Le Interviste
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colloquio con Carlo Freccero
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di Paola Pilati
Il taglio sul cuneo promesso da Prodi? Meglio un premio a chi crea posti fissi. E aumenti di stipendio a chi produce di più. La ricetta del segretario della Cisl colloquio con Raffaele Bonanni
Vorrebbero venderlo come un 'New deal' rooseveltiano, ma su questo taglio di cinque punti del cuneo fiscale non c'è in ballo una somma con cui gli italiani si possono certo arricchire. E poi mi aspettavo che la scossa la dessero subito. Invece bisogna aspettare. Cerchiamo almeno di mirare bene: non dando soldi, per esempio, a chi non è esposto alla concorrenza... Da quando è al vertice della Cisl, Raffaele Bonanni ha scelto lo stile muscolare. Attacca volentieri, polemizza, trasmette voglia di misurarsi con tutti su tutto. Nessun timore reverenziale, per esempio, nei confronti del ministro dell'Economia Tommaso Padoa-Schioppa, accusato prima di essere "un ventriloquo di Maroni" per via della sua perplessità sulla concertazione, poi di essere "l'amico del giaguaro" per i sacrifici annunciati nella prossima finanziaria. Ora, Bonanni ha deciso di entrare a gamba tesa sul tema del taglio del cuneo fiscale, promesso in campagna elettorale da Romano Prodi, che da venerdì 28 diventa ufficialmente un dossier sul tavolo di palazzo Chigi nel primo vertice sulla nuova politica dei redditi.
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"Quanto è accaduto a partire dal 12 luglio non c'entra nulla con le questioni interne libanesi, perché i protagonisti sono altri. Come nel 1968, quando i palestinesi fecero un'azione contro Israele partendo dal Libano e la risposta fu la distruzione della nostra flotta aerea". Samir Frangié, cristiano-maronita e deputato indipendente, denuncia "il tentativo di farci tornare indietro ai tempi della guerra civile".
Dove vogliono portarvi?
"Ai tempi in cui le cose libanesi venivano decise da altri Paesi".
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'Ci attaccano e noi rispondiamo'. La crisi in Libano secondo l'analisi di un parlamentare Hezbollah Hussein al-Hajj Hasan è un deputato Hezbollah nel Parlamento libanese. Lo abbiamo intervistato.
Credete di aver fatto la cosa giusta quel 12 luglio?
"Vorrei prima di tutto ricordare che questa guerra l'ha voluta Israele. Sono loro che stanno portando distruzione".
Sì, ma anche voi sparate contro le città israeliane.
"È legittima difesa. Ci attaccano e noi rispondiamo. Ci hanno costretto ad agire così".
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