamano e si reputano ?manager?, ma sono in pochi a saper decidere abilmente come e perch‚ spendere i soldi, laddove ci sono.

Inoltre, anche nella Scuola Pubblica si sono ormai affermati tipi di organigramma e metodi di gestione mutuati dalla struttura manageriale dell?impresa neocapitalista.

All?interno di questo assetto gerarchico sono presenti vari livelli di comando e subordinazione. Si pensi, ad esempio, al ?collaboratore-vicario? che, stando all?attuale normativa, viene designato dall?alto, direttamente dal dirigente ( prima, invece, era il Collegio dei docenti che eleggeva democraticamente, cioŠ dal basso, i suoi referenti, a supportare il preside nell?incarico direttivo ).

Si pensi alle R.S.U., ossia i rappresentanti sindacali che sono eletti dal personale lavorativo, docente e non docente. Si pensi alle ?funzioni strumentali?, ossia le ex ?funzioni-obiettivo?.

In altri termini, si cerca di emulare, in maniera comunque maldestra, la mentalit… economicistica, i sistemi ed i rapporti produttivi, i comportamenti e gli schemi psicologici, la terminologia e l?apparato gerarchico, di chiara provenienza industriale, all?interno di un ambiente come la Scuola Pubblica, cioŠ nel contesto di un?istituzione statale che dovrebbe perseguire come suo fine supremo ?la formazione dell?uomo e del cittadino? cos come detta la nostra Costituzione (altro che fabbricazione di merci! ). E? evidente a tutte le persone dotate di buon senso o di raziocinio, che si tratta di uno scopo diametralmente opposto a quello che Š l?interesse primario di un?azienda, cioŠ il profitto economico privato.

La Mor-Attila e i vari ?manager? della scuola, in buona o in mala fede confondono tali obiettivi, alterando e snaturando il senso originario dell?azione educativa, una funzione che Š sempre pi— affine a quella di un?agenzia di collocamento o, peggio ancora, a quella di un? area di parcheggio per disoccupati permanenti.

Ma perch‚ nessuno mi ha avvertito quando feci il mio ingresso nella scuola?

Probabilmente, qualcuno potrebbe obiettare: ?Ora che lo sai, perch‚ non te ne vai??.

Ma questa sarebbe un?obiezione aziendalista e come tale la rigetto!



Lucio Garofalo

Go to top