Per chi suona...Campanella
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Un riconoscimento per le donne che nel corso dell’anno si sono distinte per le loro capacità artistiche e professionali: la VI edizione del Premio “Donna d’Autore”, si è tenuta venerdì 25 ottobre, nella splendida location del SHG Hotel Antonella di Pomezia, e come ogni anno, l’evento è stato patrocinato dalla Regione Lazio.
L’evento, organizzato dalla Presidente di AIDE Lazio, Anna Silvia Angelini, è stato condotto dalla brillante Barbara Castellani, che ha aperto la serata con la madrina Francesca Romana D’andrea.
Le creazioni artistiche sono state create in esclusiva dal maestro orafo Giovanni Pallotta, mentre le targhe opera del socio onorario Mauro Poponesi.
Nel corso della serata è stato consegnato il Premio alla carriera alla fotografa Tiziana Luxardo e all’attore e regista Gilles Rocca.
Le donne premiate sono state: Mariella Anziano (giornalismo), Roberta Beolchi (sociale), Simona Petrioli (letteratura), Katia Malizia (arte), Francesca Piggianelli (organizzazione Eventi), Luciana Frazzetto (Teatro), Rita Castellucci (moda), Margi Villa del Priore (cinema), Giovanna Incarnato (imprenditoria). Sono stati inoltre consegnati degli “special award” alla fashion model Martina Corradetti, e poi anche a Mauro Poponesi, Sissi Martina Farruggia, Fina Scigliano, Anna Larato, Compagnia Liberi Teatranti, Angelica Loredana Anton, Francesca Romana D’andrea e Irma Capece Minutolo.
Tra una premiazione e l’altra si sono esibiti, Nefer, Eleonora Croce, la bravissima cantante partenopea Giò Di Sarno. A sorpresa l’esibizione del tenore Giuseppe Gambi, mentre, tra gli ospiti presenti, da segnalare la Presidente di AIDE, Anna Selvaggi, e tante personalitá del mondo della cultura e dello spettacolo.
Per finire uno splendido buffet ha riunito tutti in un momento conviviale e di allegria
Un evento che si consolida ogni anno entrando a pieno titolo nella “walk of fame” degli eventi della Capitale.
Per quanto mi riguarda, non vorrei sembrare imparziale, ma sono particolarmente felice dell'attestato attribuito alla dinamica e infaticabile Francesca Piggianelli, una istituzione nel mondo del cinema. Gli eventi da lei organizzati si distinguono sempre per la grande professionalità e per i prestigiosissimi parterre di grandi ospiti che riesce a coinvolgere. Complimenti, Francesca!
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Aperta a Roma nei giorni scorsi, presso il Palazzo della Cancelleria del Vaticano, la mostra “Rinascimento Contemporaneo”, ancora un appuntamento prestigioso che onora l’Arte, con le opere di Roberta Gulotta e di altri cinquanta artisti.
Un nuovo appuntamento di prestigio, quindi, per la nota pittrice e scultrice, che è anche testimonial internazionale dell’Annuario del Cinema italiano & Audiovisivi. In questa occasione presenta tre bellissime opere, fra le quali “La Fabbrica dei Sogni 2”, una tempera acrilica su tela a vernice dorata, del diametro di cm. 100.
“Sono davvero felice di esporre in una location di grande prestigio in una rassegna d’arte che tende ad evidenziare, attraverso le opere, l’evoluzione del pensiero moderno dal Rinascimento ai contemporanei ed ai nostri giorni”, ha commentato Roberta.
Raffinato parterre con il pubblico delle grandi occasioni, per Rinascimento Contemporaneo, il bellissimo evento realizzato da Museo MIIT ed Italia Arte di Guido Folco, con 51 artisti selezionati a partecipare con le loro creazioni.
Tra i numerosi intervenuti al vernissage, la rinomata artista Silvia Girlanda, scultrice raffinata ed elegante, l’architetto Livio Toschi, storico, saggista, direttore artistico del Museo degli Sport di Combattimento presso il Centro Olimpico FIJLKAM e delle splendide mostre che si tengono periodicamente al Museo stesso, lo storico fotografo del cinema, con oltre venti film all’attivo, Claudio Patriarca, oggi consulente immagine del già menzionato Annuario del Cinema, l’artista Marina Corinthos, interiore designer, pittrice e scultrice, l’imprenditore Antonio Gulotta e tanti altri appassionati d’arte.
Il Rinascimento fu caratterizzato da innovazioni artistiche di stile, gusto, tecniche e dalla raffinata visione innovativa del soggetto, che si trattasse di ritratti, paesaggi, dipinti da cavalletto.
L’arte contemporanea necessita di un nuovo Rinascimento, come recita il titolo della mostra in oggetto, “Rinascimento Contemporaneo – Contemporary Renaissance”, vale a dire di nuove e coraggiose genialità creative che possano rendere attuali i canoni universali della bellezza o l’intensa profondità dell’idea e del concetto artistico.
La Gulotta sta vivendo davvero un momento magico, dopo la recentissima esposizione nella mostra “La musica: forme e colori”, tenutasi ad Ostia.
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Nel cuore di Roma - splendida cornice il Tridente – un affascinante atelier, come “Bisi Concept” in via di Ripetta, 16/a a Roma, ospita le meta-fotografie di Fabrizio Borelli nel suo spazio attivo e permeabile, aperto alla convivenza virtuosa di molte arti. La mostra, presente nel ricco calendario di “Rome Art Week”, sarà aperta al pubblico fino al 25 ottobre. Proprio nel giorno di chiusura, venerdì 25 ottobre, alle ore 18.30, l’artista accoglierà il pubblico in Galleria.
Body Parts - tra i cicli aperti di Fabrizio Borelli - è l'immagine diagnostica, che indaga il non visibile e produce rappresentazioni archetipiche, modelli fondamentali e primari della figura umana. Sovrapposto, il tema cromatico è determinato dal contrasto simultaneo tra i colori complementari che esalta le differenze. Come le macchie colorate delle tavole di Rorschach, queste immagini assumono forme diverse, dettate dalla personalità di ciascun osservatore.
Sovrapposizione, contagio, mescolanza, la visione è quasi straniamento. E più si esplora un’opera, più si è colpiti dal gioco di rimandi costruito su un “originale” che è solo il pretesto di un racconto per suggestioni visive.
FABRIZIO BORELLI, fine art photographer, regista, format designer, presidente dell’Associazione Culturale X-FRAME, vive e lavora tra Roma e l’Umbria. È impegnato, da sempre, nel campo della restituzione visiva della realtà. La costante ricerca - prediletto il linguaggio fotografico, meta-fotografico e quello video - e l’esperienza professionale, lunga e di ampio respiro - nel cinema ha lavorato con numerosi registi, tra i quali Ettore Scola, Andrei Tarkovskij, Luigi Comencini, Giovanna Gagliardo, Bruno Corbucci, Ermanno Olmi - insieme all’attività in ambito televisivo hanno arricchito la sensibilità reportistica e la capacità di sintesi. È fondatore e presidente dell’associazione culturale X-FRAME.
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Grande successo di visitatori per l’inaugurazione a Roma della mostra di oltre 100 ceramiche - formelle “Il fango e la luce” di Mario D’Imperio. L’esposizione, a cura di Maria Italia Zacheo, è inserita nel fitto calendario di eventi della Rome Art Week ed è ospitata nelle sale della Biblioteca Flaminia, diretta da Maria Pia Tuccimei.
All’evento erano presenti il regista Emanuele Pecoraro, che ha appena terminato le riprese del corto “La goccia maledetta”, ed inoltre l’artista Fabrizio Borelli, la fotografa dei divi Laura Camia, il coreografo Gabriele Naccarato, la giornalista Chiara Campanella e il Vice Presidente del Circolo culturale “La scaletta” di Matera, Nicola D’Imperio.
Madrina della serata, una vera ambasciatrice della bellezza: l’attrice Nadia Bengala, splendida protagonista proprio de “La goccia maledetta”.
“Il fango e la luce” propone al visitatore un viaggio attraverso l’essere interiore, primitivo e inconscio. Articolata nelle quattro sezioni “Materia cosmica”, “Mater matuta”, “Danza” e “Burning”, è una vera e propria esplosione di corpi celesti, di figure in movimento e di volti di donne che affiorano dalle terre cristallizzate e si trasformano in smalti luminosi.
Nel corso dell’inaugurazione l’artista, originario di Matera, ha anche presentato un breve filmato dove ha illustrato le tecniche del dripping e della cottura a terzo e a grande fuoco. Il video, girato e montato da Marco Pagliarin e diretto dallo stesso Emanuele Pecoraro può essere visualizzato al link https://www.youtube.com/watch?v=wQrMOlcpsRc
Particolarmente apprezzata dal pubblico presente la serie “Materia Cosmica” che rappresenta una virata dell’artista verso l’informale. “Materia cosmica” è il riprodursi dell'inconscio della vita, della luce e del buio, nonché dei colori con cui guardiamo l'Universo: fenditure di luce, circolarità di colori, come la materia che si compone e si scompone in un tempo e in uno spazio che non sappiamo definire.
Nel corso dell’inaugurazione è stato anche presentato il volume “Il fango e la luce”, edito dalla casa editrice Lithos, che contiene, oltre alle oltre 100 opere in mostra dell’artista, i contributi critici di Maria Italia Zacheo ed Emanuele Pecoraro.
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Lunedì 21 ottobre, alle 17.30, verrà inaugurata la mostra di ceramiche - formelle “Il fango e la luce” di Mario D’Imperio nelle sale della Biblioteca Flaminia in via Cesare Fracassini, 9 a Roma. L’esposizione, a cura di Maria Italia Zacheo, si inserisce nel calendario degli eventi della Rome Art Week e sarà aperta al pubblico tutti i giorni dal 22 al 26 ottobre (da martedì a venerdì dalle 9 alle 19 e sabato dalle 9 alle 13) con ingresso libero.
“Il fango e la luce” propone al visitatore un viaggio attraverso l’essere interiore, primitivo e inconscio. Esplosioni di corpi celesti, figure in movimento, volti di donne, archetipi e miti affiorano dalle terre cristallizzate nella cottura a mille gradi del forno e si trasformano in smalti luminosi. D’Imperio realizza le sue formelle senza un disegno preparatorio, utilizzando la tecnica del dripping. Sulla terracotta grezza i colori vengono lasciati sgocciolare con i pennelli, dando forma al soggetto, creando un sottile gioco di sperimentazione tra pittura materica e segnica.
Le sue opere, strutturate nelle quattro sezioni “Materia cosmica”, “Mater matuta”, “Danza” e “Burning”, sono un tributo alla sua terra natale, Matera, ventre materno di grotte ipogee.
La “Materia Cosmica” è il riprodursi dell'inconscio della vita, della luce e del buio, nonché dei colori con cui guardiamo l'Universo: fenditure di luce, circolarità di colori, come la materia che si compone e si scompone in un tempo e in uno spazio che non sappiamo definire.
Nella “Mater Matuta” è possibile ravvisare l’eco di piccole figure femminili in pietra come le Veneri steatopigie della protostoria dell'uomo, dove l’accentuazione delle dimensioni anatomiche è stata ridotta a forme più essenziali. Si tratta di primitive rappresentazioni di una Venere mitologica, simbolo di fertilità e prosperità. D’Imperio le ripropone in rosso, colore archetipico della passione e del sangue mestruale, legato nelle società arcaiche al culto di Demetra, teofania della madre terra, tracciandole a linea, con pigmento interno al dorso, come nelle pitture del tardo paleolitico e del neolitico.
La serie “Danza” è un racconto fluido. Menadi in corteo rimandano ad antichi riti coreutici e le scelte cromatiche rafforzano con pienezza il dilagare del segno. Sono espressione di una danza tribale e della follia dionisiaca, ritmata dal verso del ditirambo. I volti, appena delineati come anche i loro corpi, trasmettono un forte dinamismo dato dal movimento.
Infine, attenta è l’esplorazione del femminile! La chiave di lettura utilizzata dall’artista è senza dubbio l’ironia. Si tratta di “donne fumetto”, a volte caricature, a volte reali, che volutamente si ispirano all’universo femminile: spigolose, goffe, umoristiche e grottesche. "Burning", ovvero donne che bruciano di passioni e di emozioni. Immagini replicate e moltiplicate ma, a differenza della produzione industriale della pop art, questi volti indicano anche un superamento nel recupero di una dimensione più artigianale dell'arte.
Nel corso dell’inaugurazione verrà anche presentato il volume “Il fango e la luce”, edito dalla casa editrice Lithos, che contiene, oltre alle opere in mostra dell’artista, i contributi critici di Maria Italia Zacheo ed Emanuele Pecoraro.
Pierfrancesco Campanella